Economia
July 27 2017
Come ha fatto l'Iran a diventare il principale alleato della Cina in Medio Oriente? E' ormai un dato di fatto che negli ultimi mesi Teheran si è trasformata nella punta di diamante della nuova Via della Seta cinese. Il mega-progetto infrastrutturale attraverso cui il Presidente Xi Jinping sta cercando di costruire una rotta commerciale preferenziale per collegare in maniera più efficiente l'Asia all'Europa.
La special relationship tra Iran e Cina non è certo nata ieri. I primi contatti tra queste due grandi civiltà risalgono al 138 a.C, quando l'inviato cinese Zhang Qian, dopo aver attraversato l'altopiano dell'Asia Centrale a cavallo, si ritrovò ai confini dell'Impero Persiano. L'amicizia millenaria che lega Pechino a Teheran è viva ancora oggi. Anzi, un contesto geopolitico non troppo favorevole ha spinto i due paesi ad avvicinarsi ulteriormente.
Per la Cina l'Iran è il partner ideale per portare avanti l'ambizioso progetto della nuova Via della Seta bypassando nazioni problematiche come Pakistan, Afghanistan e Russia. Questo non significa che la Pechino non voglia più avere rapporti con tre stati cui in realtà è molto legata, ma di certo poter contare su un piano B qualora qualcosa andasse storto è utile. Per l'Iran, invece, la Cina è importante non solo in quanto primo partner commerciale e generoso importatore di petrolio, ma anche per contrastare l'isolamento cui la comunità internazionale continua a relegarla, prima con le sanzioni poi con la nuova diatriba che ha portato i paesi arabi a isolare il Qataranche perché troppo vicino all'Iran.
Non è certo un caso che il primo Capo di Stato straniero che ha visitato l'Iran dopo la cancellazione delle sanzioni sia stato proprio Xi Jinping, che ha approfittato dell'occasione per impegnarsi a far aumentare l'interscambio commerciale tra le due nazioni da 55 a 600 miliardi di dollari in appena dieci anni.
Nonostante la Cina nell'ultimo periodo stia cercando di investire molto in Medio Oriente (l'ultimo accordo ha coinvolto l'Arabia Saudita, dove Pechino si è impegnata a costruire droni), non foss'altro per creare le condizioni per portare avanti la sua Via della seta terrestre, l'Iran resta il perno dell'avanzata cinese verso l'Occidente. Se Pechino vuole convincere investitori cinesi e stranieri a sostenerla nella sua nuova avventura, ha bisogno di trovare un modo per garantire un minimo di stabilità in un'area particolarmente turbolenta. Monitorare l'Iran legando a doppio filo il suo destino economico a quello della Cina potrebbe sembrare una buona strategia per raggiungere questo risultato. Ancora, la speranza di Pechino è che la Via della Seta non solo renda più efficienti le rotte commerciali terrestri verso l'Europa, ma permetta anche ai paesi che da essa verranno attraversati di prosperare, trasformandosi in mercati appetibili per l'export cinese.
Attenzione però: tutto questo non significa che possiamo fidarci della Cina. Anzi, considerando come si è mossa in Pakistan verrebe da pensare il contrario. Approvando la costruzione del corridoio economico sino-pakistano e accettando, senza consultare l'India, che quest'ultimo passasse attraverso il Kashmir pakistano, Pechino non ha fatto altro che creare nuove tensioni che rischiano di far scoppiare un conflitto sull'Himalaya, visto che l'India non ha nessuna intenzione di accettare una così forte interferenza cinese in Asia meridionale. Come se non bastasse, anche ammettendo che l'alleanza commerciale col Pakistan sia stata rilanciata per controllare meglio un paese molto problematico immaginando che una forte interdipendenza economica fosse sufficiente per tenerlo a bada, questa strategia di contenimento si è rivelata fallimentare nei confronti della stessa Cina, come ha dimostrato la recente uccisione di due insegnanti cinesi rapiti in Pakistan.
Ecco perché, nonostante il rafforzamento del legame tra Cina e Iran sia economicamente utile per entrambi e per il resto della regione, le incognite dell'alleanza impediscono di dormire sonni tranquilli. Un'esclusione diretta di Russia e Pakistan dalla Via della seta potrebbe creare risentimento e nuove animosità, mentre per quel che riguarda l'Iran, per quanto la Cina stia cercando di approfondire le relazioni con tutti gli altri paesi del Medio Oriente, allineandosi in maniera netta con Teheran Pechino potrebbe ritrovarsi in una posizione geopolitica difficile.
In attesa che qualche altra nazione si ribelli, però, Pechino ne approfitta. Consapevole che, una volta create le infrastrutture del caso e rinsaldata la sua posizione strategica in Asia minore, diventerà impossibile costringerla ad arretrare.