Economia
July 18 2017
Resta allarmante in Italia il fenomeno dei cosiddetti Neet, ossia "Not (engaged) in education, employment or training", categoria sociale che definisce quei tanti, troppi ragazzi, che ormai non lavorano, e contemporaneamente purtroppo non studiano e non fanno nulla per aumentare la propria formazione. Secondo l'indagine 2017 sull'occupazione e sugli sviluppi sociali in Europa (Esde) pubblicata oggi dalla Commissione, il nostro Paese deterrebbe il triste record di giovani letterlamente a spasso, con una percentaule del 19,9% contro una media continentale dell'11,5%. Un dato che conferma quanto emerso qualche tempo fa da uno studio dell’Anpal (Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro) condotto su 319mila ragazzi under 30 interessati dal progetto “Garanzia Giovani”, secondo il quale nel nostro Paese sarebbero circa 2,2 milioni i giovani che appunto non solo non hanno un’occupazione, ma rinunciano anche a qualsiasi forma di studio che possa renderli più idonei a cercare un lavoro.
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Numeri preoccupanti
Secondo i dati raccolti dall’Anpal ci sarebbe stato in effetti un calo dei Neet rispetto al 2013, con un -7,9% che significa circa 400mila giovani fuori da questo limbo che non prevede nessuna forma di occupazione e di speranza futura di averne. Nonostante questo però i numeri restanommolto preoccupanti visto che in questa triste classifica l’Italia resta, come accennato, fanalino di coda in Europa, rispetto ad esempio alla Germania che su questo fronte rappresenta invece il punto di riferimento positivo. Tra l’altro c’è da evidenziare che lo scarto positivo che si registra dal 2013 a oggi, è da imputare non tanto al fatto che più giovani abbiano trovato un lavoro, ma che ben 315mila di loro, ossia la stragrande maggioranza, abbia deciso quantomeno di rimettersi a studiare.
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Chi sono i Neet italiani
Se si vanno ad analizzare in maniera più specifica i dati italiani sui Neet, si scopre innanzitutto che al Nord i ragazzi che non lavorano né studiano sono il 16,9%, mentre al Sud la percentuale raddoppia al 34,2%. Si ripresenta dunque in tutta la sua evidenza la storica spaccatura sociale ed economica tra il Settentrione e il Meridione del nostro Paese. Passando poi ad altri elementi identificativi dei Neet italiani, i dati dell’Anpal rivelano che nel 55% dei casi essi hanno un’età compresa nella fascia 19-24 anni, il 10% invece è rappresentato da giovani fino a 18 anni e il restante 35% da over 25. La maggioranza dei giovani, ovvero il 58% poi ha un diploma superiore, mentre il 23% solo la licenza media e il 19% la laurea.