Moda
September 27 2022
Una passione di famiglia, un dialogo tra generazioni. Da sempre Casadei è orgoglio italiano, femminilità che diventa attitudine. Il racconto di una donna che torna bambina, schiudendo emozionata una scatola di scarpe e si trasforma in una persona sempre nuova nell’indossarle.
Un’impresa evoluta in scommessa di vita per Cesare Casadei, figlio del fondatore Quinto, che nel 1958 ha creato l’azienda ormai celebre nel mondo. Cesare ha ideato il tacco «Blade», che quest’anno compie 10 anni. Al suo fianco oggi c’è la figlia Arianna Casadei, direttore comunicazione e direttore generale del Gruppo. Con la nuova collezione primavera-estate 2023, che sarà presentata alla prossima fashion week milanese, Casadei si proietta nel futuro.
La collezione inaugura «Elodie», un tacco che ricorda la celebre sedia del designer danese Verner Panton. Tra queste creazioni, il sandalo «Sue» cita la donna invisibile dei Fantastici 4, con una tomaia in vinile che regala un aspetto fantascientifico alla calzatura. E la creatività più audace esplode nelle linee spaziali della zeppa «Nina», con laccatura in vernice e inserimenti in vinile. Il futurismo rimane un marchio di fabbrica Casadei anche per le diverse altezze del sottile tacco «Scarlet», in un viaggio nel tempo dagli anni Novanta ai Cinquanta. Un family business radicale e indipendente, custode della più innovativa ingegneria calzaturiera.
«Sono cresciuto nell’azienda di famiglia. Ricordo ancora le porte comunicanti tra fabbrica e casa» racconta Cesare Casadei. «Iniziare questo mestiere è stato una sfida. Provai a sperimentare e creai la mia prima calzatura, uno stivale arlecchino che vendette tantissimo. Riprovai con uno scarponcino basso con frange, che vendette zero. Ho capito in poco tempo la complessità di questo straordinario lavoro. Tutto ruota intorno ad artigianalità, alta ingegneria calzaturiera e infinita capacità d’intuizione».
Visionario, inventivo, Cesare Casadei continua a produrre nuove idee facendo leva su una creazione ormai punto di forza. «Il tacco “Blade” è il mio marchio di fabbrica. Mio padre diceva “se qualcuno non ha mai realizzato prima un tacco del genere è perché non si può fare”. Sentivo, invece, che quello sarebbe stato perfetto, perché avrebbe reso la scarpa Casadei riconoscibile con un’occhiata. Dal disegno alla concretizzazione del progetto sono passati 7-8 mesi. Il tacco era sottilissimo con un minuscolo spazio per l’inchiodatura e avrebbe dovuto reggere il peso di una persona in movimento. Ne ho rotti tantissimi, tutti mi dicevano di mollare. Ma ho guardato avanti senza pregiudizi o preconcetti».
Da allora questo tacco non solo ha preso vita, ma è diventato simbolo della scarpa più sexy in circolazione. Una calzatura che è un emblema, un sogno. Ma chi riesce a camminarci sopra? Quinto Casadei diceva «una scarpa bella, ma non comoda, non è una scarpa».
Sfatiamo un mito. «Il “Blade”, per chi è abituato ai tacchi, si può calzare con disinvoltura» precisa Casadei. «Mio padre ha sempre avuto un occhio speciale per la portabilità e aveva ragione. Mi diceva “facciamo un lavoro a servizio delle donne, non è pura estetica”. Così ho cominciato a far testare prototipi a mia moglie, mia figlia, al mio team al femminile e mi appuntavo le loro osservazioni per migliorare anche la calzata».
Il tacco «Blade» è la concretizzazione di una vittoria. «Quest’anno, per celebrarlo, abbiamo creato una capsule fotografata dall’obiettivo illustre di Ellen von Unwerth. Simbolo di quella collezione uno stivale in vinile invisibile, trasparente, stile “see through”». L’immaginazione genera innovazione e il Blade 10th anniversary traghetta Casadei nel web. Come fosse un sequel, continua il parallelismo con quel blockbuster Blade Runner da cui l’iconico tacco prende il nome, portando alla nascita di Project Nayom1. Si tratta di un progetto collaborativo a 360° tra Casadei e Another1, diretto per quanto riguarda la creatività dallo shoe designer Ricardo Cook, e con la collaborazione dall’artista digitale Alessandra Vuillermin (in arte, @Hardmetacore). Si aggiungono i lavori e l’expertise dei metafashion hub Customix e Design Accelerator, con le loro competenze digitali d’avanguardia.
«L’obiettivo è creare un unicum per innovare lo spirito di Casadei» dice Arianna Casadei. «L’azienda seguirà ogni strada verso l’innovazione. Il nuovo linguaggio mescola digitale e reale, crea una sinergia di comunicazione e di mercato senza precedenti. Abbiamo cercato partner in grado di tradurre virtualmente il nostro codice estetico, valoriale, i simboli, le icone».
Tutto questo per perpetuare uno stile unico. Cesare Casadei descrive la sua «donna liberata» da rigidi dettami estetici. «Non esistono più canoni definiti, né regole fisse. Potare il Blade è come mettersi il rossetto rosso. Quando lo si indossa si assume una postura diversa, un modo di camminare differente. Ed è un’espressione di libertà». Una libertà italiana. «Il made in Italy corrisponde al nostro know how» specifica Arianna. «È il nostro sapere trasmesso di generazione in generazione, come ha fatto mio nonno con mio padre e lui con me. La nostra scarpa è il risultato delle varie mani che vi contribuiscono, tante piccole aziende che collaborano con noi. Quella speciale espressione di famiglia va preservata, alimentata, tramandata».