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Comunione ai divorziati, guerra di lobby

Il «manuale Cencelli» è stato adottato anche in Vaticano. Questa l’impressione che si ricava scorrendo la lista dei 253 tra cardinali, vescovi, suore, religiosi, laici e coppie di sposi che parteciperanno al Sinodo straordinario sulla famiglia, dal 5 al 19 ottobre.


A costo di correre il rischio di dimenticare qualcuno, Papa Francesco ha usato il bilancino per dosare i partecipanti. L’obiettivo è dare la massima visibilità possibile a tutte le posizioni, evitando che i riformisti siano più numerosi dei conservatori, che gli esperti di pastorale mettano in minoranza i teologi, che i moralisti non lascino spazio ai canonisti. Ma tanta accortezza non è bastata a scongiurare lo scoppio della «guerra preventiva». Sono scesi in campo veri e propri gruppi di pressione che prima ancora dell’inizio dei lavori del Sinodo diffondono le loro posizioni attraverso libri, siti internet e articoli.

La lobby più battagliera è quella schierata contro la possibilità di riammettere i divorziati risposati alla piena comunione nella Chiesa (inclusa la possibilità di accedere ai sacramenti). Ci sono i cardinali di Curia Walter Brandmüller, Gerhard Müller, Velasio De Paolis e Raymond Leo Burke, più l’arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra, e l’ex presidente della Cei Camillo Ruini. Su questa linea anche l’arcivescovo di Milano, Angelo Scola, che però apre alle cause di nullità.

Sull’altro fronte ci sono i porporati più disponibili a rivedere la prassi pastorale nei confronti dei divorziati risposati. Li guida il segretario generale del Sinodo, Lorenzo Baldisseri, spalleggiato dal cardinale Walter Kasper e dal filippino Luis Tagle.

C’è infine il gruppo dei canonisti, cioè i giuristi che propongono una soluzione intermedia: confermare l’indissolubilità del matrimonio, ma semplificare le cause di nullità. Tra questi il relatore generale del Sinodo, Peter Erdo, e il canonista Francesco Coccopalmerio. Il Papa raccomanda di affrontare i problemi della famiglia nel mondo, non solo la questione dei divorziati risposati. Resta il fatto che, solo nel 2012, nel mondo sono state annullate quasi 50 mila nozze celebrate in chiesa, di cui 2.413 in Italia. E le cause ancora pendenti presso i tribunali ecclesiastici sono oltre 76 mila.

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