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Cartelli choc, slogan antisemiti e minacce contro la Segre e «gli agenti sionisti» al corteo Propal di Milano

Quanto successo ieri a Milano e Roma è qualcosa che non si può più accettare ed è ora di dire basta. Circa 300 manifestanti hanno sventolato le bandiere di Hezbollah e hanno osservato un minuto di silenzio in ricordo di Hassan Nasrallah, leader del "partito di Dio", ucciso durante un raid israeliano. Ma non solo: oltre ai consueti slogan antisemiti, sono apparsi cartelli con tanto di fotografie «degli agenti sionisti». Quello che si è visto alla Festa Nazionale della Riscossa Popolare, che si è tenuta sabato 28 settembre nel quartiere di Gratosoglio, a Milano, è qualcosa che supera ogni immaginazione. Oltre ai rappresentanti del “Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo” (Carc), sul palco è intervenuto anche Gabriele Rubini, ex chef televisivo meglio conosciuto come Chef Rubio. Non è certo la prima volta che Rubini partecipa a eventi organizzati dal Carc, ma ieri, dal palco di Gratosoglio, ha incitato all'azione violenta contro coloro che definisce «collaboratori sionisti», ovvero quelle figure politiche culturali, imprenditoriali e giornalistiche già oggetto delle liste di proscrizione pubblicate due volte dal “Nuovo Partito Comunista”: «Se qualcuno non dorme la notte e sa individuare muri dove abitano collaboratori sionisti, con 3,80 euro di spray può iniziare a scrivere», ha dichiarato Rubini, già oggetto di innumerevoli denunce penali e procedimenti giudiziari. A questo proposito, va ricordato come Rubini, durante un intervento lo scorso agosto al raduno dei Carc di Pontedera, abbia affermato: «I primi bersagli e responsabilità della resistenza continentale a sostegno del popolo palestinese devono essere i giornalisti. Devono vivere nella paura quotidiana, temendo per la loro vita e per la sicurezza dei loro figli. Se ci fosse un movimento unito globale, dovrebbe colpire prima di tutto i media». Quanto avvenuto ieri non è che l'ennesima dimostrazione di come l'estrema sinistra violenta ei movimenti pro-Hamas e pro-Hezbollah si siano uniti nell'ambito di un pericolosissimo progetto eversivo che fino a oggi non è stato pienamente compreso, dato che queste le manifestazioni vengono permesse e personaggi come Gabriele Rubini sono ancora a piede libero. Gabriele Rubini, in cerca di visibilità, aveva denunciato nel maggio scorso di essere stato aggredito da alcuni sconosciuti, sostenendo che a picchiarlo fosse stata «una squadraccia di ebrei sionisti». Tuttavia, anche in questa circostanza, le sue accuse si sono rivelate infondate, poiché non sono emerse prove a sostegno della sua tesi. Appare chiaro che l'aggressione deve essere attribuita a questioni di carattere privato che nulla hanno a che fare con la comunità ebraica o loro simpatizzanti.

Il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei), Noemi Di Segni, ha dichiarato: «Esprimiamo anzitutto vicinanza e solidarietà alle persone che, durante le manifestazioni Propal che si sono svolte a Milano, sono state prese di mira proprio per il loro impegno a tutela dei valori più fondanti della nostra Italia, ribadendo l'impegno a tutelare in ogni sede la sicurezza ea porre un freno a ogni abuso delle libertà. È preoccupante che nelle città più importanti d'Italia si possa liberamente inneggiare al terrore e ai massacri. Avvicinandoci al 7 ottobre, siamo chiamati a un bilancio, anche morale, di quanto avvenuto e ribadiamo il diritto di Israele a difendersi dopo mesi di attacchi subiti con un'azione che mira esclusivamente a estirpare il terrorismo, a beneficio dell'intera regione e della futura sicurezza delle nostre città e libertà degli stessi illusi e miopi manifestanti che abbiamo visto ancora oggi. L'Italia seriamente di trovarsi al proprio interno rischia di un raggruppamento ideologico che mina la democrazia, elemento questo da non sottovalutare»

Anche l'On. Sara Kelany, responsabile del Dipartimento immigrazione di Fratelli d'Italia, ha espresso il suo sdegno: «Durante la manifestazione Propal, Milano si è consumato un carosello di odio e violenza nel quale sono stati messi nel mirino quelli che loro lanciato “agenti sionisti da colpire”. Le bandiere rosse e la falce e il martello hanno sventolato accanto alle bandiere palestinesi e a cartelli con i volti di coloro che hanno l'unica colpa di essere amici di Israele. Da mesi ormai denunciamo che le associazioni Propal spacciano per antisionismo posizioni antisemite, e oggi ne abbiamo piena conferma. Questa deriva, che si sposa con le liste di proscrizione antisemita lanciate dal nuovo partito comunista, è grave, pericolosa e da arginare senza tentennamenti da parte di tutta la politica. Esprimo profonda e sincera solidarietà a Liliana Segre e a tutti coloro che sono stati esposti alla pubblica gogna».

Amarezza esprime Davide Romano, direttore del Museo della Brigata ebraica: «Siamo stufi di questa ennesima manifestazione di odio con annesse minacce personali perfino alla senatrice Liliana Segre. Mi domando come sia possibile che questo governo intervenga su tutto (dai rave party a chi manifesta in maniera non violenta nelle carceri), ma lasci liberi questi manifestanti di attaccare chi ha già pagato un prezzo incalcolabile nella propria vita ad Auschwitz. Questa gente è così spietata (alcuni di loro anche pregiudicati) da sostenere esplicitamente una organizzazione terroristica e mafiosa come Hezbollah, dedita, secondo la DIA, anche al narcotraffico e al riciclaggio. Sarebbe ora di fermare queste continue minacce in stile mafioso rivolte da diversi manifestanti Propal a cittadini italiani che non la pensano come loro».

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