Economia
October 25 2024
Italiani in vantaggio in Europa quando si tratta di rendimenti dei conti deposito. Ma sulla generosità del nostro Paese verso questi risparmiatori incombe la pressione della politica monetaria della Bce. Se il ciclo dei tagli, come è probabile, proseguirà ecco che i conti deposito vedranno un’ulteriore contrazione dei rendimenti. E pur partendo da un vantaggio in Europa i risparmiatori italiani potrebbero andare incontro a una compressione dei margini di profitto.
Fino a pochi mesi fa, i conti deposito italiani erano in grado di offrire rendimenti lordi annui fino al 5% sui prodotti vincolati, ora anche le migliori offerte si fermano al 4% lordo, un calo significativo. Nonostante ciò, il mercato italiano si conferma uno dei più competitivi in Europa. Secondo un'analisi condotta da Facile.it su dati Eurostat aggiornati ad agosto 2024, i conti deposito con vincoli superiori a due anni offrono in media un tasso di rendimento del 3,31% annuo. Questa cifra colloca l'Italia al secondo posto in Europa, superata solo dalla Lituania, dove i risparmiatori possono beneficiare di un rendimento medio del 3,84%. Al terzo posto c’è l'Estonia con un tasso medio del 3,24%, seguita dalla Francia (2,96%) e dall'Austria (2,77%). Questa posizione di rilievo rende l’Italia una delle aree più generose per i risparmiatori europei. Basti pensare che in Germania il rendimento dei conti deposito vincolati si attesta solo al 2,31%, mentre in Spagna è particolarmente basso, con un tasso medio dell'1,24%, ovvero meno della metà rispetto all'Italia. Il confronto con gli altri Paesi europei evidenzia quindi un vantaggio rilevante per i risparmiatori italiani che scelgono questo tipo di investimento.
Ma gli occhi sono puntati sui tagli ai tassi d’interesse della Bce. Da una parte, chi ha un mutuo a tasso variabile trae beneficio da una riduzione dei costi mensili, ma per chi si affida ai conti deposito, le prospettive non sono altrettanto rosee. Facile.it rileva che i rendimenti dei conti deposito italiani vincolati sono calati in media di 25 punti base dopo il taglio di settembre, mentre quelli dei conti non vincolati hanno registrato una riduzione di 15 punti base. E con l’ulteriore taglio di ottobre le aspettative di nuovi ribassi dei tassi sono concrete.
Se invece si passa a considerare i rendimenti dei conti correnti, la situazione cambia radicalmente. In Italia, i conti correnti offrono un rendimento annuo dello 0,37%, una cifra di poco inferiore alla media europea dello 0,38%. In cima alla classifica europea, i correntisti lussemburghesi hanno goduto di un tasso medio annuo dell’1,54%, ben quattro volte quello italiano. Anche in Austria e Germania le condizioni sono migliori, con tassi dello 1,04% e dello 0,62% rispettivamente. Altri Paesi europei sono riusciti a fare peggio dell’Italia: la Spagna offre un rendimento medio dello 0,17% sui conti correnti, mentre la Francia arriva addirittura a livelli quasi nulli con lo 0,06%.