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Dopo la tragedia del Bangladesh i riflettori si sono subito spostati sulla Cambogia, dove il 16 maggio è crollata una fabbrica di scarpe. In questa foto l'esercito è impegnato a prestare i primi soccorsi sul luogo dell'incidente.
▲ Claudia Astarita
Quando si parla di condizioni di lavoro disumane a moltissime persone viene oggi in mente la Cina. E per quanto la Repubblica popolare non spicchi tra i paesi che più hanno a cuore la condizione degli operai, va riconosciuto che sono altre le nazioni in cui lo sfruttamento è la regola. Questo scatto arriva da una fabbrica di giochi di società del Guangdong, la regione più all'avanguardia del Paese.
▲ Claudia Astarita
Questa foto, come la precedente, è stata scattata nella mensa che l'azienda ha messo a disposizione degli operai per garantire loro "un luogo confortevole in cui riposare durante la pausa pranzo". Non si vedono ne' topi ne' insetti, ma lascio a voi giudicare quanto sia accogliente questa sala.
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In India, ad esempio, si sta molto peggio che in Cina. Questa foto è stata scattata in una fabbrica di mattoni. La maggior parte della forza lavoro è composta da donne, costrette a portare i figli in fabbrica non avendo nessuno a cui lasciarli. Una condizione che i datori di lavoro accettano volentieri, soprattutto quando questi ultimi "accettano con piacere" di dare una mano.
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Costruire o riparare strade è un lavoro lungo, noioso e faticoso. E a chi lo svolge, per risparmiare su tempi di realizzazione e trasporto, viene spesso richiesto di vivere accampato ai margini del cantiere. Dove può dormire all'aperto o, se più fortunato, in tenda. Molti operai che lavorano alla manutenzione delle strade vengono da fuori, e spesso scelgono di spostarsi nelle città che li assumono con la famiglia. Certi che la quotidianità ai margini dei cantieri sia per tutti migliore rispetto a quella dei luoghi dove sono nati.
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Le cose non vanno meglio in America Latina. Questa fotografia e la successiva sono state scattate in Bolivia, nella casa di una famiglia di minatori.
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Questa foto ci porta infine a Managua, in Nicaragua, in una fabbrica di caffé. Il primo piano sulle mani lascia sperare che la quotidianità alla catena di montaggio possa essere migliore di quella per le strade o in miniera. Purtroppo, però, raramente è così.
▲ Il 24 aprile scorso nella periferia di Dacca, in Bangladesh, un edificio di otto piani si è sbriciolato "per un difetto strutturale", e centinaia di persone hanno perso la vita travolte dalle macerie. Questa tragedia ha rilanciato il dibattito sulle condizioni di lavoro nei paesi in via di sviluppo . Ricordando al mondo che, purtroppo, crescita frenetica e desiderio diffuso di affrancarsi dalla povertà pagando qualsiasi prezzo hanno creato in molte nazioni le condizioni perfette per trascurare quelli che dovrebbero essere i diritti di base di tutti i lavoratori.