Fame nel mondo: 108 milioni di malnutriti nel 2016
Redazione
La tragedia della fame nel mondo è tutt'altro che estirpata e lo spettro della malnutrizione continua ad affliggere il pianeta con 108 milioni di affamatinel 2016. È quanto denuncia un rapporto del Food Security Information Network diffuso il 31 marzo scorso, che indica come maggior responsabile di questa infinita tragedia il mix letale di conflitti, aumento record dei prezzi delle derrate alimentari e condizioni climatiche estreme.
Gli affamati aumentati del 35% in un anno Frutto del lavoro coordinato di Unione Europeaa, FAO, Programma alimentare mondiale (PAM), dell'agenzia statunitense Usaid e di alcune altre organizzazioni regionali, il dossier evidenzia che rispetto al 2015, quando gli affamati erano 80 milioni, il numero di persone in situazione di "grave insicurezza alimentare" è aumentato del 35%. Il riferimento è ai soggetti che, già sofferenti di malnutrizione acuta, non hanno mezzi di sostentamento sostenibili, come le tante famiglie africane costrette ad abbattere i loro capi di bestiame per sopravvivere.
El Niño, si legge nel dossier, è reso ancor più micidiale dai cambiamenti climatici e causa eventi estremi con temperature molto elevate, siccità e inondazioni. In nove delle più gravi crisi umanitarie individuate, la guerra civile è una delle cause principali di fame.
I Paesi a rischio carestia Secondo gli esperti che hanno stilato il rapporto, la già grave situazione peggiorerà quest'anno per la carestia che minaccia principalmente Sud Sudan, Somalia, Yemen e nord-est della Nigeria, nell'ambito di una crisi che investe però anche altre zone del Corno d'Africa e dell'Africa orientale e meridionale.
Secondo l'UNICEF, in questi quattro Paesi quasi 16 milioni di persone sono a rischio di morte per fame. E 22 milioni di bambini sono malnutriti, colpiti da malattie che diventano incurabili solo per mancanza di farmaci e privi di sufficiente acqua. Un milione e quattrocento mila di loro potrebbero non farcela entro quest'anno.
Un milione di persone potrebbe morire per mancanza di cibo in Sud Sudan, dove la carestia è stata dichiarata in due contee. La Somalia ha istituito lo stato di emergenza a causa della siccità: ad altissimo rischio 2,9 milioni di somali. Nella Nigeria nordorientale la malnutrizione colpisce vaste aree dove sono attivi i terroristi islamici di Boko Haram. In Yemen, dove da oltre 2 anni è in corso una guerra civile, da gennaio a oggi il numero di persone che non sanno se e dove troveranno qualcosa da mangiare è salito da 4 a 7 milioni.
Oltre alle aree a rischio carestia, Paesi come l'Iraq, la Siria (e i rifugiati siriani nei Paesi confinanti), il Malawi e lo Zimbabwe hanno sperimentato una diffusa insicurezza alimentare. "Siamo in grado di fermare questa strage", ha sottolineato José Graziano da Silva, direttore generale della FAO, chiedendo alla comunità internazionale di "intensificare gli sforzi per salvare, proteggere e investire nei mezzi di sussistenza rurale".
Trump vuole tagliare gli aiuti Laddove il Sottosegretario Onu per gli Affari umanitari, Stephen O'Brien, intervenendo in sede di Consiglio di Sicurezza nelle settimane scorse, ha parlato della "peggior carestia dalla creazione delle Nazioni Unite" (1945), negli stessi giorni il presidente USA Donald Trumpproponeva un taglio del 28 per cento(pari a 10,9 miliardi di dollari) agli aiuti esteri, minacciando di cancellare lo storico ruolo degli Stati Uniti quale principale Paese donatore di fondi per le emergenze.
Se i tagli verranno approvati dal Congresso e gli Stati Uniti non contribuiranno a risolvere l'attuale crisi africana, sottolineano alcuni esperti interpellati dall'agenzia AP, le crescenti siccità e carestia del continente potrebbero avere ampie conseguenze, inclusa una nuova ondata di migranti verso l'Europa e un rafforzamento dell'appoggio ai gruppi estremisti islamici.
Come ha osservato Ertharin Cousin, direttrice del PAM, non si tratta solamente di una questione umanitaria, poiché "la fame acuisce le crisi, alimentando l'instabilità e l'insicurezza": "quella che oggi è una sfida per la sicurezza alimentare, domani diventerà una sfida per la sicurezza tout court. È una corsa contro il tempo e il mondo deve agire ora per salvare la vita a milioni di persone".