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June 08 2017
Il nuovo capo del Fbi si chiama Christopher Wray, ha 50 anni, è nato a New York e, come ha detto di lui Trump, è un "uomo con credenziali impeccabili". Oltre che un repubblicano convinto.
Nell'attesa che il Senato ratifichi anche questa nomina, scopriamo chi è il neo direttore del Federal bureau of Investigation.
Laureato in legge a Yale, Connecticut, sposato con due figli, Wray diventa assistente del Procuratore generale della Georgia. Nel 2001 lavora al ministero federale a Washington partecipando alle indagini sull’11 settembre con non poche polemiche sul suo operato e sui metodi di detenzione e di controllo adottati in quegli anni. Nel 2003 il presidente George W.Bush lo promuove al ruolo di assistente generale del ministro della Giustizia.
Tra corsi e ricorsi storici, nel suo curriculum saltano all'occhio l'indagine sul caso della finanziaria Enron eseguita proprio sotto Comey e un passato da assistente del governatore del New Jersey, Chris Christie nel caso del Bridgewater.
Da giugno 2017 Wray ricopre una delle posizioni chiave del Paese. Ovvero, sostituisce nell'incarico il precedente direttore, James Comey, colui che ha testimoniato al Senato per la prima volta da quando ha lasciato l’Fbi (lo scorso 10 maggio) a causa dell’inchiesta sui presunti rapporti di The Donald con il governo russo.
La scelta di Trump caduta su Wray è una sorte di paracadite per il presidente. Come è stata definita dal New York Times, è "sicura e tradizionale, da parte di un presidente che in alcuni momenti ha pensato di nominare un politico a direttore dell’Fbi, un incarico che storicamente viene riservato a persone che con la politica non hanno a che fare". La speranza riposta sul nuovo direttore del Federal bureau of Investigation è quella di una figura che tranquillizzi gli animi di chi opera all'interno dell'agenzia e teme un indebilimento (oltre che un bavaglio) della stessa da parte di Trump.
E l'incarico di Wray, quindi, riguarda marginalmente l’inchiesta sui rapporti tra Trump e la Russia.
Dopo le polemiche seguite al licenziamento di Comey, la delicata indagine che ha messo in serio imbarazzo (oltre che a rischio impeachment) l'amministrazione Trump era stata affidata infatti al procuratore speciale, Robert Mueller, colui che, come ha scritto Politico, "eredita un lungo elenco di indagini federali che riguardano persone come il genero del presidente, il consigliere della Casa Bianca Jared Kushner, e gli ex dirigenti del comitato elettorale di Trump Paul Manafort, Michael Flynn e Carter Page".