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Corea del Nord: ecco cosa prevede la risoluzione approvata dall’Onu

Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha votato all'unanimità le nuove sanzioni contro la Corea del Nord, in risposta all'ultimo test nucleare dello scorso 3 settembre.

La risoluzione adottata dai 15 Paesi membri mette al bando il tessile di Pyongyang e limita le forniture di petrolio e gas al regime di Kim Jong-un, per togliere linfa vitale al suo programma nucleare.

"Oggi stiamo dicendo che il mondo non accetterà mai una Corea del Nord armata di nucleare e stiamo dicendo che se il regime non fermerà il suo programma atomico, interverremo noi per bloccarlo", ha ammonito l'ambasciatrice Usa all'Onu, Nikki Haley, sottolineando quanto l'alleanza stretta dal presidente Donald Trump con il leader cinese Xi Jinping sia stata cruciale per scongiurare veti in Consiglio di Sicurezza.

La mediazione russo-cinese

Inizialmente gli americani avevano messo sul tavolo un progetto di sanzioni economiche decisamente più duro: embargo petrolifero, blocco navale, bando sul tessile, divieto di assunzione di lavoratori nordcoreani da parte di paesi terzi e congelamento dei beni di Kim Jong-un ma sul quale Cina e Russia avevano manifestato scetticismo.

Gli americani hanno poi alleggerito la proposta, rimpiazzando l'embargo energetico con tagli alle forniture, rimuovendo il congelamento degli asset del dittatore e il bando ai viaggi di Kim.

"Sono di gran lunga le misure più pesanti mai decise per la Corea del Nord", ha osservato la Haley. "Ci danno maggiori possibilità di riuscita nell'impedire al regime di alimentare e finanziare il suo programma missilistico e nucleare", ha rimarcato l'ambasciatrice Usa, "ma sappiamo che funzionano solo se tutte le nazioni le attuano pienamente e aggressivamente".

Pechino "è costantemente impegnata per la denuclearizzazione della penisola nordcoreana, per la pace e la stabilità nella penisola per la soluzione di questa questione tramite il dialogo e le consultazioni", ha dichiarato dopo il voto l'ambasciatore cinese all'Onu, Liu Jieyi.

Alla vigilia della riunione del CdS, Pyongyang aveva minacciato ritorsioni nel caso di un inasprimento delle sanzioni, promettendo all'America "le peggiori sofferenze della sua storia".

Quanto valgono "in soldoni" le nuove sanzioni

Il nuovo pacchetto di sanzioni comporterà una sforbiciata del 30% all'import di petrolio nella Corea del Nord, tagliando del 55% i prodotti raffinati forniti al Paese. Una misura che combinata con le altre restrizioni Onu (su carbone, tessile, ferro e prodotti ittici) mette al bando il 90% dell'export dichiarato nordcoreano, pari 2,7 miliardi di dollari.

A Pyongyang sarà impedito l'export di tutti i prodotti tessili, la seconda voce delle esportazioni di Paese dopo il carbone, bloccato dall'Onu con la risoluzione di condanna del 5 agosto scorso insieme ai prodotti ittici.

L'industria tessile frutta alla Corea del Nord 752 milioni di dollari l'anno, per l'80% da acquisti cinesi, secondo i dati dell'istituto del commercio estero di Pyongyang.

Le nuove misure vietano poi ai lavoratori nordcoreani impiegati all'estero di incassare stipendi che servono a finanziare il programma nucleare del regime (stimati in circa 500 milioni di dollari all'anno), bandisce gli investimenti esteri, il trasferimento di tecnologie e altre cooperazioni economiche, secondo il documento diffuso dalla rappresentanza Usa a Palazzo di Vetro.

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