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April 12 2013
Dall'11 aprile è nelle sale la commedia Ci vediamo domani, opera prima di Andrea Zaccariello, con protagonista Enrico Brignano.
Gli fanno da spalla, con un minutaggio di gran lunga inferiore al suo, Francesca Inaudi e Ricky Tognazzi.
Il comico romano è Marcello Santilli, un quarantenne in continua ricerca di una svolta lavorativa, separato dalla moglie (Inaudi), padre poco presente. Amante della cucina, vorrebbe aprire un ristorante, ma una mossa sbagliata lo porta invece a indebitarsi e a essere pressato da un ambiguo direttore di banca (Tognazzi). Una frase ascoltata un giorno in un bar gli dà però l'illuminazione: "In tempo di crisi la gente fa solo due cose: mangia e muore". Se non può aprire il ristorante, allora la strada giusta è aprire un'agenzia di pompe funebre (pensa). E quale migliore luogo per tale attività se non il fantomatico paese di Pietrafrisca, il centro abitato con la popolazione più anziana d'Italia?
Santilli (anche chiamato Santillo) si trasferisce in questo angolo di Puglia, dove il tempo sembra fermarsi... nel vero senso della parola. La morte, lì, sembra proprio disinteressarsi agli arzilli vecchietti locali. Lì, non si muore.
Ecco 5 cose da sapere (più una) sul film.
1) Niente a che vedere con Faccio un salto all'Avana. Chi ha avuto la malsana idea, come me, di vedere Faccio un salto all'Avana, il precedente film con protagonista Brignano, faccia pure un sospiro di sollievo. Ci vediamo domani è tutt'altra cosa, non suscita la voglia irrefrenabile di alzarsi dalla poltroncina e trascorrere il tempo in modo migliore. Il film di Zaccariello, pur lontano dagli esempi migliori di commedia all'italiana, riesce a essere abbastanza godibile e concede risate, frequenti scene curiose e non scontate, e anche qualche momento di riflessione. Spassose sono le sequenze in cui Santilli/Brignano, a Pietrafrisca, per trovare il segnale per telefonare al cellulare, si reca in un posto sperduto frequentato da una sorridente prostituta.
2) Sceneggiatura di Zaccariello & Rossi. Il regista è anche autore della sceneggiatura, scritta insieme a Paolo Rossi. Fresca e garbata, ha stille brillanti, anche se la prima risata vera avviene dopo una ventina di minuti. Parla di vita e parla di morte, regalando spunti pregevoli e originali, ma zoppicando sulle sfumature più profonde. Il ritmo inizialmente fatica a salire, ma poi si mantiene costantemente interessante, per cadere di nuovo sul finale, che soffre di un'eccessiva lunghezza e di un lieto fine troppo lieto. Ma Zaccariello è alla prima regia di lungometraggio dopo aver diretto spot e corti: promette bene.
3) Ciak in una masseria. Buona parte del film è stato girato in Puglia nell'antica Masseria Lupoli, di proprietà della famiglia Perrone, ubicata nel versante orientale dell'agro di Crispiano, a 234 metri sul livello del mare. A nord dei fabbricati c'è la collina delle Murge, con la sua caratteristica macchia mediterranea e con il paesaggio tipico dell'antica "Selva Tarantina".
La Masseria Lupoli conserva la torre tardo‐medioevale con piombatoio, la chiesa del Seicento, ampi locali adibiti a stalle per il ricovero del bestiame e dormitori del personale del Settecento, casa padronale completata alla fine della prima guerra mondiale.
4) Perché "Ci vediamo domani". Il titolo del film deriva da una frase interessante, messa in bocca allo stravagante Antonio (Luca Avagliano) della Polizia mortuaria pugliese: "L'immortalità è dire 'Ci vediamo domani'". In un'Italia ottocentesca, quasi preistorica, dimenticata dal tempo e dal progresso, il protagonista Santilli/Brignano intuirà il senso della vita, che passa dalla semplicità e da sentimenti essenziali, e non da artifici e falsi bisogni contemporanei.
5) Il cognato di Rocky nel cast. A Pietrafrisca, tra tanti gustosi vecchini, c'è anche l'italoamericano Palagonia a far vedere a Santilli/Brignano la realtà con occhi diversi. A interpretare questo anziano che ha ancora voglia di sognare c'è Burt Young, ovvero l'interprete di Paulie Pennino, il cognato e amico di Rocky Balboa nella saga cinematografica di Rocky.
- Donà nella colonna sonora. La stupenda canzone Universo di Cristina Donà accompagna una scena del film e il finale.