L'ultima intercettazione di Massimo Ciancimino - Esclusivo Panorama

Testimone chiave. Attendibile. Calunniatore. Dichiarante. Icona dell’antimafia. Ogni procura, ha il Massimo Ciancimino che vuole. Ma solo attraverso le intercettazioni, si svela il suo volto. E’ lui l’affarista del tesoro di Don Vito. D’altronde non ha mai rinunciato all’eredità del padre, al contrario dei fratelli. Allo Junior interessano i soldi, altro che la trattativa fra Stato-mafia! Lui vuole solo che venga archiviata l’indagine sulla discarica di Gline, a Bucarest, patrimonio mafioso del padre in Romania, stimato in centinaia di milioni. E dopo le intercettazioni ambientali della Dda di Reggio Calabria, dove lo Junior, parlando con Girolamo Strangi, commercialista legato alla ndrangheta, si lamentava dei soldi che in Francia facevano la muffa e rideva della sua scorta e dei magistrati, “negli uffici della procura di Palermo io faccio quel che minchia voglio”. Ora tira in ballo ufficiali giudiziari della Dia gli inquirenti di Caltanissetta e quelli del filone d’indagine della cosiddetta trattativa fra Stato-mafia,  compreso il giudice di Palermo Morosini, che stoppando la  richiesta di archiviazione avanzata dai magistrati siciliani per il tesoro rumeno, aveva chiesto un supplemento di indagine.

Ma a inchiodare lo Junior stavolta sono le microspie ambientali e via skype, eseguite dai carabinieri del Noe, dove Massimuccio parla a ruota libera con il faccendiere di Don Vito, Romano Tronci, sua moglie Santa Sidoti, collaboratrice di Ciancimino, indagati insieme a altri dai pm romani Delia Cardia e Antonietta Picardi, con la firma del procuratore capo Giuseppe Pignatone per concorso in riciclaggio. I tre hanno a cuore l’archiviazione dell’indagine siciliana sulla discarica di Gline.

E’ il 13 giugno di quest’anno e Tronci dice al figlio di Don Vito: ”Si, la cosa importante Massimo è che questa roba nostra…perché noi siamo alla disperazione, eh!”.

Dopo poco più di un mese, il 23 luglio, l’imprenditore “rosso” Tronci, richiama preoccupato Ciancimino. Santa Sidoti invece è in allarme.

Massimo: "Novità? Io niente, zero".

Romano: "come zero!"

Massimo: "bah.. in Procura c'è tutto .. fare.. INGROIA.. cazzate varie..."

Romano: "si vabbè, ma non ti dicon niente?"

Massimo: "Si, ma c'erano qualcosa come 20 giornalisti.. siamo andati per chiedere ed ha detto "ci vediamo un altro giorno" che era impicciatissimo".

Romano: "Ho capito. Se ne va! Che fa.. Quell'altro, DI MATTEO, dove va? In Burundi?"

Massimo:"o lui rimane..."

Romano: "No.. pensavo che .. a questo punto va in Guatemala, l'altro va in Burundi e scappan tutti perchè sono dei pavidi come sempre"

Massimo: "Ora c'è stato pure.. mi diceva un giornalista che c'è stato la lettera di Agnese BORSELLINO.. cioè, c'è tutta sta polemica..."

Romano: "mah, polemica! Sono dei cazzoni, basta. E chiuso!"

Massimo: "Dopodomani c'è la richiesta di rinvio a giudizio che la firma MESSINEO"

Romano: "Per chi?"

Massimo: "Per quelli della trattativa".

Romano: "Ah, bhè".

Massimo: "Prima non aveva firmato la chiusura inchiesta, ora invece firma".

Santa: "E come mai?"

Massimo: "Mah, perchè secondo me alla fine ha capito che il posto se l'è giocato ed ormai NAPOLITANO se l'è messo contro, per cui a sto punto è meglio che firma".

Romano: "Mah.. comunque è tutta una storia.. senti, niente, sul fronte nostro boh!"

Massimo: "Non so niente. So che oggi hanno mandato..."

Romano: "So che in Romania fanno un gran casino.. stanno facendo una roba allucinante..."

Massimo: "Dove?"

Romano: "In Romania con l'Interpol..."

Massimo: "con l'Interpol in particolare"

Romano: "Ho visto quel bell'articolo anche su di me"

Romano: "Che mi ritira in ballo.. si vabbè, insomma, ora che mi ritirino in ballo anche le robe di Biagio INSACCO.. cioè, io sono allucinato.. cioè, io... tu lo capisci come faccio a lavorare?"

Massimo: "ma lo capisco. D'altra parte qua sembra che il mondo si è bloccato intorno a INGROIA se va via o no.. ma che cazzo ce ne frega a noi!"

Massimo: "No.. no.. secondo me invece è uno che adesso si sta facendo amica la Procura perchè vorrebbe fare il processo della trattativa".

Santa :Si però ormai questa cosa non la chiudono.. quindi..

Massimo:ma no.. MOROSINI è troppo in amore per adesso con la Procura per mettercisi contro.. adesso MOROSINI è uno di quelli papabili per la trattativa

Santa :No, ma è uno che è appiattito su quell'altra.. come si chiama....(intende fascicolo sulla discarica rumena n.d.r.)

Massimo:No.. no.. secondo me invece è uno che adesso si sta facendo amica la Procura perchè vorrebbe fare il processo della trattativa.

Il 12 settembre scorso, l’imprenditore toscano ricontatta Ciancimino per avere informazioni.

Romano: "Niente, allora come è andata lì?"

Massimo: "no, benissimo....atmosfera da...devo dire, troppo carini!"

Romano: "e qual'era l'argomento?"

Massimo: "ah..me l'hanno detto loro...abbiamo preso l'ordinanza del GIP, ha detto..."ci aiuti...abbiamo questo incarico!"

Romano: "uh!"

Massimo: "infatti hanno detto...la prima domanda che mi hanno fatto..."i rapporti con Lapis"...ho detto.."va bé, me ne vado...se cominciamo così" (affermazione pronunciata ironicamente)...di nuovo, me ne vado"...e loro ridevano..."

Romano: "uh..uh..(annuisce più volte)"

Romano: "ah, non c'erano i PM?"

Massimo: "no, no, no...perché probabilmente...(inc.)..perché sono gli stessi della Trattativa, capito?!"

Massimo: "comunque...poi, dice..."guardi, noi dobbiamo raccogliere solo le sue dichiarazioni...e girarle ai PM".

Santa: "ma hanno capito o no che non centriamo niente?!"

Massimo: "non gliene fregava un cazzo, Sà!...detto tra me e te..."

Massimo: "non gliene fregava un cazzo!...hanno detto...tutto il tempo hanno parlato solo della mia sicurezza..."

Massimo: "non faccia...(inc.) fino al 29 ottobre...che c'é il rinvio a giudizio...eh...noi, ha capito che noi siamo schierati con...tutti quelli che hanno fatto le indagini sulla Trattativa siamo bruciati!...non faremo più carriere!...l'elemento forte è lei...lei ha fatto delle leggerezze!...e lei qua...e lei là!...l'ha visto come stanno delegittimando tutto...non si esponga a cretinate"..."ma perché, che ho fatto?" (avrebbe chiesto a quelli della DIA Massimo)...dice.."lei lo sà"..."non ho fatto niente!"...era tutto, una raccomandazione"

Massimo: "mi vuole fare scivolare!"...gli ho detto..."guardate, vedete chi entra a casa...chi esce!" ho detto.."sono un libro aperto!"...gli ho detto..."per cui...(inc.)...su questo"...

Santa: "e quiii...l'ago della bilancia è Morrosini!"

Massimo: "(inc.)..il GIP...gli ho detto..."(inc.)...più attento"...

Massimo: "mi auguro, visto che tutte le risposte che ha chiesto Morosini...già erano agli atti"...gli ho detto..."mi auguro che si studi un poco meglio la Trattativa!"

Su Massimo Ciancimino, un noto magistrato ha scritto: “Il fatto è che Ciancimino figlio ha raccontato quelli che erano i tabù intoccabili per l'ex sindaco di Palermo”.  Forse si riferiva alle intercettazioni?

(Alcune immagini di Romano Tronci prese dalla Webcam del computer e catturate dagli inquirenti nelle loro intercettazioni)

Romano Tronci, noto agli inquirenti fin dal 1982, diviene al centro di una inchiesta denominata “Trash” (spazzatura),  dopo anni di indagini capillari e meticolose. Nel 1998  viene arrestato con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso nella gestione di alcuni appalti  del Comune e della Provincia di Palermo. I magistrati ne fanno un ritratto inquietante. ”Non ha mai fatto scrupolo a cercare egli stesso rapporti con l’associazione mafiosa, non già –occorre puntualizzare in funzione del pagamento del “pizzo” ma al solo scopo di intraprendere con svariati esponenti dell’associazione mafiosa, fra cui Giovanni Brusca, Angelo Siino, Antonino Buscemi, Antonino e Vincenzo Virga, lucrose attività imprenditoriali, avendo sempre come referente e suggeritore Giuseppe Lipari”.  

Tronci, era direttore generale della De Bartolomeis, una società nazionale che realizza impianti per lo smaltimento dei rifiuti. Una impresa “rossa”, legata al partito comunista che offre una copertura per far passare le delibere relative agli appalti.  E in questa veste viene cooptata da Vito Ciancimino. Il sostituto procuratore della Dda di Palermo, Biagio Insacco, ascoltato in Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, evidenzia che la società diretta da Tronci operava con soggetti riconducibili al boss Provenzano, come Vincenzo Udine, condannato nell’ambito del maxiprocesso.  

La De Bartolomeis operava soprattutto nel palermitano insieme ai fratelli Costanzo, primi costruttori in Sicilia, non organici alla mafia ma che ne conoscevano meccanismi e segreti di tangenti e di appalti. Sia Tronci che i fratelli Costanzo, figurano nel dossier, Mafia&Appalti appunto. Falcone e il Ros indagano. Il consigliere istruttore Antonino Meli, a insaputa del giudice Falcone, sollecita la procura ad arrestare uno dei fratelli Costanzo. La collaborazione va in fumo. Poco tempo dopo all’indagine mafia-appalti viene dato il benservito. Il dossier appena viene consegnato in Procura, in tempo reale arriva nelle mani di Cosa nostra. Romano Tronci, viene condannato nel 2007 in primo grado a 10 anni di reclusione, assolto dalla Corte di Appello di Palermo nel marzoo 2010. Ora risulta indagato per riciclaggio dalla procura di Roma.

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