Al fronte arrivano i nuovi carri russi T-14
Esordio in battaglia sul fronte sud della guerra per i nuovi carri armati di Mosca T-14 Armata, che avrebbero preso parte al bombardamento di Odessa del 19 luglio scorso. La notizia arriva direttamente dalla Difesa russa ed è stata diffusa ieri dall’agenzia Tass. Nella nota si legge che i membri del gruppo tattico del Sud hanno utilizzato attivamente il nuovo mezzo in combattimento, utilizzando parte del primo stock di trenta unità disponibili, per poi essere ritirati dalla linea di quel fronte perché destinate a operazioni differenti in altro luogo, in modo da poter compiere tutte le prove necessarie, ma senza dare informazioni ufficiali sul possibile utilizzo di Armata durante l'operazione militare speciale.
Il T-14 Armata è in realtà una piattaforma standardizzata pesante, ovviamente cingolata, utilizzata come base per lo sviluppo di carri armati ma anche di veicoli da combattimento di fanteria, lanciatori e veicoli corazzati da trasporto. Sviluppato dal produttore della difesa Uralvagonzavod, era stato presentato al pubblico per la prima volta alla parata del “Giorno della Vittoria”, sulla piazza Rossa, il 9 maggio 2015, per poi essere collaudato a partire dal 2019. Punto di forza della versione carro armato è la torretta disabitata, con l’equipaggio posizionato in una capsula protetta e isolata, da dove può condurre il mezzo e azionare gli armamenti, un sistema complesso realizzato per aumentare la sopravvivenza dell’equipaggio in combattimento.
Nel 2018 l’agenzia russa per l’esportazione delle armi Rosoboronexport aveva ipotizzato anche la costruzione di una versione destinata all'esportazione, fatto confermato durante il forum tecnico-militare internazionale Army 2022 lo scorso agosto, dopo che la variante expo era stata presentata ma come modello in scala ridotta alla fiera Idex di Abu Dhabi, nel febbraio 2021. Dal punto di vista dell’armamento il carro T-14 è dotato di un cannone ad anima liscia da 125mm tipo 2A83/82 con caricamento automatico, un caricatore da 32 colpi e altri 12 in una riserva secondaria. L’arma è in grado di sparare munizioni esplosive, perforanti, a carica cava; mentre la piattaforma accetta missili e altri tipi di munizioni, unitamente a una mitragliatrice da 12,7 mm che può essere sostituita con un cannoncino da 30mm. Le armi sono a controllo remoto automatizzato per ingaggiare automaticamente i bersagli, utile in particolare per il cannoncino da 30 mm contro aerei lenti ed elicotteri.
L'equipaggio è di tre persone, un pilota, il capocarro e l’addetto agli armamenti, che sono alloggiati nella parte anteriore e inferiore del mezzo, mentre quella posteriore racchiude il motore e i sistemi di attenuazione degli scarichi, utili per ridurre l’impronta termica e quindi la vulnerabilità ai missili con seeker infrarosso. Il propulsore è un motore diesel Chtz 12H360 da 1500hp che muove il carro di 48 tonnellate fino a 80-90kmh per 500km di autonomia. L’Armata dispone di corazzatura migliorata e anche di quella reattiva, ovvero basata sulla presenza di cariche esplosive controllate che servono per attenuare con una forza contraria eventuali esplosioni in prossimità come quelle dei missili anticarro. Completa la dotazione lo Afghanit, dotato di un radar a onde millimetriche per rilevare e intercettare munizioni anticarro in arrivo, e la mascheratura antiradar.
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