vaccino covid
(Ansa)
Salute

Secondo il Cnr la terza dose di vaccino ha salvato 10 mila vite

In base ad un modello teorico sviluppato dal Dipartimento di Scienze Fisiche e Tecnologie della Materia del Cnr si è riusciti a stimare gli effetti dell’immunizzazione prodotta dai vaccini, tenendo conto della perdita della loro efficacia nel tempo e del relativo recupero grazie alla terza dose di vaccino. Secondo i calcoli elaborati, grazie alla dose booster e con l’entrata in scena della variante Omicron sono state risparmiate 10mila vite umane e 13mila ospedalizzazioni ma i contagi sarebbero più della metà rispetto ai dati ufficiali ossia quasi 4 milioni invece che 2 milioni e 600 mila positivi.
«Senza la dose booster oggi verosimilmente gli ospedalizzati sarebbero stati 35mila, con la somministrazione delle terze dosi siamo intorno ai 22mila. In pratica al picco ci saremmo trovati il sistema sanitario con 13mila ricoverati in più da gestire.»- ci spiega il fisico Corrado Spinella che ha elaborato il modello del Cnr.

Che intende per picco e quando ci sarà?

«Il picco è il momento in cui gli ospedali cominciano ad alleggerirsi riducendo il ritmo dei nuovi ingressi e la curva continua ad aumentare ma più lentamente. Questo caratterizza l’avvicinamento al picco. In questa situazione è previsto il 25 gennaio.»

Crede che le festività natalizie abbiano contribuito all’aumento dei contagi?

«Posso dimostrarle che l’impennata dei casi positivi è in enorme parte associata alla variante Omicron che in realtà ci ha fatto un favore. La Omicron ha soppiantato la variante Delta arrivando a coprire già il 90% dei casi perché si trasmette ad una distanza del 50% superiore alla Delta, ma meno è aggressiva in termini di ospedalizzazione.»

Se la Omicron è meno aggressiva come spiega una media di 250 decessi al giorno?

«Il numero dei decessi non è da sottovalutare ma si deve tenere conto che corrisponde al numero dei positivi molto elevato. Con la Delta e questi numeri e l’assenza di particolari restrizioni avremmo avuto un bilancio peggiore, perché la malattia sarebbe stata più severa ed avrebbe prodotto più decessi e ricoveri.»

Qual è il peso del ritardo nella somministrazione delle terze dosi?

«Grazie alle terze dosi abbiamo avuto 10mila morti in meno e se l’avessimo introdotta prima sarebbe cambiato ben poco perché la dose booster, non aggiunge nuove persone vaccinare ma irrobustisce la vaccinazione di chi aveva già la seconda dose. Dobbiamo mantenere questo passo e con molta probabilità dobbiamo fare una quarta dose perché la booster perderà di efficacia come la seconda dose.»

Si parla di pubblicare i numeri sul covid solo settimanalmente. Cosa ne pensa?

«È sbagliatissimo perché l’informazione deve essere diffusa tempestivamente, in modo completo e con la frequenza più alta possibile. Secondo me ci hanno pensato perché il numero dei positivi è imponente ed il sistema di tracciamento comincia a perdere di significato ne sfuggono tantissimi. Con i calcoli fatti con il mio modello ne ho trovati il 50% in più.»

Il modello del Cnr

Il modello permette di quantificare gli effetti dell’immunizzazione prodotta dai vaccini tenendo conto anche della perdita della loro efficacia nel tempo e del relativo recupero grazie alla dose booster.Il modello pubblicato sulla rivista Internazionale “Scientific Reports” ha permesso con successo di simulare (e predire) gli effetti delle diverse misure di limitazione della mobilità messe in atto dal governo. In particolare, a livello Regionale, è stato possibile predire le differenze di comportamento conseguenti al cambio di colore, comparando gli effetti con quanto sperimentato nel corso del lockdown generale della primavera 2020.Poiché la distanza di trasmissibilità è una proprietà del virus che cambia in funzione delle diverse varianti, il modello è in grado di rilevare tempestivamente l’impatto di una nuova variante. Il calcolo permette, in particolare, di cogliere il momento esatto in cui la probabilità di trasmissione del virus aumenta. Questa probabilità, legata direttamente alla distanza di trasmissibilità, viene poi ricavata dall’andamento nel tempo del profilo di mobilità delle persone (numero medio di incontri giornalieri per individuo).Tutto comincia dal confronto dei risultati prodotti dal modello con i dati che vengono forniti giornalmente dalla Protezione Civile sui ricoveri in ospedale. Da questo confronto si ricavano le informazioni sulla mobilità degli Italiani in termini di incontri medi giornalieri per persona.Nel grafico sugli incontri giornalieri per persona si nota la presenza di un aumento anomalo, rilevato dal modello, a partire da fine Novembre 2021. L’aumento non è giustificato da alcuna condizione che faccia pensare ad una variazione effettiva della mobilità degli Italiani. Ed è proprio questa l’anomalia che permette di scovare la presenza di una variante a più alta trasmissibilità. Introducendola (la Omicron), ed usando una trasmissibilità circa il 50% superiore rispetto alla Delta, i dati di mobilità tornano ad appiattirsi. Il modello, a questo punto, consente di valutare l’andamento dell’incidenza della Omicron in funzione del tempo e della relativa aggressività, in termini di tasso di ospedalizzazione. Si nota che l’incidenza attuale della Omicron, come stimata dal modello, è intorno al 90%.

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