Economia
November 03 2016
I vecchi leoni ultraconservatori di Wall Street non se lo sarebbero mai aspettato. Eppure, in questa anomala campagna elettorale per le presidenziali statunitensi, è accaduto qualcosa che sembrava inimmaginabile fino a qualche anno fa: gran parte della comunità finanziaria statunitense, tradizionalmente schierata a destra, oggi fa il tifo per la candidata democratica Hillary Clinton perché considera quasi una sciagura il programma populista del suo avversario repubblicano Donald Trump.
In realtà, più che fare il tifo per un candidato o per l'altro, gli analisti e i gestori delle case d'investimento stanno facendo a gara nel disegnare gli scenari sui mercati nel dopo-elezioni, per capire quali listini e quali titoli metteranno il turbo o subiranno uno scossone, nel caso di una vittoria della Clinton o di Trump.
Due prospettive per l'oro
Quasi tutti gli esperti della comunità finanziaria hanno innanzitutto concentrato l'attenzione sulle quotazioni dell'oro, il bene rifugio per eccellenza, i cui prezzi salgono non appena sulle borse c'è un parecchia incertezza o addirittura si diffonde il panico.
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“Riteniamo che l’oro potrebbe registrare un rally del 10% nei prossimi 12 mesi se Donald Trump vincerà le elezioni di novembre”, dice James Butterfill, responsabile della ricerca e delle strategie di investimento della società britannica Etf Securities. “Il metallo giallo è considerato tradizionalmente uno scudo contro l’incertezza politica”, aggiunge Butterfill, “e la vittoria di Trump determinerebbe più imprevedibilità politica di qualsiasi altro presidente da generazioni”.
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Viceversa, l'analista di Etf Securities ritiene che l’oro possa perdere fino al 6%, rispetto alle quotazioni attuali, nel caso in cui Hillary Clinton diventasse la prima donna presidente. Più o meno dello stesso parere sui trend del metallo sono anche Didier Borowski e Philippe Ithurbide, analisti del colosso del risparmio gestito Amundi che alle elezioni americane hanno dedicato un intero report, prendendo in considerazione anche le prospettive dei mercati azionari e obbligazionari.
Tre scenari per il dopo-voto
In particolare, Borowski e Ithurbide delineano scenari diversi che potrebbero aprirsi dopo il responso delle urne. Il primo ci sarebbe con una vittoria della Clinton. In questo caso, gli analisti di Amundi prevedono un trend positivo delle quotazioni di Wall Street, in particolare su due settori in cui la presidente democratica intende investire: le infrastrutture e i trasporti. Nessun effetto rilevante, invece, ci sarebbe per i listini europei.
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Il secondo scenario contemplato è quello di una vittoria di Trump. In questo caso, potrebbe esserci un indebolimento (almeno temporaneo) delle borse europee a causa di un ritorno al protezionismo commerciale da parte del governo di Washington. Stesso discorso per il mercati e le valute dei paesi emergenti, in particolare per il Messico e la Cina, che sono state spesso bersaglio polemico di Trump in campagna elettorale. Viceversa, gli impatti potrebbero essere meno negativi sul rublo e sui mercati finanziari della Russia, visto il “feeling” che sembra esserci oggi tra il candidato repubblicano e il Cremlino.
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Nell'eventualità di una vittoria di Trump, gli analisti di Amundi prevedono dei ribassi a Wall Street, almeno nel breve periodo, vista l'incertezza politica che regnerebbe negli Stati Uniti. Questa prospettiva sarebbe però attenuata se si avverasse un terzo scenario contemplato da Borowski e Ithurbide: quello di una vittoria del candidato repubblicano, accompagnata però da un suo successivo ammorbidimento delle posizioni populiste, con una virata verso il centro.