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August 20 2015
Di caldo si muore davvero. La cronaca di quest'estate ci restituisce tredici morti sul lavoro che a causa delle temperature altissime si sono accasciati nei campi, nei cantieri e anche sui camion. C'è anche Arcangelo che da giorni lotta tra la vita e la morte dopo che un infarto lo ha colto nelle campagne di Andria.
Sono lavoratori invisibili per la legge che però assicurano manodopera nelle condizioni più disagiate e con paghe da fame. La Flai Cgil conta che ogni anno siano 400 mila in tutta Italia e anche la conta delle vittime dello sfruttamento rischia di rimanere parziale "perchè spesso si ribaltano pullmini carichi di lavoratori. Viaggiano in venti su mezzi omologati per nove e finiscono per essere contate come vittime della strada. Il caporalato non nasce oggi, c'è sempre stato" – racconta Cosimo Marchionna, segretario provinciale dello Spi – Cgil di Brindisi che negli anni '80 partecipava insieme ad una giovanissima Teresa Bellanova, oggi sottosegretaria al Ministero del Lavoro, ai picchetti dei braccianti agricoli, quando ancora si scendeva in strada per difendere quella storia e quella tradizione agricola che nella terra di Giuseppe Di Vittorio, la Puglia, è la storia stessa del sindacato.
Il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ha proprio oggi dichiarato in un'intervista a La Repubblica come sia neccessario un inasprimento delle pene contro il caporalato. ”È necessaria una riflessione: spesso le norme che sanzionano il caporalato sono di difficile applicazione. Poi credo che per produrre effettivamente maggiore legalità non serva più burocrazia ma pù' semplificazione. È proprio nella confusione burocratica che si annidano le insidie peggiori. Quindi dovremo ragionare presto di come si possano rendere più semplici e chiari questi meccanismi. Serve la collaborazione di organizzazioni agricole e sindacati. E in Parlamento dobbiamo puntare a rafforzare la Rete del lavoro agricolo, approvando subito il 'collegato agricoltura. .. Serve, come contro la criminalità organizzata, un salto di qualità che rompa il muro di gomma, l'omertà e la paura".
Le storie
"Le aziende trattano direttamente con i caporali il prezzo della manodopera e le donne vengono caricate su dei pullmini prima che sorga il sole, per arrivare nei campi anche fuori regione – racconta Cosimo che da più di cinquant'anni è nel sindacato e conosce la sua terra attraverso le storie dei lavoratori – spesso si addormentano e quando scendono i gradini del pullmino non sanno neppure dove sono". Tant'è che ieri la Procura di Trani ha iscritto nel registro degli indagati l'autista del bus che il 13 luglio scorso ha condotto Paola e altri braccianti da San Giorgio Ionico (Taranto) ad Andria e che è sospettato di avere organizzato la squadra di braccianti e il viaggio dal tarantino verso il nord barese dove poi l'italiana ha perso la vita. "Un atto dovuto in vista della riesumazione del corpo e dell'autopsia" precisano gli inquirenti.
Due euro per ogni cassetta di pomodori
Uno o due euro per ogni cassetta di pomodori, che vuol dire ore con la schiena piegata sotto il sole a picco. Così il sole della Puglia, per molti sinonimo di una vacanza ben riuscita, per altri si trasforma in una condanna quotidiana. Si è parlato soprattutto dei tre braccianti morti in Puglia, tra cui una donna italiana, ma nella conta dei morti del 2015 ci sono anche un rumeno di 50 anni deceduto in Veneto durante la raccolta delle mele e Andrea, un sessantenne impegnato nella ristrutturazione di un'abitazione nella provincia patavina. Un'emergenza che non parla solo del sud, ma che riguarda tutto il territorio nazionale, che coinvolge gli stranieri come gli italiani che soprattutto al sud si arrangiano come possono.
Va combattuto con la stessa intensità della mafia. Perchè i caporali sono delinquenti
Il caporalato nell'estate 2015 è tornato a essere un'emergenza perchè – spiega il sindacato - questa è stata una delle estati più calde degli ultimi anni e poi perchè grazie ad Expo gli occhi del mondo sono tutti puntati su di noi e anche le istituzioni non possono girarsi dall'altra parte.
"Va combattuta con la stessa intensità di come si combatte la mafia. Perchè i caporali sono dei delinquenti". Così il sindacalista di Brindisi lancia un monito alle istituzioni che poche ore più tardi trova nelle affermazioni del Ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina una comunanza di intenti. D'altronde il Mipaaf già lo scorso 7 agosto aveva siglato con il Ministero del Lavoro, un protocollo immediatamente operativo per aumentare i controlli nei territori che negli anni passati hanno registrato le maggiori criticità, che però "non basta. Si annunciano i controlli e poi magari le amministrazioni locali non hanno la benzina da mettere nelle auto".
molti dei prodotti che acquistiamo al supermercato provengono da una filiera sporca
Ma secondo la deputata di Sel, Celeste Costantino che da anni segue le condizioni dei migranti impegnati nei campi del sud “nell’anno dell’Expo è questa la realtà che ci circonda: molti dei prodotti che acquistiamo al supermercato provengono da una filiera sporca, fatta di sfruttamento nei campi e grandi guadagni per le multinazionali dell’agricoltura. Esistono degli strumenti proposti dalle associazione ed il governo non deve fare altro che accoglierle. Nuovi strumenti di tracciabilità, la pubblicazione dell’elenco dei fornitori, l’adozione delle etichette narranti per tutti i prodotti e la responsabilità solidale delle aziende della filiera agroalimentare”.