Politica
July 18 2021
Il primo messaggio da nuovo «capo» (a metà) del Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte è il perfetto di riassunto di quella che è stata la sua vita politica. Un mix di luoghi comuni, banalità, i soliti immancabili complimenti a se stesso ed al suo Governo per come ha affrontato la Pandemia (???). Che non ci sia nulla di nuovo, e di valido, lo dimostra il fatto che sulla sua pagina Facebook i like raccolti dopo 36 ore sono solo 80 mila. Numeri che i Ferragnez mettono insieme in 20 minuti con una foto del gomito; numeri bassi per quello che da due anni si auto presenta come «il politico più amato dagli italiani».
Dal punto di vista politico poi le sue parole fanno ancora più sorridere. Soprattutto quando annuncia la linea dura sulla riforma della giustizia ed il Reddito di Cittadinanza. Una sfida diretta al premier Draghi che però non si capisce con quali armi voglia fare.
L'esercito dei parlamentari grillini infatti in questi tre anni ha perso per strada una bella fetta dei suoi soldati, passati da destra a sinistra in ogni anfratto del Parlamento (pur di restarci oltre il limite dei due mandati). In più il M5S non può di certo votare contro il governo che sostiene sulla tanto discussa ed urgente riforma della giustizia; e, se anche votasse contro, la riforma passerebbe comunque con il sostegno degli altri partiti, con i grillini isolati a far opposizione da dentro Palazzo Chigi. Un assurdo, troppo assurdo anche per un uomo capace di governare con due maggioranze diverse in due anni diversi.
Idem si dica per la seconda bandierina grillina: il Reddito di Cittadinanza. Che verrà modificato, non cancellato, dando modo a Conte di annunciare ai suoi di aver salvato l'onore e la dignità ed a Draghi di proseguire il suo lavoro di modifica dei numerosi errori fatti in passato dell'avvocato del popolo, come richiesto dall'Europa e da gran parte del paese.
Ha tanti problemi, l'ex premier, il più grosso però è che pare non aver capito quale momento stia vivendo la politica nel nostro paese. Una politica bloccata dai suoi stessi limiti che si è consegnata a Draghi con l'esplicita richiesta di provare a guidare l'Italia fuori dalla più grave crisi sanitaria ed economica degli ultimi 80 anni.
Dalla fine del Conte-Bis in soldoni la politica, anzi, i partiti, hanno dovuto fare un bel passo indietro. Conte invece parla come se fosse sempre cento metri avanti a tutti. Al momento però rischia di essere ricordato per aver trasformato in figura centrale del Parlamento tale Ciampolillo e per non aver mai avuto il coraggio di sfidare gli elettori e guadagnarsi sul campo una poltrona.
Perché convincere gli italiani e conquistarli è la cosa più complessa di tutte, soprattutto se ci provi solo con le parole.