Cina con la Russia nel Pacifico; è sfida agli Usa e all'occidente
L'esercitazione militare Vostok in programma dalla fine di agosto al cinque settembre tra la Siberia e i dintorni della città di Chabarovsk, a meno di 800 km dal Giappone, vedrà anche la partecipazione di truppe cinesi, indiane, bielorusse e di due delegazioni minori provenienti da Tagikistan e Mongolia. Si tratta dell'edizione 2022 delle manovre effettuate ogni anno per mantenere i livelli tecnici di cooperazione tra le diverse forze armate che in comune hanno gran parte della totalità degli standard costruttivi riguardanti gli armamenti, per poter essere certi che, in caso di collaborazione su fronti caldi, la collaborazione strategica possa dirsi efficace, e alle quali la Cina partecipa dal 2018. La Nato prevede che la quantità di mezzi schierati quest'anno sia enorme, ma al tempo stesso gli analisti occidentali sono curiosi di capire come la guerra in Ucraina potrà influire sul tipo e sulla dimensione delle forze russe che la Difesa di Mosca potrà impiegare in questo evento, il primo da quando, nel febbraio scorso, i presidenti Xi-Jinping e Vladimir Putin, che si erano incontrati in occasione delle olimpiadi invernali di pechino, annunciarono una collaborazione militare tra i rispettivi Paesi definita senza confini.
E seppure il Ministero della Difesa cinese abbia dichiarato che la partecipazione alle esercitazioni congiunte sarà estranea all'attuale situazione internazionale e regionale, alludendo anche alle tensioni attorno a Taiwan, la preoccupazione nella regione è alta soprattutto perché nel maggio scorso, quando furono svolte le prove generali di queste manovre, bombardieri russi sorvolarono il Mar del Giappone arrivando fino a lambire le coste orientali delle Filippine. Di fatto l'esercitazione Vostok (Est) si potrebbe considerare la risposta del blocco russo-cinese alle esercitazioni che la Nato ha compiuto nel Mar Baltico all'inizio di giugno, e mentre allora ad alzare la voce fu proprio la Russia, che si sentiva minacciata sui confini nord, ora a temere è ovviamente Tokyo.
Intanto però la Germania ha dato il via all'operazione Rapid Pacific e parteciperà alle esercitazioni internazionali Pitch Black in programma dal 22 ottobre in Australia, che vedrà anche la partecipazione di Usa, Francia, Regno Unito, Olanda, Nuova Zelanda, Corea del Sud, Emirati Arabi, India, Tailandia, Canada, Malesia, Filippine e Giappone. Berlino ha inviato sei velivoli da Eurofighter Typhoon che a ferragosto sono atterrati presso la base la base aerea di Darwin sopo essere passati da Singapore, dimostrando quindi la capacità di rischierarsi a 22.000 chilometri di distanza in sole 24 ore. Lo stormo era composto anche da quattro velivoli da trasporto Airbus 400M e da tre aerocisterne Airbus A 330Mrtt. Tuttavia si apprende da fonti tedesche che due equipaggi dei caccia abbiano riscontrato problemi tecnici durante una delle tappe negli Emirati (Abu-Dhabi), e mentre uno dei Typhoon è stato rimesso in linea di voli e ha proseguito il viaggio, l'altro si sia dovuto fermare e sia ancora in attesa di parti di ricambio per il sistema idraulico. L’esercitazione ha lo scopo di migliorare l’integrazione delle forze internazionali nella regione indo-pacifica e prevede missioni dalle basi australiane di Darwin, Tindal e Amberley. Dopo le tensioni tra Cina e Usa nate in occasione della visita della portavoce della Camera Usa Nancy Pelosi a Taiwan, questa esercitazione vorrebbe mostrare a Pechino che in sole 24 ore l'occidente potrebbe correre in aiuto di nazioni dell'area Indo-Pacifica, come raccomandato dall'Unione Europea nel settembre 2021 e ratificato nel febbraio scorso con il documento Eu Strategy for Cooperation in the Indo-Pacific: (eu-indo-pacific_factsheet_2022-02_0.pdf (europa.eu)
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