Il capitale umano di Paolo Virzì, 5 cose da sapere

Paolo Virzì, il regista livornese cultore della commedia all'italiana, questa volta stupisce tutti dandosi al noir con l'intrigante Il capitale umano, storia di avidità e maneggi finanziari, di figli assediati dalle attese dei padri e matrimoni infelici. Tanta contemporaneità sul filo di una suspense delicata. Dal 9 gennaio nelle sale.

Ecco 5 cose da sapere sul film.

1) Da un thriller americano

Il regista toscano sceglie il thriller americano Il capitale umano di Stephen Amidon per dar vita al suo undicesimo film. Sposta l'ambientazione dai sobborghi del Connecticut alla Brianza. Lo scrittore conosceva già Virzì per Caterina in the big city (Caterina va in città), così è stato entusiasta all'idea dell'adattamento cinematografico del suo romanzo. Ha letto le varie versioni del copione, realizzato da Virzì insieme a Francesco Bruni e Francesco Piccolo, e li ha sempre incoraggiati a fare del libro cosa loro. "Quando finalmente ha visto un montaggio del film, l'ho visto sinceramente positivamente turbato", ha raccontato Virzì. 

2) Uno sviluppo a puzzle intrigante

Virzì e soci hanno fatto del libro di Amidon davvero una cosa loro: pur mantenendo fedeltà alla trama (tranne sul finale, che Virzì ha un po' addolcito), hanno scomposto la narrazione facendone una sorta di puzzle da ricomporre pian piano. Con fascino. La molla centrale è un incidente stradale: un uomo in bicicletta viene investito nella notte senza essere soccorso. Attorno a questo episodio si muovono tre punti di vista diversi, attraverso cui vediamo e rivediamo sotto inquadrature differenti gli stessi momenti, aggiungendo man mano dettagli sulla verità e sull'identità del pirata della strada. Per primo osserviamo la realtà sotto lo sguardo di Dino Ossola, un immobiliarista in difficoltà a causa della crisi, interpretato da un Fabrizio Bentivoglio con accentuato accento lombardo, con immancabili chewing-gum e sorrisetto in bocca spesso inopportuno. Approfittando della relazione della figlia Serena (Matilde Gioli) con il rampollo della ricca e potente famiglia Bernaschi, aspira ingenuamente all'ascesa sociale e all'arricchimento facile. Gli apre la porta dello scintillante mondo della finanza lo speculatore senza troppi scrupoli Giovanni Bernaschi (Fabrizio Gifuni). Il secondo punto di vista è quello di Carla Bernaschi (Valeria Bruni Tedeschi), moglie ricca e insoddisfatta, ex attrice che vorrebbe usare i soldi del marito per ristrutturare un teatro abbandonato. Il terzo punto di vista è di Serena Ossola, la figlia di Dino, la voce più autentica tra le tante serrate da apparenze e ambizioni asfissianti, quella che vuole per sé l'amore vero. La sua matrigna è una psicologa (Valeria Golino) all'oscuro dei movimenti economici del marito.

3) La polemica dei brianzoli

Come di fronte a La grande bellezza di Paolo Sorrentino alcuni romani hanno storto la bocca, inevitabilmente ora sono alcuni brianzoli, per lo più senza aver ancora visto il film, ad arrabbiarsi per come è stata dipinta la loro terra. Ad aver aizzato gli animi è stata soprattutto l'intervista rilasciata da Virzì a Repubblica,  dove spiegava di aver cercato "un paesaggio che mi sembrasse gelido, ostile e minaccioso". Andrea Monti, assessore leghista al Turismo della Provincia di Monza e Brianza, ha replicato sul suo blog  scrivendo che Virzì si è limitato a una "caricatura di alcuni stereotipi falsi, una vera e propria opera di mistificazione, probabilmente un po' frutto della voglia di additare in negativo la Brianza identificata come la terra del nemico politico, e tanto, diciamolo, frutto di ignoranza vera e propria", notando tra l'altro che Il capitale umano ha anche "ricevuto un contributo di 700.000 euro dal Ministero dei Beni Culturali". Anche l'assessore alla Cultura di Como Luigi Cavadini se l'è presa male per alcune parole di Virzì sul teatro locale ("Como esprime il degrado della cultura con quel suo unico teatro, il Politeama, chiuso e in rovina"), e ha replicato: "È vero, il teatro Politeama si trova in una situazione di degrado, ma non capisco come si possa, per questo, estendere il giudizio alla città".
La polemica poi si è trasferita ed è in corso su Twitter, con tanto di proposta di boicottaggio del film - e anche con tanti che difendono la pellicola -. E con tweet infuocati tra Virzì e Monti.
Virzì intanto ha definito la querelle  "una polemica buffa e scomposta, del tutto infondata", aggiungendo: "credo che chi dice e scrive queste cose anzitutto non ha visto il film e non sa che l'ambientazione è in una Brianza immaginaria". Non a caso il luogo in cui avviene l'incidente è stato chiamato Ormate Brianza, nome fittizio. 
Io ho visto il film, frequento la Brianza che rispetto molto per la sua operosità pur senza essere particolarmente affascinata dal suo paesaggio, e posso dire che non ho sentito alcuna offesa diretta al popolo brianzolo guardando Il capitale umano. Il film potrebbe essere ambientato anche in qualche altro angolo d'Italia, certo meglio sotto un cielo più spesso livido settentrionale che non in uno scorcio meridionale. Il capitale umano parla di competizione e ricchezza, del ruolo marginale della cultura, parla di una faccia dell'Italia contemporanea. Parla dell'Italia, appunto, non solo della Brianza. Parla della società contemporanea in genere (e infatti nasce da una storia americana). È un buon film, ed è questo quello che conta.

4) Virzì burattinaio attento

Per Il capitale umano Virzì si è tolto lo sfizio di ricorrere per la prima volta ad alcuni degli attori e delle attrici che ammira di più, i due Fabrizi (Gifuni e Bentivoglio), le due Valerie (Golino e Bruni Tedeschi), Luigi Lo Cascio (che compare in una piccola parte e regala una scena erotica quasi grottesca mentre scorrono sullo sfondo alcune immagini visionarie di Carmelo Bene). Tra i cinque è forse Valeria Bruni Tedeschi a darci l'interpretazione più vibrante, ora elegante ora goffa, ora intensa ora patetica. 
Nel mosaico che ha costruito Virzì si muove con sicurezza e non sbaglia quasi niente. L'unico scricchiolio è in un episodio poco probabile della seconda parte (la mail lasciata aperta da Serena e vista dal padre) che infatti nel romanzo è presentato diversamente.

5) Matilde Gioli, una bella scoperta

Accanto ad attori affermati ci sono i giovani Giovanni Anzaldo, Guglielmo Pinelli e Matilde Gioli. Quest'ultima, per la prima volta sul set, è una bella scoperta. Il suo è un volto interessante e accattivante. È arrivata alla recitazione quasi per caso, dopo che sua madre le ha consegnato un volantino di ricerca comparse con accento milanese. Atleta di nuoto sincronizzato a livello agonistico, mi piacerebbe rivederla ancora sul grande schermo. 

YOU MAY ALSO LIKE