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May 31 2020
Il tempo non aspetta nessuno: Clint Eastwood il 31 maggio compie 90 anni. Ma il cowboy da sigaro e poncho e smorfia da duro, rivelatosi regista di profonda asciuttezza, non ha alcuna intenzione di ritirarsi.
Colosso di Hollywood, alfiere dell'America conservatrice, personificazione del lupo solitario americano, burbero e laconico, è l'essenzialità espressa sotto molteplici forme: in quel volto spigoloso dallo sguardo distante, nella sola sillaba che compone il suo nome, nei dialoghi risicati sostenuti da attore, nei plot da regista sintetici e senza fronzoli.
Sempre pronto a rendere giustizia, a modo suo, o come cowboy sprezzante in terre senza legge negli spaghetti western di Sergio Leone (Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più, Il buono, il brutto, il cattivo) o come poliziotto vendicativo nella saga cinematografica dell'Ispettore Callaghan, e poi, dietro la macchina da presa, come in Sully e nel recente Richard Jewell, l'uno sul pilota che effettuò un salvifico ammaraggio nel fiume Hudson ma fu accusato di aver fatto una scelta avventata, l'altro sul ragazzone che riuscì a ridurre i danni dell'attacco terroristico di Atlanta del 1996 ma poi fu incolpato di essere l'attentatore.
Clint, infallibile come una Colt, ha saputo trovare anche vibrazioni intime e di screziata sensibilità, soprattutto alla regia, a cui spesso ha affiancato la presenza da attore: Gran Torino, che film! Un inno alla capacità di andare oltre i propri pregiudizi. E poi Million Dollar Baby, boxe, rivincita e caduta: un tuffo al cuore. Gli spietati: un western omaggio ai suoi mentori Sergio Leone e Don Siegel (L'uomo dalla cravatta di cuoio), in cui affronta i fantasmi del suo passato da divo. Le sceneggiature non sono mai sue, Clint orchestra, non scrive. Ma ci punta addosso sempre il suo sguardo minimalista.
Quando Sergio Leone scelse Clint per la sua trilogia del dollaro, che l'ha lanciato come star, disse di lui, che aveva in curriculum il ruolo da protagonista della serie televisiva Gli uomini della prateria: «Avevo bisogno più di una maschera che di un attore, ed Eastwood a quell'epoca aveva solo due espressioni: con il cappello e senza cappello». Forse è vero. E forse il suo spettro espressivo negli anni non si è esponenzialmente moltiplicato. Ma quelle poche espressioni lì, dritte e aguzze, ti inchiodano.
Scartabelliamo nella sua lunghissima vita e fecondissima carriera, per scoprire o riportare a galla alcune curiosità meno note.
Clint ha una truppa di otto figli, frutto di una marea di relazioni sentimentali a lungo termine e incontri più fugaci. Si è sposato solo due volte, con Maggie Johnson (1953-1984) e Dina Ruiz (1996-2014), ma ha all'attivo tantissime storie (tra cui Barbra Streisand). Attualmente è in coppia con Christina Sandera, hostess di ristorante di 33 anni più giovane.
Gli otto figli vengono infatti da sei donne diverse. La più grande è Laurie, di 66 anni, riconosciuta però da Clint solo quando lei era ormai adulta: sua madre la diede in adozione e lei rintracciò il padre 30 anni dopo.
La più piccola, Morgan Colette, ha 24 anni.
L'idolo cinematografico di Clint? James Cagney, leggenda di Hollywood che nel 1943 vinse un Oscar per Ribalta di gloria. Nel film La furia umana (1949) Cagney spara a un tizio mentre addenta con gusto una coscia di pollo, scena che Clint adora. E lui, in Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo! (1971), fa qualcosa di simile, mangiando un hot dog durante una sparatoria.
Da giovane Clint era stato assunto dalla Universal come attore a contratto. Con lui c'era un altro giovane attore destinato a diventare famoso, Burt Reynolds. Allora, però, entrambi furono licenziati. Eastwood perché aveva il pomo d'Adamo troppo sporgente e un dente scheggiato, Reynolds, come ha raccontato lui stesso, perché non sapeva recitare. Lui scherzò con Clint: «Sei davvero fregato: io posso imparare a recitare, tu non puoi sbarazzarti di quel pomo d'Adamo».
L'iconico poncho verde che indossava ne Il buono, il brutto e il cattivo (1996)? Dopo oltre mezzo secolo, Clint ancora ce l'ha. Lo conserva in una teca di vetro e non è mai stato lavato.
Clint non ha mai recitato in un film di Alfred Hitchcock. Però ha descritto un incontro fatto con il maestro del brivido, che definì alquanto strano: «Hitchcock voleva che fossi in uno dei suoi film (mai realizzato). Non ero entusiasta della sceneggiatura. Ho pranzato con lui nel suo ufficio. Quando sono entrato, era seduto lì molto diritto e non si mosse. Solo i suoi occhi lo facevano. Ti seguivano attraverso la stanza. Per pranzo aveva ogni giorno lo stesso menu: una bistecca e dei pomodori a fette».
Eastwood ama il golf e volare con il suo elicottero. Ha iniziato a prendere lezioni di volo mentre girava La ballata della città senza nome (1969). Nel sollevarsi in elicottero trova il privilegio della solitudine e dell'anonimato: «Nessuno sa chi sei. Sei solo un numero nel cielo. La cosa divertente è che puoi atterrare ovunque. Vedi qualcosa che ti piace - una ragazza di bell'aspetto - e tu puoi atterrare in un campo».
A Clint è stato proposto di diventare James Bond in Agente 007 - Al servizio segreto di Sua Maestà (1969), ruolo poi affidato a George Lazenby, ma lui ha rifiutato. Al Los Angeles Times ha detto: «Era il concerto di qualcun altro. Un affare di Sean. Non mi sembrava giusto farlo». Si trattava infatti del primo film sullo 007 senza la partecipazione di Sean Connery.
Ha detto no anche al ruolo di Superman, ma per altri motivi: quando gli è stata proposta la parte poi assegnata a Christopher Reeve in Superman (1978), Clint aveva superato già da un po' la quarantina e si sentiva troppo vecchio per quel personaggio. Indossare collant e mantello per interpretare un supereroe dei fumetti non faceva per lui: «Non che ci sia qualcosa che non va. È per qualcuno, ma non per me».
Clint è stato sindaco dal 1986 al 1988 di Carmel-by-the-Sea, cittadina californiana in cui risiedeva il suo ranch.
La sua discesa in politica, come indipendente, è stata alimentata da un rancore. Il mandato da sindaco arrivò dopo una battaglia legale di due anni con il consiglio di Carmel, che aveva bloccato il suo progetto di costruire un edificio, citando ordinanze obsolete e, secondo Eastwood, spesso ridicole, che fermavano il progresso. «Vogliono che sia come negli anni '20», aveva detto. «Ovviamente dobbiamo controllare la crescita, ma alcune delle cose che hanno fatto sono sciocche».
Clint ama la musica. È un appassionato di jazz, tanto che ha diretto il film biografico su Charlie Parker Bird 1988).
Dal 2003 con Mystic River compone lui stesso le colonne sonore di molti suoi film (ha un debole per Ennio Morricone che considera un maestro).
Già precedentemente aveva scritto brani musicali per diversi film di cui è stato regista o attore: Honkytonk Man, Per piacere... non salvarmi più la vita, Gunny, Un mondo perfetto, I ponti di Madison County, Nel centro del mirino, Space Cowboys… La canzone che risuona durante i titoli di coda di Gran Torino è sua.
Clint Eastwood non è stato la prima scelta per interpretare Harry Callahan, personaggio iconico, poliziotto spericolato che ora come ora sembra non poter aver altro volto che il suo. Per la parte erano stati provati anche Robert Mitchum, Steve McQueen e Frank Sinatra. Anche Paul Newman lesse lo script ma si rifiutò («Pensava che il personaggio fosse una specie di ragazzo radicale di destra, quindi politicamente non poteva farlo», ha raccontato Clint).
Il prescelto, inizialmente, fu Sinatra. Ma poi ci fu un cambio di rotta.
Eastwood stava lavorando alla post-produzione del suo debutto alla regia, Brivido nella notte (1971), quando ricevette una telefonata che gli chiedeva se avesse ancora interesse per Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!. Lui replicò: «Cosa è successo a Frank Sinatra?». La risposta: «Frank Sinatra ha qualche problema con la mano e non riesce a tenere una pistola». A Eastwood sembrò una scusa piuttosto scadente ma accettò, a condizione che si usasse la sceneggiatura originale (aveva avuto alcune riscritture che Clint non approvava).