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January 02 2018
Se da una parte c'è l'ottimismo che fa seguito alla notizia che gli atleti nordcoreani potrebbero partecipare ai Giochi Olimpici invernali, in programma in Corea del Sud, dall'altra Kim Jong-un è già pronto a una nuova provocazione: il lancio di un supermissile, il più potente mai testato nella storia della Corea del Nord.
La rivelazione è arrivata da un disertore che ha lanciato l'allarme: Pyongyang potrebbe disporre presto di un nuovo razzo, che ufficialmente servirebbe a lanciare in orbita un proprio satellite nordcoreano, ma in realtà potrebbe essere impiegato per colpire i "nemici", primi tra tutti gli Stati Uniti.
L'arsenale militare nordcoreano si prepara dunque a far spazio all'arma più potente mai avuta a disposizione dal paese asiatico: si tratterebbe di un Unha-4, ovvero una versione implementata del Unha-3, un vettore missilistico a tre moduli, che appartiene alla classe di razzi contro il cui uso si era già schierato l'Onu.
L'unha o Eunha, che in coreano significa "galassia", è infatti un lanciatore spaziale espandibile, derivato da un missile balistico a lungo raggio, denominato Taepodong-2. E' lungo 98 piedi (circa 30 metri), ha un diametro di 2,41 metri e una massa di 85 tonnellate, e si basa sulla tecnologia balistica dell'ex Unione sovietica. Sarebbe già pronto, anche se ai tecnici nordcoreani occorrerebbero ancora sei mesi per ultimare i dettagli sul lancio.
Ufficialmente la Corea del Nord aveva giustificato la realizzazione di un Unha-3 con il diritto di dotarsi di un razzo in grado di trasportare in orbita un proprio satellite. In realtà la comunità internazionale aveva condannato l'azione, perché il veicolo può fare da vettore per apparecchiature spaziali così come per una testata a scopi bellici.
A febbraio del 2016, dopo diversi tentativi nell'ambito del proprio programma spaziale, il regime nordcoreano aveva portato a termine con successo il lancio di un Unha-3 dalla stazione spaziale di Sohae, nell'estremo nord ovest del Paese.
Gli esperti non erano stati in grado, però, di individuare alcun tipo di trasmissione dal satellite. Secondo quanto riporta il giornale giapponese Mainichi, che cita un disertore di Pyongyang, il vero scopo del nuovo missile sarebbe proprio quello di dotarsi di un'arma potentissima, in grado di colpire paesi ostili.
L'ordine di realizzazione del razzo, che potrebbe essere pronto entro giugno, sarebbe stato dato da Kim Jong-un in persona in occasione di un summit di due giorni con i vertici militari nordcoreani e con i maggiori scienziati del paese, a metà dicembre.
Il timore è che il nuovo ordigno possa essere testato il 9 settembre prossimo, in occasione del 70esimo anniversario di fondazione della Repubblica Democratica Popolare di Corea, creata nel 1948 da Kim Il-sung, nonno dell'attuale leader Kim Jong-un.
Già in occasione dei festeggiamenti per i 69 anni del regime, infatti, il ministro degli Esteri aveva definito la Corea del Nord una "piena potenza nucleare" che non avrebbe abbandonato gli sforzi per lo sviluppo dei propri armamenti.
È stato poi il principale giornale del regime nordcoreano, il Rodong Sinmun, lo scorso 25 dicembre a scrivere: "Il lancio del nostro satellite è un legittimo esercizio del nostro diritto che rispetta perfettamente con la carta delle Nazioni Unite, la quale sancisce i diritti fondamentali di rispetto della sovranità e dell'uguaglianza, e le leggi internazionali che governano l'uso pacifico dello spazio".
Pyongyang, dunque, non arretra e punta nel 2018 a "concentrarsi sulla produzione di massa di testate e missili balistici per il dispiegamento operativo", precisando che "queste armi saranno usate solo se la nostra società sarà minacciata". Nell'anno appena concluso la Corea del Nord ha lanciato 18 nuovi vettori balistici, compreso quello che è stato identificato dagli esperti come un missile intercontientale Icbm, lo scorso novembre, che secondo il regime nordcoreano sarebbe in grado di raggiungere Washington e New York.
La notizia del nuovo razzo arriva in contemporanea con un allarme appena lanciato dal Sejong Institute della Corea del Sud: "Il settimo test nucleare della Corea del Nord potrebbe non avvenire sottoterra (come i precedenti, ndr), ma sull'Oceano Pacifico" ha avvertito Cheong Seong-chang, analista dell'Istituto, in un report citato dal britannico Telegraph.
Solo poche ore fa, poi, Kim Jong-un in persona ha ricordato in tono minaccioso agli Stati Uniti in particolare di avere il "pulsante nucleare" sul proprio tavolo, ricordando di aver completato nel 2017 "la realizzazione storica del completamento delle capacità nucleari".