Executive producer John Lasseter attends the Disney Premiere of Zootopia in Hollywood, California, on February 17, 2016. / AFP / VALERIE MACON (Photo credit should read VALERIE MACON/AFP/Getty Images)
Lifestyle
November 22 2017
Quando a inizio degli anni '80 John Lasseter, 60 anni, propose ai vertici dell'animazione Disney l'ipotesi di animare col computer i fondali dei cartoni animati venne licenziato e accusato di voler snaturare l'anima stessa dei cartoon.
Quasi 20 anni dopo, nel 1996, lo stesso Lasseter, dopo aver co-fondato la casa di produzione Pixar, sarebbe stato il padre creativo e regista di quel rivoluzionario capolavoro d'animazione che è Toy-Story il primo film animato interamente col computer.
Oggi Lasseter viene considerata una delle menti creative più illuminate al mondo, discepolo putativo di Walt Disney, artista del cinema per bambini capace di concepire capolavori come Big Hero, In & Out, ma anche la saga di Cars, Monster & Co. e, ovviamente, gli episodi successivi al primo Toy Story.
Per questo la notizia del suo coinvolgimento nello scandalo molestie sessuali - che dal caso Weinstein in poi sta travolgendo l'intero star system holywoodiano e non solo - è prima di tutto triste.
E' triste pensare a questo uomo che indossa sempre camicie colorate coordinate ai personaggi dei suoi stessi filmper bambini toccare sotto le gonne le ragazzine, abbracciare le giovani assistenti e spingersi un po' troppo in là con complimenti e avance.
Non si sa ancora quanto "in là" il regista, sceneggiatore e produttore si sia spinto. E' l'Hollywood reporter a lanciare l'ennesima bomba sugli studios. Il magazine sostiene cheRashida Jones sceneggiatrice in Toy Story 4, nonché attrice, e il suo socio di scrittura Will McCormack avevano lasciato il progetto appena all'inizio a causa delle avance indesiderate di Lasseter.
I due, interpellati, non hanno voluto commentare né smentire la notizia che ha costretto Lasseter ad auto sospendersi dal suo ruolo di direttore creativo della Pixar.
Nel comunicato diffuso ieri Lasseter diceva che dopo "Una serie di difficili conversazioni ho chiesto scusa per gli abbracci indesiderati o altri gesti che possano essere stati fastidiosi".
Disney ha reso noto di "Aver apprezzato il suo gesto" mentre in Pixar pare che diversi dipendenti abbiano fatto spallucce dicendo che tutti sapevano che Lasseter non si conteneva e che, specie alle premier dei film, era solito bere parecchio ed essere eccessivamente "espansivo".
Nel mea culpa del produttore si legge: "Ho sempre desiderato che i nostri studi di animazione fossero luoghi in cui i creatori potessero esprimere la loro visione con il supporto e la collaborazione di altri animatori e narratori di talento. Questo tipo di cultura creativa richiede una costante vigilanza da mantenere, basata sulla fiducia e sul rispetto, e diventa fragile se i membri del team non si sentono valorizzati. In qualità di leader, è mia responsabilità garantire che ciò non accada; e ora credo di non essere stato all'altezza di questo compito, e so di aver mancato su questo punto".
Per Lasseter, Caronte del passaggio dei cartoni animati all'era digitale, l'elemento umano è sempre stato prioritario tanto che una delle sue frasi più celebri recita: "La tecnologia non crea i film. Le persone lo fanno. Non sei un animatore solo perché sai muovere un oggetto dal punto A al punto B. Sei qualcuno che dà vita ad un personaggio: un qualcosa che i software e la tecnologia non possono fare".
Cosa succederà tra sei mesi quando l'auto sospensione finirà? L'opinione pubblica mondiale pare essere diventata particolarmente intransigente quando l'abuso di potere sfiora la sfera privata trasformandosi in molestia. Lasseter verrà perdonato in nome del suo talento o la Pixar perderà un tassello chiave della sua macchina perfetta per creare sogni?