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May 14 2014
Anticipato da polemiche pungenti, atteso nelle sale già a novembre 2013 (poi l'uscita è stata rimandata più volte), finalmente si tolgono i veli su Grace di Monaco, film che stasera aprirà il Festival di Cannes 2014.
Diretto dal francese Olivier Dahan, già regista del pluripremiato La vie en rose sulla cantante Edith Piaf, arriverà subito nelle sale italiane, il 15 maggio con Lucky Red.
A Nicole Kidman il difficilissimo compito di far rivivere lo charme impareggiabile di Grace Kelly, l'attrice americana icona di stile che conquistò un regista enigmatico come Alfred Hitchcock e lasciò poi il cinema per diventare la leggendaria principessa di Monaco, sposa del principe Ranieri III. Quest'ultimo è interpretato da Tim Roth. Paz Vega è Maria Callas, Frank Langella è padre Francis Tucker.
Ecco 5 cose da sapere su Grace di Monaco.
1) Le accuse dei Grimaldi e la controversia col distributore americano
I figli di Grace si erano già schierati contro il film di Dahan nel gennaio del 2013 ritenendolo "inutile e glamour". A ridosso del Festival di Cannes, sono tornati all'attacco con un comunicato ufficiale: "Il Palazzo tiene a precisare che questo lungometraggio non può in alcun modo essere qualificato come un biopic. Il trailer fantastico conferma il carattere totalmente fittizio di questo film e rafforza la convinzione avuta dopo la lettura della sceneggiatura che si tratti di una produzione, di una pagina della storia del Principato, basata su riferimenti storici errati e letterari dubbi".
Per gli eredi del principe Ranieri III di Monaco "il regista e i produttori hanno rifiutato di prendere in considerazione le numerose osservazioni formulate dal Principato che avrebbero avuto come conseguenza una rimessa in discussione globale della sceneggiatura e dei personaggi".
La famiglia, di norma presente al Festival di Cannes, ha quindi ufficialmente annunciato che quest'anno non parteciperà alla cerimonia di apertura e ha ribadito che non vuole "in alcun modo essere associata a questo film che non riflette minimamente la realtà e si rammarica che la sua storia sia oggetto di una distorsione dei fatti per fini puramente commerciali".
Come se non bastasse, Grace di Monaco è stato per mesi anche al centro di un conflitto artistico tra il regista e il potentissimo distributore americano, Harvey Weinstein, che avrebbe a lungo preteso dei tagli non accettati da Dahan per la distribuzione statunitense.
2) La difesa del film da parte del regista e del direttore del Festival di Cannes
A inizio maggio, in seguito al comunicato di casa Grimaldi, il direttore del Festival di Cannes Thierry Fremaux si è mosso in difesa di Grace di Monaco che ha definito "l'espressione del diritto di ogni artista alla licenza poetica". Ha aggiunto: "Il film non è un biopic nel senso stretto del termine, dalla vita alla morte", "contribuirà certamente in modo positivo alla leggenda del Principato di Monaco".
Anche il regista ha replicato ai figli di Grace. In un'intervista al Parisien Magazine ha prima rivendicato "il diritto di fare un film di finzione". Grace di Monaco, ha specificato, "non è un lavoro di storico ma di artista". Secondo il regista la famiglia ha avuto accesso a "diverse versioni della sceneggiatura" e ha "proposto alcune modifiche", alcune delle quali sono state accettate. E ancora: "Al sentimento anti-francese che emerge dal film non ci posso fare niente".
Più recentemente al Journal du Dimanche ha risposto alla famiglia reale: "Quando ho letto del loro comunicato che tutto ciò che c'è nel mio film è fatto solo per fini commerciali, mi sono sentito insultato", "Non ho mai preteso di realizzare un biopic. Non ci sono scoop nel mio film, dunque perché farne un dramma?". Il regista ha ribadito: "Io sono un artista, non uno storico, e mi sono interessato alla figura di Grace che in qualche modo ha inventato la principessa moderna".
3) Nicole Kidman: "Un film rispettoso". "È stato magnifico darle vita"
"Mi rattrista che la famiglia Grimaldi si sia opposta al film e che non lo approvi", ha affermato Nicole Kidman a Cannes, pronta per il red carpet della serata. "Capisco bene che i figli vogliano preservare la privacy dei propri genitori, ma l'opera di Olivier Dahan la ritengo rispettosa. Al centro c'è la love story di Grace e Ranieri e nessuna intenzione malevola sulla loro famiglia e in particolare su Grace".
Su come sia stato essere per un po' Grace, l'attrice australiana ha detto: "Mi sono preparata per cinque mesi, ho potuto vedere tutti i materiali, e sono tanti, che esistono su Grace Kelly, è stato magnifico darle vita al cinema e scoprire tante cose di lei e di quel periodo. Nel leggere la sceneggiatura e nel girare il film mi sono emozionata tante volte. E anche se la sua storia è così fiabesca, quello che le capita è universale: le scelte che ciascuno nella vita deve fare. Io stessa prima di accettare un nuovo impegno cinematografico rifletto su quello che può comportare per la mia famiglia".
4) Un solo anno di Grace portato al cinema
Grace di Monaco si concentra su un solo anno della vita di Grace Kelly il 1962, sei anni dopo la celebrazione del suo "matrimonio del secolo", mostrando una principessa che si dibatte nel tentativo di conciliare passato e presente, tra il desiderio di tornare ad apparire sul grande schermo e il suo nuovo ruolo di madre di due bambini, regnante su un principato europeo e moglie del principe Ranieri III, mentre aiuta il marito a difendere l'identità del principato dagli attacchi politici del presidente francese Charles De Gaulle (che voleva recuperare le tasse delle aziende transalpine che si erano trasferite nella Rocca monegasca).
5) La reazione fredda della stampa
In attesa che stasera si sveli ufficialmente, in mattinata Grace di Monaco è stato proiettato per la stampa. Nonostante il finale pieno di pathos, il film è stato accolto con grande freddezza e ha ricevuto anche qualche breve fischio a fine proiezione.
Tra le prime recensioni, durissimo il quotidiano britannico Guardian, che titola: "Cannes apre con un film biografico reale peggiore di Diana - La storia segreta di Lady D". Ed è tutto dire, visto che il biopic interpretato da Naomi Watts fu davvero pessimo. Nel sommario si parla di "catastrofe mozzafiato".
La rivista di cinema francese Premiere titola: "Grace di Monaco, un cattivo remake mediterraneo de Il discorso del re". Il quotidiano The Independent, londinese, scrive: "La sfida contraddittoria che i realizzatori si sono posti è mostrare la realtà prosaica della vita di Grace senza distruggere la sua mistica. Grazie alla straordinaria ricchezza dei costumi e alla prestazione febbrile della Kidman, quasi raggiungono il loro scopo".