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June 21 2016
Dal 1993 l'Argentina non riesce ad alzare al cielo il trofeo di una grande competizione. E mai lo ha fatto Leo Messi con la maglia della nazionale in una carriera stracolma di riconoscimenti, ma avara quando si tratta di servire il proprio Paese. Sono solo due dei mille motivi per non snobbare la corsa alla Copa America del centenario che l'Argentina comincia davvero nella notte affrontando in semifinale gli Stati Uniti di Jurgen Klinsmann.
C'è una vendetta sportiva da inseguire e c'è uno zero da cancellare. Perché Messi è grande, ma non sarà mai il più grande di tutti fino a quando non riuscirà a trascinare l'Argentina oltre l'ostacolo cominciando a limitare il gap emotivo e di leadership con un certo Diego Armando Maradona. Anche il record di gol (54 alla pari di Batistuta) non basta. Serve altro. Serve la coppa.
Argentina favorita, ma occhio a Cile e Colombia
In realtà, la finale dell'Argentina viene data quasi per scontata da chi segue la Copa America e la racconta. L'uscita di scena di uno dei peggiori Brasile di sempre e il suicidio dell'Uruguay hanno spianato la strada alla rivincita con il Cile che un anno fa beffò Messi e compagni ai rigori facendo impazzire un'intera nazione. C'è dio mezzo anche la Colombia, orgogliosa e temibile, una delle migliori realtà di questo torneo oltre che gli Stati Uniti che si sono fatti largo un po' per volta nella borghesia del Sud America.
Per l'Argentina si tratta di una vendetta doppia. Klinsmann era in campo all'Olimpico di Roma nel 1990 quando la Germania tolse il sogno del Mondiale a Maradona in una delle finali più brutte e polemiche di sempre. E gli Usa sono legati a doppio filo alla storia calcistica argentina perché lì, nel 1994, Diegol segnò la sua ultima rete albiceleste contro la Grecia prima di essere controllato all'antidoping e mandato a casa per sempre. La data? 21 giugno 1994: esattamente 32 anni fa.
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Messi e il record di gol contestato in Argentina
Messi è chiamato a cancellare quei tristi ricorsi e, se possibile, a convincere prima di tutto gli argentini di essere degno dell'eredità di Diego. Il primato condiviso con Batistuta, come detto, non ha scaldato i tifosi che gli rinfacciano l'incapacità di essere decisivo. Delle 54 reti segnate in nazionale, ben 27 sono in amichevole e solo 12 delle restanti 27 sono state decisive per il risultato finale.
Una storia infinita: marcature solo nel girone nel Mondiale 2014 e solo su rigore (1) nella Copa America 2015. Niente gol segnati sia al Mondiale sudafricano del 2010, sia nella Copa America giocata in casa e persa nel 2011. E anche qui negli Stati Uniti solo reti (4) a risultato acquisito. Il più grande di tutti deve, insomma, superare ancora l'esame più difficile. Da questa notte può provarci.
ARGENTINA-USA, ORE 3 (ITALIANE) A HOUSTON - IN DIRETTA SU SKY SPORT 1 E SKY SUPERCALCIO