Economia
May 20 2015
Partito in sordina, il regime della cedolare secca sugli affitti sembra conquistare sempre più convinti sostenitori. Nel 2014 sono stati infatti circa un milione i proprietari di immobili che hanno optato per questo regime di tassazione alternativo risparmiando un bel po’ sulle tasse. Sembra crescere dunque sempre più la fiducia dei locatari verso questa forma di agevolazione fiscale.
Più affitti, meno acquisti
Un fenomeno che tra l’altro va di pari passo con quello dell’aumento delle richieste di affitto. Basti pensare che dal 2008 a fine 2014 i contratti di locazione ad uso abitativo sono aumentati del 36% superando il milione e mezzo, quasi quattro volte in più il numero delle compravendite che si sono dimezzate (-51%) nello stesso periodo scendendo ormai sotto quota quattrocento mila unità. Un fenomeno dunque quasi epocale e che diventa sempre più strutturale.
Affitto, addio ai contanti: ecco come si può pagare
Non sorprende allora che la tassazione fissa al 21% della cedolare secca si sia avviato su un percorso virtuoso. Senza considerare l'ulteriore riduzione dal 21 al 10% dell’imposizione quando si applica il canone concordato, una circostanza questa che ha dato senza dubbio un’ulteriore accelerazione alla diffusione di questo regime agevolato. È il caso quindi di vedere più nel dettaglio come funziona la cedolare secca e chi ha diritto a poterne usufruire.
Aspetti fiscali
Innanzitutto stiamo parlando di un regime facoltativo che sostituisce il versamento dell’Irpef e di tutte le altre addizionali comunali che gravano sui redditi derivanti dalle locazioni. Tra l’altro non sono dovute neanche le imposte di bollo. A fronte di questa agevolazione il locatore rinuncia alla possibilità, per tutta la durata del contratto, che solitamente è fissato in cinque anni, di aggiornare il canone di locazione. Un elemento questo che risulta tutto sommato un bel vantaggio per l’affittuario. La scelta della cedolare secca si può effettuare sia al momento della stipula del contratto di affitto che al momento del rinnovo.
Condizioni
Ovviamente possono optare per la cedolare secca tutte le persone fisiche titolari di proprietà (o con diritto reale di godimento) di un immobile a patto che la locazione non sia diretta all’esercizio di attività di impresa o di arti e professioni. Quindi l’abitazione potrà essere sfruttata solo per uso domestico e dovrà essere iscritta nei registri catastali nelle categorie che vanno da A1 ad A11.
Aliquote
Come già accennato l’imposta dovuta per la cedolare secca è pari ad una aliquota del 21% sull’importo annuo del canone di locazione. In alcuni Comuni con carenze abitative è prevista però, come già ricordato, un’aliquota ridotta per i contratti di affitto a canone concordato, pari al 15% nel 2013 e abbassata ulteriormente al 10% per il quadriennio 2014/2017.