News
August 23 2022
Al di la del dibattito politico l’uso di cannabis tra i giovani continua a destare preoccupazione perché sviluppa dei comportamenti antisociali. Un fenomeno in forte crescita denunciato sempre più spesso dalle famiglie e diffuso soprattutto tra i minori, che iniziano già dalle medie a fumare cannabis a cui associano a volte anche l’alcool. Un mix esplosivo-come ci racconta-Ciro Cascone da 8 anni procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Milano- che induce i ragazzi a rovinarsi la salute e persino la vita, arrivando a commettere una serie di reati che vanno dai maltrattamenti in famiglia, al piccolo spaccio per comprare droga, fino a furti e rapine.
Per la sua esperienza al Tribunale dei minori di Milano cosa ne pensa dell’uso di cannabis tra i giovani?
«L’età in cui giovani iniziano a fare uso di droghe leggere e quindi anche di cannabis si è abbassata notevolmente. Siamo passati dagli studenti del liceo a quelli delle medie. Un dato dovuto al fatto che l’uso degli spinelli è stato talmente sdoganato culturalmente che per i ragazzi fumare droga è diventata la normalità».
Che ne pensa della proposta di legalizzare l’uso della cannabis?
«Non voglio inserirmi nel dibattito politico della legalizzazione delle droghe leggere, posso solo dirle che la cannabis come le altre droghe fa male. In più a mio avviso nel momento in cui la legalizziamo ovviamente non sarà accessibile ai minori, come l’alcool e le sigarette (ma tutti bevono e fumano comunque) quindi chi non ha raggiunto la maggiore età non potrà andare nel negozio a comprarla ma cercherà di procurarsela dove non è legale venderla».
Che comportamenti crea la cannabis nei ragazzi?
«La cannabis nei ragazzi crea comportamenti anti sociali soprattutto nella fase adolescenziale. Questo le posso assicurare sulla base della mia esperienza al Tribunale dei minori di Milano, mi ha fatto vedere molti giovani che fanno uso di sostanze stupefacenti tra cui cannabis, commettere reati di piccolo spaccio per comprarsi la droga, reati contro la persona, contro il patrimonio, furti rapine e maltrattamenti in famiglia».
A cosa vanno incontro?
«Se sono già grandi è difficile recuperarli e anche se minori, contrariamente a quello che si pensa, vengono arrestati o hanno il beneficio della pena sospesa o in alcuni casi vengono inseriti in percorsi riabilitativi. Qui a Milano ad esempio c’è un alto numero di reati (basti pensare al fenomeno delle baby gang) ma allo stesso tempo di condanne. Questo per dirle che secondo me non sono le leggi che non vanno bene ma la mancanza di fondi che impedisce di fare la giusta prevenzione alle procure, alla polizia e a tutti i soggetti interessati che lavorano sul campo a contatto con i giovani. Pensi a volte ci sono genitori che sono così disperati che arrivano segnalare i loro figli perché fanno uso di sostanze stupefacenti. Così dopo la segnalazione e prima che commettano reati, proviamo ad intercettarli per inserirli nei percorsi riabilitativi, ma spesso come le dicevo è tardi».