Musica
July 11 2024
Il mondo della musica è in grande fermento, in questi giorni, per i concerti italiani di due dei nomi più importanti del pop a livello mondiale: Coldplay e Taylor Swift. La band capitanata da Chris Martin è attesa da un poker di date allo Stadio Olimpico di Roma (venerdì 12, sabato 13, lunedì 15 e martedì 16 luglio), mentre la cantautrice di West Reading si esibirà sabato 13 e domenica 14 luglio allo Stadio San Siro di Milano, la scala del calcio (e della musica). I biglietti venduti sono stati rispettivamente 260.000 e 115.000, ovviamente sono sold out da mesi e sui siti di secondary ticketing i prezzi per un singolo tagliando possono arrivare anche ad alcune migliaia di euro. Per i due concerti milanesi di Taylor Swift si è calcolato un indotto economico, tra biglietti, gadget, ristoranti, prenotazioni in hotel, aereo e treno, di circa 130 milioni di euro, mentre non sono disponibili dati per calcolare l’impatto dei quattro concerti dei Coldplay nella capitale, anche se non è difficile immaginare anche qui ricavi da diverse decine di milioni di euro. Il motto “make it big” accomuna le due produzioni, tra palchi mastodontici, enormi videowall, effetti speciali hollywoodiani, giochi pirotecnici e performer, però tra i concerti dei Coldplay e di Taylor Swift spiccano alcune differenze sostanziali. Innanzitutto potremmo definire il gruppo di Chris Martin una band “universale”, mentre Taylor Swift è amatissima dalle sue fedeli fan, ma poco conosciuta e apprezzata al di fuori del culto laico delle “swifters”(il nome delle sue supporters).
La band inglese ha un pubblico che spazia dai 18 ai 60 anni, in ogni parte del mondo e in ogni cultura, mettendo d'accordo sia nonni che nipoti con il suo stile ecumenico e all'insegna dei buoni sentimenti: le loro canzoni, che sono sempre prodotte e suonate in modo impeccabile, sono la colonna sonora ideale per gli alti e i bassi delle vite di ciascuno di noi. I fan di Taylor Swift sono mediamente più giovani, in larghissima parte donne e concentrati soprattutto negli Stati Uniti, dove la cantautrice della Pennsylvania è assurta a icona musicale e di costume al pari dei nomi più blasonati nella storia del pop. I Coldplay incarnano meglio di qualsiasi altra band il suono del nuovo millennio, un sapiente crossover tra pop, alt rock ed elettronica, diventando, in venticinque anni di carriera (iniziata discograficamente nel 1999), il più grande gruppo pop al mondo. Taylor Swift, dopo essere diventata in giovane età una stella del country, ha virato verso uno stile pop, alternando sapientemente brani synth-pop, debitori di alcune sonorità anni Ottanta, a ballad intimiste che hanno strutture cantautorali, ma testi e immediatezza tipicamente “popular”.
Se ci limitassimo ai freddi numeri, l’unico criterio che sembra oggi contare nel music biz, l’asticella penderebbe decisamente dalla parte di Taylor Swift, sia per quanto riguarda il numero di streaming (oltre un miliardo di stream nella prima settimana di pubblicazione dell’ultimo album The Tortured Poets Department) che di spettatori nei concerti (4,3 milioni di biglietti venduti solo in America nel 2023). Se iniziassimo a elencare tutti i premi vinti e i record battuti dall’artista di West Reading, non basterebbe un articolo di 10.000 battute. C’è un ma, però.
Posto che negli Stati Uniti diverse canzoni di Taylor Swift sono ormai entrate nell’immaginario collettivo da una quindicina d’anni, è vero anche che nel resto del mondo, per esempio da noi, i suoi brani sono conosciuti quasi esclusivamente dai suoi fan di stretta osservanza e raramente vengono passate in radio, mentre non c’è bisogno di essere dei supporter accaniti dei Coldplay per citare e perfino canticchiare alcune delle loro canzoni più famose. Se non ci credete, potete fare voi stessi il test (non metodologicamente scientifico, ma abbastanza indicativo) delle cinque canzoni: chiedete per strada, a dei perfetti sconosciuti, di citare il titolo di cinque canzoni di Taylor Swift. Siamo ragionevolmente certi che, swifters a parte, quasi nessun over 25 riuscirebbe a dirvi cinque titoli esatti della regina del pop americano, così come siamo altrettanto convinti che quasi tutti riuscirebbero a indicarvi lo stesso numero di canzoni per i Coldplay.
Qualcuno potrebbe obiettare (a ragione) che Taylor Swift non abbia ancora compiuto 35 anni, mentre i Coldplay hanno tutti un’età compresa tra i 46 e i 48 anni. Vero, com'è vero anche che le canzoni più famose e amate dei Beatles, dei Rolling Stones, dei Led Zeppelin, dei Beach Boys, di Michael Jackson, Whitney Houston e Madonna siano state composte quando questi artisti non avevano nemmeno compiuto trent’anni. Discorso da boomer? Ok, allora torniamo nel Terzo Millennio e prendiamo ad esempio Rolling In The Deep e Hello di Adele, composte quando la cantante inglese aveva 21 e 25 anni, oppure Thinking Out Loud e Shape of You di Ed Sheeran, pubblicate dal rosso di Halifax quando aveva rispettivamente 23 e 26 anni. Stiamo parlando di quattro canzoni che sono diventate oggettivamente dei classici del pop, tanto da essere interpretate da innumerevoli artisti e perfino suonate nei matrimoni.
Se torniamo a parlare dei Coldplay, chi non si è emozionato, almeno una volta, ascoltando Yellow, Everything’s not lost, Trouble e Fix you? Chi non si è lasciato trascinare dai ritmi di Viva la vida, Every teardrop is a waterfall, A sky full of stars e Adventure of a Lifetime? Il vero obiettivo di un artista e di una band è quello di comporre brani in grado di durare negli anni, fino a diventare dei classici, ed è innegabile che Chris Martin, Jonny Buckland, Guy Berryman e Will Champion di classici ne abbiamo realizzati davvero tanti, con buona pace dei loro detrattori.
Ora, quante canzoni, tra le 175 incise da Taylor Swift, possono essere considerate dei classici del pop, intendendo con “classici” non solo canzoni con miliardi di stream, ma brani che sono entrati prepotentemente nella memoria collettiva, anche al di fuori degli Usa, fino a diventare dei veri e propri standard? Qualcuno potrebbe rispondere Cruel Summer, altri potrebbero dire Shake It Off, altri ancora Blank Space, Anti-Hero, I Don’t Want To Live Forever, Style, Lover, Look What You Made Me Do o Cardigan, a seconda dei gusti soggettivi.
Tutte canzoni di grandissimo successo, piacevoli, solide, composte, arrangiate ed eseguite alla perfezione, ma l’impressione è che nessuna di queste canzoni possa essere davvero definita “universale” o, come dicono quelli bravi, una “signature song”, una canzone-firma che, in alcuni casi, è ancora più importante e significativa di chi la interpreta. Pensiamo a (I Can't Get No) Satisfaction dei Rolling Stones, a Smoke on the Water dei Deep Purple, a Billie Jean di Michael Jackson, a Creep dei Radiohead, a Hotel California degli Eagles, a My Generation degli Who, a Piano man di Billy Joel, a My Way di Frank Sinatra, a Bohemian Rhapsody dei Queen, solo per fare qualche esempio.
In realtà, più che per la qualità assoluta delle sue canzoni, sembra che Taylor Swift sia riuscita a crearsi una fanbase gigantesca grazie ai testi delle sue canzoni, creando negli anni un grande senso di comunità con le sue fan, che si rivedono e si riconoscono nelle tribolazioni sentimentali della cantautrice, abilissima a creare un senso di unione e di condivisione con il suo pubblico non solo attraverso il racconto senza filtri delle relazioni con i suoi ex, ma anche grazie a un sapiente utilizzo dei social network (in particolare di TikTok). «Le sue canzoni parlano di dubbi e vulnerabilità. Le sue melodie sono orecchiabili, tendono ad usare una ristretta estensione vocale e ripetono molte note. Ciò rende effettivamente la sua musica meno complessa di quella di altri artisti, ma la rende anche più facile da digerire», ha dichiarato Nate Sloan, musicologo della University of Southern California.
Al di là del (grandissimo) successo di oggi, degli enormi indotti economici, dei record battuti e dei miliardi di stream, quali canzoni di Taylor Swift verranno ascoltate (e coverizzate) anche tra 20, 30 o 50 anni? La risposta, come ha scritto sessant'anni fa uno abbastanza bravo nel comporre canzoni durature, sta soffiando nel vento.