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March 14 2018
Martedì 13 marzo l'incontro dei leader della coalizione di centrodestra - uscita primo schieramento dalle elezioni del 4 marzo - ha indicato che i tre partiti, Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia, sono concordi nell'indicazione da dare al presidente della Repubblica Mattarella al momento di incominciare le consultazioni per la formazione del nuovo governo.
L'indicazione è la seguente: il leader della coalizione, Matteo Salvini, deve essere il primo candidato premier da prendere in considerazione.
D'altra parte, la mattina Matteo Salvini a Bruxelles aveva parlato con argomenti e toni che mostrano una Lega pronta a muoversi con una certa spregiudicatezza.
Salvini ha detto che il vincolo del 3% si può superare, si è fatto un selfie con Nigel Farage, campione dell'antieuropeismo britannico, e ha aggiunto che nel 2019, con le elezioni europee finirà anche l'inciucio fra il Ppe e i socialisti nel Parlamento di Strasburgo. Insomma, messaggi non proprio in linea con quanto Silvio Berlusconi ha detto in campagna elettorale a Merkel e agli altri esponenti della Ue e dei popolari europei.
Soprattutto, Salvini la mattina ha detto che mai farebbe un governo con il Pd, implicando invece che uno con il M5S non è proprio del tutto escluso.
Del resto ai partner di coalizione di Salvini non è sfuggito che quest'ultimo stia trattando con Di Maio e i suoi per la presidenza delle Camere. Elezione che rappresenta un passaggio molto importante e che può avere un effetto rilevante anche sulle trattative successive per provare a formare un governo. Fosse anche che un probabile primo mandato esplorativo il Presidente della Repubblica potrebbe proprio affidarlo a uno dei due speaker del Parlamento.
Per Berlusconi e Meloni il ragionamento presentato a Salvini dice: certamente la Lega è il primo partito di coalizione, ma, senza i partner di coalizione è solo il terzo partito come voti, quindi non è il caso di esagerare.
Quindi, Berlusconi e Meloni sono comunque molto attenti alle mosse autonome di Salvini.
L'idea di un accordo globale della Lega con il Movimento 5 Stelle all'insegna del "sovranismo", con obiettivi limitati (legge elettorale maggioritaria) per andare presto al voto "resa dei conti" non sembra proprio la più gradita.