Come si nasconde un sottomarino

Nascondere un sottomarino non è compito semplice. Il più delle volte è lungo, largo e si può vedere ad occhio nudo, anche a chilometri di distanza. Ma dove si ferma l’immaginazione arriva la tecnologia. Dallo scorso 16 ottobre le autorità navali dell’arcipelago di Stoccolma stanno cercando un sottomarino, avvistato almeno tre volte nel giro di pochi giorni. Le illazioni sul caso sono tante, forse anche troppe, ma quando il tuo paese è nel giro delle manovre russe tutto è possibile. Non a caso qualcuno afferma come si possa trattare di un Triton, un mini sottomarino spedito da Mosca per spiare le azioni svedesi, con molta probabilità quelle congiunte Svezia-Olanda, ma anche qui si tratta solo di ipotesi. L’unica prova, se così si può definire, è una foto diffusa dal sito svedese “The Local”, che ritrae una piccola sagoma bianca vicino alla costa di Stoccolma, magari un sottomarino, magari tutt’altro.

Resta il dubbio: come si fa a nascondere un oggetto del genere? Non si può nemmeno dire che lo stiano cercando in pochi. Come afferma il Guardian, sono 200 i militari mobilitati per pattugliare il mare, insieme ad elicotteri, dragamine e una corvetta antisommergibile, dotata di rilevatori anti-radar e anti-stealth. Tradotto vuol dire che se anche ci fosse un mezzo che utilizza le più alte tecnologie di camuffamento, le forze armate svedesi sarebbero in grado di stanarlo. Ma finora non è successo. Certo le operazioni di ricerca non sono semplici: tra un’isola e l’altra sono più di 30 mila quelle presenti nell’arcipelago di Stoccolma; un bel po’ di spazio dove un ipotetico sottomarino potrebbe nascondersi.

Tecnologia tedesca

Dispositivi anti-nascondimento a parte, se nei mari svedesi dovesse esservi davvero un sottomarino russo non è detto che sia per forza individuabile. Sono passati più di 16 mesi dalla presentazione dell’ultimo super sottomarino invisibile in dotazione a forze militare: lo Scirè. Si tratta di un mezzo progettato in Germania ma prodotto in Italia, da Fincantieri. Per quanto ne sappiamo è uno dei migliori in quanto ad operazioni di spionaggio perché in grado di diventare quasi invisibile. Il tutto grazie all’integrazione di innovazioni hardware e software, che permettono a Scirè di muoversi nel mare con una “segnatura acustica” ridotta, comparabile a quella di un peschereccio classico, fatto di legno. In più il telaio di cui è ricoperto è amagnetico, con una verniciatura in grado di ridurre (o meglio interferire) con i sensori che rilevano navi e oggetti a motore in mare. Insomma Scirè c’è ma non si vede.

Il segreto è AIP

Scirè, a differenza dei sottomarini nucleari, non utilizza un motore elettrico alimentato da un reattore nucleare a fissione ma una “Air Independent Propulsion”, ovvero una propulsione data dall’impiego di cellulare a combustibile che generano una reazione chimica (dalla combinazione di idrogeno e ossigeno) senza rumore. Grazie a ciò, il more AIP può essere racchiuso in un contenitore che non rilascia vibrazioni o suoni, rendendo difficile la rilevazione acustica. La US Navy lo ha etichettato come un vero campione nella modalità spionaggio navale, in grado di compiere qualsiasi missione di Intelligence. Nulla da togliere al genio e alla competenza italiana, ma sorge il dubbio che la Russia abbia potuto fare di meglio, se non altro per i finanziamenti dedicati stanziati dal governo di Mosca. Del resto c’è chi è partito proprio da Scirè per migliorare la propria flotta. Si tratta di Israele che all’inizio di ottobre ha presentato INS Tanin, frutto di sette anni di lavoro degli ingegneri tedeschi e israeliti.

Test in Crimea

Il potenziale delle unità marine russe si era visto già a settembre quando, come parte dell’arricchimento militare derivante dall’annessione della Crimea, aveva presentato il primo di una nuova flotta di sottomarini super-silenziosi, parte della classe Kilo, da inviare alle basi nel Mar Nero. Il sommergibile, chiamato Novorossiisk, è stato costruito per compiere azioni di corto raggio, in mari poco profondi e “vicino a casa”. Come aveva spiegato ai media un portavoce delle forze armate russe, la flotta nel Mar Nero riceverà un totale di 6 sottomarini della classe Kilo entro il 2016, non tutti in una volta ma dopo i test effettuati su ognuno. Quelli sui primi due, il Novorossiisk e il Rostov-on-Don, si sono conclusi, mentre si attende il completamento del terzo e quarto, Stary Oskol e Krasnodar

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