Cara Chiara Ferragni…

Eravamo sul punto di concentrarci sul guardaroba estivo sempre più minimal di Chiara Ferragni, 37 anni, mamma di Leone e Vittoria, imprenditrice (così si auto definisce su Instagram). Avremmo dovuto commentare look sempre più nude, bikini mini, marmorei didietro in primo piano, gonne micro e perizoma ostentati a colazione e all’ora dell’aperitivo, aderenti e scollacciati abiti da sera lunghi à la Jessica Rabbit (senza le curve, però). Oscillando tra la nostalgia di outfit straordinariamente originali come quelli degli esordi con The blonde salad e il disappunto per la deriva da smandruppata degli ultimi mesi ci stavamo anche chiedendo se fosse lecito condividere i commenti degli haters che le buttano in faccia un «rivestiti, hai sempre due figli» o fosse il caso di esercitare un minimo di pietas perché chiunque ha il diritto di reagire a modo suo a una storia d’amore andata a male. Perfino svestendosi, qualche volta. Questo mentre i lovers le ricordano che dopotutto il matrimonio invecchia e lei che ora è single, è tornata una ragazzina, doppio evviva. Nell’indecisione su quale posizione prendere, comunque, vinceva pur sempre la massima invidia per una eterna vita in vacanza tra Capri, Vulcano e Forte dei Marmi; al mare o in barca con l’amica Veronica Ferraro; ogni giorno in un cinque stelle lusso diverso, brava.

Senonché, in una tranquilla tregua estiva in spiaggia, è arrivata la notizia bomba: la controversia con l’Antitrust sulle uova di Pasqua di Dolci Preziosi non si chiude con una multa ma con una donazione. Lo ha dichiarato Ferragni in un video su Instagram in cui, ben truccata e con addosso una canottiera nera di cotone, ci ha informato che Tbs Crew Srl e Fenice Srl devolveranno almeno un milione e 200mila euro in tre anni all’impresa sociale «I bambini delle fate», o anche di più, se il 5% del fatturato delle aziende risulterà più alto. Una mezza vittoria o una mezza sconfitta, dipende dai punti di vista. Il che, però, ci ha leggermente distratti dai suoi piccoli outifit estivi. Anche perché nel comunicato stampa pubblicato online si specifica che d’ora in avanti separerà nettamente le attività commerciali da quelle benefiche (ma va?) auspicando che questo «“modello di comportamento” possa fungere da benchmark per l’intero settore dell’influencer marketing». Come a intendere che, del resto, è sempre lei a mantenere il timone del mercato e a dettare e stravolgere le regole. Che sia in camicia bianca e pantaloni neri o in costume da bagno striminzito.

Quando però ha fatto scrivere sul comunicato che organizzerà “training periodici a beneficio dei dipendenti” su comunicazione e marketing ci si è stretto un po’ il cuore. Ed è montato online anche un po’ lo sdegno perché sono giorni che circola la notizia della chiusura del suo negozio in via Capelli a Milano e perfino dei suoi uffici, drasticamente ridotti dopo il tracollo finanziario causato dalla crisi mediatica e reputazionale innescata dal Pandoro Gate. Mentre Chiara si fa fotografare di profilo in due pezzi sembra che nell’azienda gestita dalla sua mamma Marina Di Guardo dopo l’uscita dello storico manager Fabio Maria Damato, si navighi in cattive acque: pare siano in vista diversi licenziamenti.

Ah, Ferragni ha rinunciato a presentare il ricorso al Tar sul pandoro accettando la multa da un milione di euro. Si è arresa perché, alla fine, è stato un “errore di comunicazione” come aveva già fatto notare frignando il 18 dicembre scorso con addosso una tuta grigia da 600 euro. Da lì a qualche mese il marito avrebbe poi detto: «La nostra era una relazione tossica, in cui ci facevamo entrambi del male».

La speranza è che Chiara, con la sua nuova exit strategy, trovi anche un altro focus (forse un misterioso imprenditore?) e, facendo tesoro dei suoi errori, guardi solo avanti. Ma l’augurio è che, una volta sbarazzatasi dall’influenza finto-rap-tamarra di Fedez, ripeschi dal passato il suo senso per lo stile e si (ri)vesta anche un po’ meglio. Grazie.

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