Una scena di "Doppio Sospetto" (Versus production © G. Chekaiban)
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Il Coronavirus blocca il cinema: incassi crollati, uscite posticipate

Il Coronavirus colpisce anche il cinema, in tutta Italia, non solo nelle regioni in cui l'allerta è alta, con sale cinematografiche forzatamente chiuse almeno fino al 1° marzo (Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna). L'ordinanza pubblica firmata dalle Regioni e dal Ministero della Salute ha creato una reazione a catena.

Le uscite in sala rimandate

Si vive una volta sola, l'ultima commedia di Carlo Verdone per cui era già in corso una vivace campagna di promozione, sarebbe dovuta uscire il 26 febbraio, ma… «i produttori e i distributori hanno ritenuto opportuno posticipare l'uscita al cinema in segno di solidarietà nei confronti del pubblico che in alcune regioni d'Italia non potrebbe comunque vedere il film a causa di un evento così inatteso e imprevedibile». Stessa sorte per Volevo nascondermi, il film di Giorgio Diritti presentato al Festival di Berlino, con Elio Germano nei panni del pittore Toni Ligabue: distribuzione programmata per il 27 febbraio e ora rinviata a data da destinarsi. Idem per Dopo il matrimonio con la stupenda accoppiata Michelle Williams e Julianne Moore, l'horror The Grudge, i cartoon Lupin III – The First e Arctic - Un'avventura glaciale, la commedia per famiglie Non si scherza col fuoco.

Lo Speciale di Panorama.it sul Coronavirus

Slittano a data da destinarsi anche tanti film dall'uscita meno impellente, come Cambio tutto di Guido Chiesa, Il talento del calabrone di Sergio Castellitto e Un amico straordinario con Tom Hanks (dovevano uscire il 5 marzo), Tornare di Cristina Comencini (previsto per il 12 marzo).

I tre coraggiosi che escono nonostante tutto

Ci sono però tre film che sfidano il Coronavirus e scendono ugualmente in sala, il 27 febbraio, ovviamente nelle regioni dove vedersi un film in compagnia, su grande schermo, non è un tabù. Uno è Doppio sospetto di Olivier Masset-Depasse, bel noir belga distribuito da Teodora Film, che fa sapere: «Riteniamo sia importante, laddove possibile, offrire in questi giorni l'opportunità di pensare anche ad altro, abbandonarsi a una storia coinvolgente, mettere da parte per un paio d'ore la realtà. Non c'è modo migliore di farlo che attraverso il cinema». Non cambiano piani neanche il poliziesco rumeno La Gomera - L'Isola del fischidi Corneliu Porumboiu, che ha come location l'isola delle Canarie dove è ancora usato un antico linguaggio dei pastori basato sui fischi, e l'italiano La partita di Francesco Carnesecchi, ambientato nella periferia capitolina, in un campo di calcio qualsiasi.

Il danno economico

Va da sé che l'effetto Coronavirus peserà non poco sulle tasche degli operatori del cinema, facendo virare bruscamente la tendenza positiva registrata dal mercato lo scorso anno e nelle prime settimane del 2020 (anche grazie a Tolo Tolo di Checco Zalone).
Già nel weekend alle spalle il botteghino ha lasciato sul terreno il 44% rispetto a una settimana fa, perdendo 4,4 milioni di euro (e 2,4 milioni sull'analogo fine settimana del 2019). Particolarmente critico il bilancio di domenica, giornata clou per gli incassi settimanali, ma che già aveva visto scattare l'allarme contagio: 673 mila euro in meno rispetto a sabato, quasi 2 milioni persi sulla domenica precedente, 1,6 milioni su un anno fa.

Le chiusure dei cinema a Milano

Intanto Milano, con i cinema chiusi, sembra una città sospesa e in attesa. Il Cinema Palestrina, storica sala in zona Loreto, riflette su questo evento del tutto eccezionale con una considerazione giocosa: «Non siamo chiusi perché c'è in corso una presunta epidemia, è in corso una presunta epidemia perché i cinema sono chiusi, una volta riaperti finirà anche questo brutto film».

Ripercorrendo i decenni scorsi di proiezioni e film, la chiusura temporanea delle sale cinematografiche milanesi sembra un fatto del tutto straordinario. Capitò nel 1939, quando cinema e teatri chiusero nel giorno dei funerali di Papa Pio XI. In tempi più recenti, a parte alcune chiusure a Roma legate a fatti sanguinosi degli anni di Piombo, si arriva agli anni Cinquanta, come rievocano i gestori del Palestrina: era il febbraio del 1958 e ci fu un curioso sciopero indetto dall'Agis per protestare contro la nascita di "salette televisive" concorrenziali. Il Coronavirus va oltre "ogni morte di papa".

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