Economia
July 11 2017
307mila famiglie in Italia, pari al 1,2% delle famiglie italiane, detengono il 20,9% della ricchezza finanziaria, ovvero azioni, obbligazioni, depositi e strumenti di liquidità. E il numero dei ricconi nostrani è destinato ad aumentare: nel 2021 saranno l'1,6%, pari a 433mila famiglie, con una quota di ricchezza del 23,9%.
A fotografare la distribuzione della ricchezza in Italia è il rapporto "Global wealth 2017" della società di consulenza Boston Consulting Group (BCG), alla sua 17^ edizione.
Questa ripartizione diventa ancora meno equa a livello mondiale, dove il numero di famiglie milionarie è di circa 18 milioni (dato in crescita del 7%), pari all'1% di famiglie che possiedono il 45% della ricchezza globale.
La ricchezza finanziaria privata continua a correre in tutto il mondo. La corsa di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari ha portato il valore totale di azioni, obbligazioni e depositi bancari alla cifra di 166.500 miliardi di dollari.
"Rispetto al 2015 si tratta di un incremento del 5,3%, superiore al +4,4% registrato l'anno precedente", dice il report. "Nel 2021 si dovrebbe toccare la quota di 223.100 miliardi di dollari, con una crescita media annua del 6%, derivante in parti uguali dalla creazione di nuova ricchezza e dalla valorizzazione degli asset esistenti".
L'Italia canta un po' fuori dal coro. "Mentre la ricchezza finanziaria globale è cresciuta del 5,3% e, in Europa, del 3,2%, l'Italia ha registrato una leggera battuta d'arresto riconducibile principalmente alla riduzione di valore (il cosiddetto effetto mercato) delle partecipazioni azionarie dirette e degli investimenti obbligazionari che avevano come controparte istituzioni finanziarie", spiega Edoardo Palmisani, Principal di BCG.
"Le dinamiche della ricchezza finanziaria sono sempre legate infatti a due fattori: la nuova ricchezza generata e la performance del portafoglio. Il nostro report, per quest'anno, evidenzia come la creazione di nuova ricchezza sia rimasta pressoché costante, mentre sono stati gli investimenti diretti azionari ed obbligazionari a generare una performance negativa, seppur parzialmente controbilanciati da fondi comuni e gestioni patrimoniali".
Il futuro promette però prospettive migliori. L'attesa per i prossimi 5 anni è che la nostra ricchezza riprenda a crescere, superando i 5 trilioni di dollari. Oggi ci attestiamo sui 4,5 trilioni. A trainare saranno nuovamente i segmenti che hanno più di un milione di ricchezza, che cresceranno a tassi del 5-6%.