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September 26 2017
Ormai viene definita come la donna che incarna le contraddizioni della Germania. Sì perché Alice Weidel, 38 anni, alta, bionda, magra, grandi occhi dietro un grande paio di occhiali, è lesbica, risiede in Svizzera dove vive con la sua compagna svizzera di origini nigeriane e i loro due figli maschi (adottati) eppure (nonostante tutto ciò) è uno dei due leader di Afd, il partito di estrema destra conservatore e neonazista che ha conquistato per la prima volta i seggi nel Bundestag tedesco raccogliendo il 12,5% dei consensi alle recenti elezioni tedesche.
Weidel infatti divide con Alexander Gauland la leadeship di Alternative für Deutschland, partito neonazista che ha sempre predicato la famiglia uomo-donna-figli, come l'unico modello accettabile nella società e che ha sempre visto nei gay un "nemico". Una società in cui il primato tedesco deve sempre essere messo al primo posto, e in cui i migranti non sono assolutamente ben accetti.
Eppure Weidel, gay anti-gay, è il volto oggi del ritorno dei neonazisti sugli scranni del Parlamento tedesco. Un'ottima posizione prima in Allianz poi in Goldman Sachs, sei anni di lavoro in Cina, consulente per neo start-up, la giovane esponente dell'estrema destra tedesca ha sposato in pieno i valori di Afd, un partito antieuropeista, antimmigrati e xenfobo dove trovano accoglienza anche nostalgici del Terzo Reich e negazionisti dell'olocausto. Il suo collega e co-leader di partito Alexander Gauland, si è trovato al centro delle polemiche solo a pochi giorni dal voto, per aver dichiarato di "essere fiero" dell'operato della Wehrmacht nella seconda guerra mondiale.