Musica
June 15 2017
Capelli biondi, frangia voluminosa, occhi felini, corpo flessuoso. Anita Pallenberg è stata la bellissima diva conosciuta come il "sesto Rolling Stones". È stata la donna che ha influenzato i testi della band britannica, simbolo di edonismo e ribellione, ispiratrice di nuove generazioni di ragazze di grido come Kate Moss.
Attrice, modella e stilista, Anita Pallenberg è morta il 13 giugno in Inghilterra a Chichester, all'età di 73 anni. Insieme a Marianne Faithfull, della quale era amica, ha vissuto nel profondo l'universo diabolico e viscerale degli Stones. È stata icona di un'epoca di creatività esplosiva e trasgressioni al di fuori di ogni fantasia.
Ripercorriamo i suoi anni da musa e protagonista della gioventù dorata e della rivoluzione culturale della Londra anni '60-'70.
Nata a Roma nel 1944, padre italiano agente di viaggio, madre tedesca segretaria, Anita Pallenbergha iniziato prestissimo come modella, a New York. Inevitabile l'ingresso nella Factory di Andy Warhol.
Da Warhol a Federico Fellini, Anita Pallenberg è stata amica di tutti i personaggi più stimolanti della cultura degli anni '60, ancor prima di incontrare gli Stones.
Tra le sue fiamme anche l'artista italiano Mario Schifano.
Anita Pallenberg è entrata nell'orbita Stones nel 1965, nel backstage di un concerto a Monaco. Fu la fidanzata del polistrumentista Brian Jones prima, quindi del chitarristaKeith Richards, con cui ha avuto tre figli. Ebbe anche un breve flirt con il cantante Mick Jagger.
La relazione con Jones piombò in una deriva violenta. Durante un viaggio in Marocco il musicista la picchiò per l'ennesima volta e Keith Richards la portò letteralmente via. Questo incrinò fortemente il rapporto tra i due Stones.
Tra Richards e Pallenberg iniziò una love story bruciante durata 12 anni. I due hanno condiviso la dipendenza dall'eroina, arresti, rehab, compresa la terribile esperienza di vedere morire a pochi mesi di vita il figlioletto Tara (nome ispirato dall'aristocratico inglese Tara Browne, amico degli Stones e dei Beatles), per problemi respiratori.
Nella sua autobiografia del 1994, Marianne Faithfull ha sottolineato come Anita abbia contribuito a creare il mito dei Rolling Stones. Jo Bergman, assistente personale degli Stones, ha detto di lei: "Anita è un Rolling Stones. Lei, Mick, Keith e Brian erano i Rolling Stones. La sua influenza è stata profonda".
"Ho cominciato a diventare un'icona di moda per indossare i vestiti della mia vecchia signora".
Jagger ha rimixato i brani dell'album Beggars Banquet del 1968 su suo imput. Le canzoni Angie e You Got the Silver sono state scritte su di lei. In Simpathy for the Devil Anita ha fatto la backing vocalist.
Come scrive il Guardian, basta confrontare le foto delle copertine di due album, prima e dopo Anita, per sentir vibrare ovunque il suo forte ascendente sul gruppo. Nella cover di Out of Our Heads del 1965 gli Stones sono vestiti con una classica "uniforme" da band, jeans e giacche di camoscio, mentre nalla cover diBetween the Button del 1967 i Rolling Stone sembrano vestirsi come la Pallenberg: cappelli spettinati e vaporosi, cappotti di pelliccia, gioielli. Richards ha detto: "Ho cominciato a diventare un'icona di moda per indossare i vestiti della mia vecchia signora".
Risale al 1967, poco dopo l'incontro con gli Stones, gli esordi di Anita Pallenberg da attrice.
Nel 1968 è stata la Black Queen di Barbarella di Roger Vadim, nel 1969 in Dillinger è morto di Marco Ferreri è la moglie di Michele Piccoli.
Nel 1970 la sua performance più chiacchierata, al fianco di Mick Jagger: recita in Sadismo (1970) di Donald Cammell e Nicolas Roeg, film controverso che ricostruisce un'atmosfera malata di droghe, tormento, promiscuità sessuale.
Nel 2007 era tornata sui set per Mister Lonely di Harmoni Korine e Go Go Tales di Abel Ferrara. Accanto a Michelle Pfeiffer, eccola in Chéri (2009) di Stephen Frears.
Su Twitter il suo vecchio grande amore Keith Richards la saluta definendola una "donna eccezionale", "sempre nel mio cuore":
A most remarkable woman. Always in my heart.
Keith Richards (@officialKeef) 14 giugno 2017
(Photo: Michael Cooper) pic.twitter.com/ubZtRYW1Am