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Chi era Nimr al-Nimr, il religioso sciita giustiziato in Arabia Saudita

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Un poliziotto iracheno a un checkpoint vicino al poster del religioso sciita Nimr al-Nimr, ucciso a morte dal governo arabo - 3 gennaio 2016
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Proteste per la sentenza di morte contro Nimr al-Nimr in Yemen
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Una gruppo di uomini nel Bahrain protestano nel villaggio di Jidhafs, a ovest di Manama, per l'uccisione del religioso sciita Nimr al-Nimr ucciso dalla giustizia saudita - 3 gennaio 2016
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Sciiti del Kashmir protesta contro le esecuzioni di terroristi in Arabia Saudita tra cui il religioso sciita Nimr al-Nimr - Srinagar, 3 gennaio 2016
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Una donna nel Bahrain con il ritratto del religioso sciita Nimr al-Nimr ucciso dalla giustizia saudita, protesta nel villaggio di Jidhafs, a ovest di Manama - 3 gennaio 2016
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Sciiti del Kashmir protesta contro le esecuzioni di terroristi in Arabia Saudita tra cui il religioso sciita Nimr al-Nimr - Srinagar, 3 gennaio 2016
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Sciiti del Kashmir protestano per le esecuzioni di sciiti in Arabia saudita - 3 gennaio 2016
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La protesta e l'assalto degli iraniani sciiti all'ambasciata araba a Teheran contro l'uccisione in Arabia Saudita del religioso sciita Nimr al-Nimr - 3 gennaio 2016
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La protesta e l'assalto degli iraniani sciiti all'ambasciata araba a Teheran contro l'uccisione in Arabia Saudita del religioso sciita Nimr al-Nimr - 3 gennaio 2016
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La protesta e l'assalto degli iraniani sciiti all'ambasciata araba a Teheran contro l'uccisione in Arabia Saudita del religioso sciita Nimr al-Nimr - 3 gennaio 2016
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La protesta e l'assalto degli iraniani sciiti all'ambasciata araba a Teheran contro l'uccisione in Arabia Saudita del religioso sciita Nimr al-Nimr - 3 gennaio 2016

Lo sheikh Nimr al-Nimr, la cui esecuzione in Arabia saudita ha scatenato la protesta degli sciiti di tutto il mondo e dell'Iran, era stato la voce, incendiaria ma non violenta, della folta comunità sciita dell'Arabia saudita, era stato l'anima e l'animatore delle grandi proteste contro l'intransigenza sunnita del Regno, per il quale era diventato una bestia nera. Tanto da far decidere alla monarchia di creare un martire.

- LEGGI ANCHE: I fatti e le proteste nel mondo Arabo

Le Primavere Arabe
In carcere da tre anni e mezzo, il ruolo di grande leader politico dei circa due milioni di sciiti Nimr se lo era conquistato nelle grandi proteste di piazza del 2011. Dell'allora onda montante delle Primavere Arabe colse la spinta per rivendicare la parità fra sciiti e sunniti e la fine delle discriminazioni e delle violenze.

Resistenza passiva e protesta pacifica
I suoi collaboratori lo descrivono come sempre attento a misurare le parole, a 'contenere' il potenziale galvanizzante dei suoi pubblici discorsi, a evitare qualunque incitamento alla violenza e a preferire la resistenza passiva e la protesta pacifica.

In un comizio, poi represso dalla polizia, incitò i suoi sostenitori ad affrontare i proiettili con il "ruggito delle sole parole" e più di una volta ha ammonito la monarchia sunnita del pericolo di venire travolta dal "risveglio" sciita se non avesse fermato lo "spargimento di sangue" della repressione.

L'arresto nel 2012
Fu arrestato nel luglio del 2012 con l'accusa di "sedizione" e di aver istigato il disordine per aver "incoraggiato, guidato e preso parte a manifestazioni" e per aver "disobbedito ai regnanti". Nell'occasione il religioso fu ferito dalla polizia. La moglie, Muna Jabir al-Shariyavi, morì a New York mentre lui era in carcere.

E Nimr, per protesta, appoggiato da un'ondata di solidarietà riscossa oltre che degli sciiti, anche organizzazioni per i diritti umani di tutto il mondo, che hanno visto nel suo arresto un clamoroso giro di vite della monarchia saudita su ogni forma di dissenso, ha iniziato uno sciopero della fame.

La condanna nel 2014
Nell'ottobre del 2014 è arrivata la sentenza di morte, pronunciata da un tribunale speciale. Nimr era nato nel 1960 nella regione orientale saudita di Qatif, dove vive il grosso della comunità sciita. Studiò teologia in Iran fra il 1979 e poi si spostò in Siria, per tornare in Arabia saudita solo nel 1994.

Divenuto nel frattempo imam, da allora iniziarono i suoi problemi con le autorità del suo Paese per le sue rivendicazioni di parità religiosa fra le due grandi comunità dell'Islam. Fu arrestato una prima volta nel 2003 per una preghiera sciita in pubblico e di nuovo nel 2009 in seguito a tafferugli fra pellegrini sciiti e forze dell'ordine. Ogni volta cresceva la sua fama e il suo ascendente sulla sua comunità. (ANSA)

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