Stile
December 27 2022
Se qualcuno 10 anni fa ci avesse raccontato che avremmo visto uomini sfilare sul red carpet con gonne e scollature o che potessero indossare dei collant probabilmente nessuno ci avrebbe creduto; invece eccoci qui, dove finalmente il concetto di mascolinità non viene riconosciuto da quanti muscoli abbia un uomo o quanto i suoi vestiti lo rendano virile.
I tempi cambiano, e fortunatamente la moda è sempre tra i primi ad accorgersi delle novità non facendosi mai trovare impreparata. Alcuni brand infatti hanno creato delle collezioni unisex, proprio per sottolineare che non è importante distinguere il sesso bensì scegliere l’abbigliamento con il quale ci sentiamo più a nostro agio.
Se confrontassimo le sfilate del 2012 con quelle attuali si potrebbe chiaramente constatare che non è solo cambiato il messaggio, ma il modo stesso di comunicarlo. La nuova moda maschile non sente più il bisogno di completi gessati dai tagli rigidi e stretti, le camicie abbottonate fino al collo lasciano spazio a morbidi maglioni e giacche over. Sicuramente complice la pandemia, la necessità del comfort ha superato la voglia di mostrarsi perfetti, mettendo da parte un abbigliamento austero che ormai nessuno ha più voglia di indossare. Ripensando all’arte classica, in passato il corpo aveva come obiettivo quello di esser valorizzato al meglio sfruttando ogni punto di forza, oggi invece stiamo imparando a dare priorità al pensiero e ai propri ideali.
Molti giovani artisti oggi sono riconosciuti principalmente per il loro stile eclettico, tra i più famosi della nuova generazione non possiamo che citare Harry Styles. Durante il suo tour mondiale, ma anche nelle occasioni pubbliche, il cantautore britannico ha sempre sfoggiato degli outfit fuori dagli schemi, qualcuno ha mai pensato che questo lo rendesse meno “uomo”?
Nel Sanremo 2020 qui in Italia Achille Lauro ha lasciato tutto il paese senza parole mostrandosi in un body ricoperto di strass, da dove nasce il bisogno di ricoprirlo di critiche? Forse perché in prima serata si è visto trasmettere un messaggio che andasse quanto più lontano possibile dal classico concetto di “uomo”.
È grazie a performer come loro che la società sta’ pian piano aprendo i suoi orizzonti, e nonostante l’incredibile ritardo con cui vediamo arrivare i progressi, ogni piccola conquista in questo campo è da festeggiare.
Sdoganando il genderless, Alessandro Michele è sempre stato un fiero sostenitore della libertà di genere ponendo fine alle distinzioni tra uomo e donna. Incredibili sono state le collaborazione nate con Gucci sotto la guida di Michele, oltre che Styles, anche Jared Leto ha completamente ribaltato il suo guardaroba collaborando braccio a braccio con il direttore creativo cercando di rappresentare al meglio la sua personalità, quanto più estrosa e folle potesse essere.
Tra gli ultimi che hanno sovvertito le regole dei red carpet, Timothée Chalamet è sicuramente tra i pionieri dei giovani. Dopo il suo ultimo look dalla profonda scollatura sulla schiena alla 79o Mostra del Cinema di Venezia con il quale ha fatto chiacchierare tutto il mondo, forse in molti hanno compreso che un uomo non ha bisogno di un classico completo per essere sensuale o dimostrare la sua autorità.
Non possiamo non parlare della k-pop wave - genere musicale pop originario della Corea del Sud - che sta investendo tutto il pianeta. Molti brand hanno compreso il potenziale che questa ondata può scaturire, e infatti in tantissimi tra attori e cantanti coreani sono diventati ambassador o sponsor di alcuni tra i marchi più celebri. Qualcuno si è soffermato a osservarli? Perché l’estetica che definisce questi gruppi di giovani performer è quanto di più lontano la nostra società considera “normale” nonostante ciò, loro rappresentato l’estetica maschile più in voga del momento.
Qui nasce spontanea una domanda, perché se parliamo di persone dello spettacolo o di artisti musicali pensiamo che tutto sia normale, insomma sono giustificati perché gente di spettacolo, mentre nella nostra quotidianità quando incontriamo per strada un uomo che non rispecchia i soliti canoni arricciamo il naso? Il discorso non dovrebbe valere per tutti? La libertà d’espressione non deve avere confini, e in molti dovrebbero cancellare preconcetti ormai anacronistici.