Tecnologia
April 11 2018
Facebook ha iniziato a inviare ai suoi utenti una comunicazione mirata per informarli delle eventuali violazioni subite a seguito dell’ormai popolare caso Cambridge Analytica. Da oggi, in pratica, gli 87 milioni di profili vittime della più grande trafugazione di dati della storia del social network (oltre 200 mila gli italiani) vedranno in cima al news feed un messaggio nel quale si legge:
"Abbiamo bloccato il sito This Is Your Digital Life (l’applicazione di profilazione psicologica utilizzata come cavallo di Troia per carpire i dati personali) che uno dei tuoi amici ha utilizzato per il login, dal momento che potrebbe aver condiviso i tuoi dati di Facebook con una società chiamata Cambridge Analytica".
Per sapere da subito se il nostro account (o quello dei nostri amici) è stato utilizzato da Cambridge Analytica si può comunque cliccare su questo link.
Chi non ha nulla da temere vedrà apparire questo messaggio: "In base ai dati a nostra disposizione, né tu né o tuoi amici avete effettuato l'accesso a "This Is Your Digital Life". Di conseguenza, non ci risulta che le tue informazioni di Facebook siano state condivise con Cambridge Analytica tramite This Is Your Digital Life".
A circa due anni dai fatti, Facebook sta dunque allertando tutti gli utenti che sono stati direttamente o indirettamente coinvolti delle manipolazioni di Cambridge Analytica. Ai tempi della violazione, lo ricordiamo, il grande libro dell’amicizia consentiva infatti alle applicazioni di terze parti di richiedere sia i dati personali che quelli degli amici (opzioni poi eliminata proprio a seguito della violazione operata dalla società britannica)
Parallelamente alla comunicazione, Facebook invierà a tutti gli utenti un link che mostra in prima battuta quali sono le app che utilizziamo all’interno della piattaforma e quali informazioni condividiamo con esse. “Gli utenti saranno in grado di rimuovere le app che non vogliono più, riteniamo che queste modifiche consentiranno di proteggere meglio le informazioni”, ha spiegato il CTO di Menlo Park Mike Schroepfer, ammettendo comunque che c’è ancora molto lavoro da fare.