Cinesi, russi e arabi: chi sono i nuovi padroni del calcio in Europa
Matteo Politanò
Il calcio europeo vive un cambiamento epocale. L'ondata di capitali provenienti dall'Oriente ha ridisegnato la mappa dell'economia nel calcio e rivoluzionato la storia di tanti club.
Tra i primi a trasformare i sogni dei tifosi in realtà ci fu Roman Abramovich, il magnate russo che acquistò il Chelsea nel 2003 guidando i blues alla vittoria della Premier League e della Champions League.
Dopo di lui iniziarono ad arrivare gli sceicchi, da Mansour del Manchester United ad Al Khelaifi del Paris Saint Germain: centinaia di milioni di euro investiti in calciatori e strutture.
Dietro ai loro imperi ci sono colossi dell'economia mondiale, dalla Suning (prima marca di elettrodometici cinese) di Zhang Jindong che è pronta a rilanciare l'Inter alla Emirates Airlanes di Hamed Bin Saeed Al Maktoum che sta foraggiando le casse dell'Arsenal.
Le storie dei nuovi padroni del calcio non sono però sempre sinonimo di gloria. Basta chiedere a Lakshmi Mittal, milionario indiano che ha investito nel Queen's Park Rangers insieme a Flavio Briatore ma che vede la squadra salire e scendere tra Premier League e serie B inglese.
Peggio è andata ai tifosi del Malaga che hanno visto lo sceicco Al Thani arrivare nel 2010 con una campagna acquisti faraonica e sparire due anni dopo lasciando il club nel caos.
Le prossime ore potrebbero far entrare definitivamente nella lista anche i nomi di Inter e Milan: per la cessione dell'Inter al gruppo del cinese Zhang Jindong manca solo l'ufficialità mentre sembra essersi rallentata l'operazione per la vendita dei rossoneri.