Economia
February 11 2022
Arriverà la prossima settimana il tanto atteso decreto del governo per contrastare il caro energia. Ad annunciarlo in conferenza stampa è stato il presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha sottolineato come per fronteggiare gli aumenti di luce e gas siano già state "stanziate imponenti cifre, circa 9,5 miliardi di euro, ma che evidentemente non sono sufficienti”. Per questo, ha aggiunto Draghi, “il governo dovrà fare un altro intervento che sarà presentato la prossima settimana”.
Il nuovo decreto, ha spiegato il premier senza fornire dettagli sulle cifre, presenterà "una parte di sostegno, per contenere l'emergenza; poi una parte più strutturale, con il potenziamento della produzione di energia; poi una parte legata alla fornitura, cioè per assicurare la fornitura all'industria a un prezzo basso e calmierato. Infine si dovrà intervenire su altri aspetti, ad esempio "sullo stoccaggio". Per Draghi "la priorità del governo è su questi interventi. La priorità è assicurare la crescita, una crescita equa e sostenibile, ed è fondamentale che questa crescita non sia strozzata dal caro energia. La crescita è fondamentale per tutti gli altri aspetti, per la tenuta dei conti e la credibilità internazionale" dell'Italia. Il dovere del governo, ha aggiunto il presidente del Consiglio, è “affrontare le sfide importanti per gli italiani, nell'immediato come il caro energia", a medio termine come "l'inflazione che sta aggredendo il potere d'acquisto dei lavoratori". Senza dimenticare "la terza grande sfida, all'uscita della pandemia”, cioè “il Pnrr che sta andando molto bene".
Per quanto riguarda la crescita, Draghi ha sottolineato come nel primo trimestre ci sia stato “un rallentamento”, anche se “la Commissione Ue prevede per il nostro Paese una crescita del 4,1%, superiore a quella di Francia e Germania”. Per Draghi i rischi riguardano “il prezzo dell'energia e l'inflazione. Abbiamo presenti queste categorie di rischi e stiamo lavorando. L'importante è mantenere la crescita per affrontare i mercati con fiducia". E sempre a proposito dell’inflazione il presidente del Consigli ha ricordato che “la Bce e la Banca d’Italia sono le istituzioni più accreditate per fare previsioni. Le stime danno un'inflazione alta e crescente ancora per un po', che poi inizierà a calare nel corso di quest'anno. Questo spiega la cautela con la quale la Bce si è mossa", ha spiegato Draghi, secondo cui “è un’inflazione che non bisogna sottovalutare perché riduce il potere d'acquisto delle famiglie”.
In Consiglio dei ministri, ha aggiunto il premier, si sono adottati anche “provvedimenti sulla procedura per la vendita di Ita". Il Dpcm “che dovrebbe avviare il processo di ricerca di un partner” per la compagnia nata dalle ceneri di Alitalia “è stato illustrato in Cdm”, ha confermato il ministro dell’Economia Daniele Franco, precisando: “Seguiremo le usuali procedure: offerta pubblica o vendita diretta", e specificando che “non abbiamo un programma in cui predeterminiamo i tempi". Franco ha ribadito la presenza di “soggetti interessati a questa operazione”, aggiungendo che il Dpcm ha “fissato la questione delle quote. Prevediamo che in una prima fase il governo e il Mef mantenga una quota minoritaria ma non di controllo di Ita. Quota che potrà in una fase successiva potrà essere venduta, ma nella fase iniziale il governo senz'altro sarà presente".
Franco ha parlato anche di Unicredit, sotto i riflettori oggi sulle voci di un possibile interessamento per Banco Bpm. ''È interesse del governo e della collettività avere un sistema bancario che sia solido, efficiente e che dia credito all'economia. Non sta a noi interferire con la scelta delle banche private''. Da parte sua, la banca di piazza Gae Aulenti ha fatto sapere in una nota di continuare “a valutare tutte le opzioni strategiche disponibili” e che “non mancherà di tenere informato il mercato di qualsiasi sviluppo concreto", precisando che "non è stata convocata alcuna riunione straordinaria del consiglio di amministrazione".