Economia
November 30 2021
Martedì 30 novembre il prezzo del gas ha subito una nuova impennata: i future sul metano contrattati alla Borsa di Amsterdam, punto di riferimento per il gas europeo, hanno toccato un massimo di 101 euro. Questa impennata si è riflessa immediatamente sui prezzi dell’energia elettrica in tutto il Continente rivelando la fragilità dell’intero sistema. Parlando all’assemblea di Confartigianato il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha dichiarato che "un blackout non è da escludere a livello europeo rispetto all'attuale assetto dell'approvvigionamento energetico”. Il ministro ha auspicato inoltre che “a livello europeo si definisca un piano per evitare cose anche peggiori".
Nelle stesse ora il premier Mario Draghi ha detto che il governo “è pronto a intervenire di nuovo” per arginare il caro bollette. Intervenendo all’evento Lavoro ed Energia per una transizione sostenibile, il presidente del Consiglio ha aggiunto: ”Per limitare i rincari nel breve periodo e aiutare in particolare le famiglie più povere, abbiamo stanziato 1,2 miliardi di euro a giugno e oltre 3 miliardi a settembre. Interveniamo in legge di bilancio e siamo pronti a continuare a farlo, con particolare attenzione per le fasce più deboli. Abbiamo chiesto alla Commissione europea di studiare soluzioni di medio periodo, ad esempio sul tema dello stoccaggio, per limitare le fluttuazioni di prezzo e i rischi per imprese e cittadini”
L’ennesimo rialzo dei prezzi del gas ha una ragione climatica: come spiega un report della Reuters,
l'Europa nord-occidentale è stata colpita da ripetute ondate anomale di freddo. Di conseguenza, il volume di gas in stoccaggio nei 27 paesi dell'Unione europea e in Gran Bretagna è sceso dell'equivalente di 58 terawattora (TWh) rispetto all'inizio di ottobre, uno dei più grandi prelievi dell'ultimo decennio. Il problema è che le scorte di gas erano già ai minimi lo scorso inverno, con volumi al livello più basso dal 2013, secondo Gas Infrastructure Europe. E la situazione delle scorte non è migliorata nei mesi successivi
Naturalmente quando sul mercato manca il gas gli occhi guardano a Est, verso la Russia, principale fornitore di metano dell’Europa. La società statale Gazprom nega però di aver ridotto le sue forniture all’Europa, sostenendo che la sua quota di mercato non è diminuita. E accusa invece l’Europa di aver liberalizzato il mercato del gas liquefatto (Gnl) favorendo così il suo spostamento verso l’Asia. Secondo Sergey Komlev, vicedirettore del dipartimento analisi e prezzi del mercato del gas di Gazprom Export, "la situazione del mercato alla fine del 2020 e nel 2021 è stata associata all'emergere di una grave carenza di Gnl”. Questo “ha dato impulso al gioco globale di aumentare i prezzi del Gnl in modo flessibile e incontrollato". Gli esperti del settore ritengono che la crisi del mercato si attenuerà quando entrerà in servizio il nuovo gasdotto. North Stream 2, la cui autorizzazione è bloccata in Germania da questioni burocratiche.
Ma perché se il 40 per cento della produzione di energia elettrica in Italia proviene dalle fonti rinnovabili, il prezzo dell’elettricità all’ingrosso risente così tanto dalla quotazione del gas?
Il prezzo dell’elettricità all’ingrosso viene stabilito nelle contrattazioni dell’Ipex (Italian Power Exchange), la borsa elettrica, ed è strettamente collegato alla quotazione della fonte marginale più costosa in quel momento. In genere i clienti che acquistano l’elettricità, cioè le compagnie distributrici o i consumatori come acciaierie e cementifici, firmano contratti di fornitura direttamente con i produttori assicurandosi per una certa durata una certa quantità di energia con prezzi bloccati. Invece in borsa gli operatori e i trader comprano di solito quote aggiuntive di produzione per coprire picchi di domanda o per approfittare di quotazioni basse. In particolare, se il prezzo dell’elettricità è arrivato a toccare i 250 euro per megawattora, contro una media di 52 euro nel 2019, ciò è dovuto proprio al forte rincaro del gas: il gas è la fonte marginale che interviene per ultima e che impone il prezzo all’ingrosso.