Coronavirus: il tasso di mortalità per fascia d'età
Chi muore davvero di questa epidemia da coronavirus? I più anziani o anche persone giovani e sane? E i bambini sono in pericolo o il virus, per qualche ragione, li risparmia?
A dare una risposta a queste domande è il più ampio studio finora pubblicato dall'inizio dell'epidemia, una ricerca condotta dai Centers for diseases control cinesi (CCDC), su circa 44 mila individui contagiati. Se date un'occhiata alle tre tabelle che riportiamo qui sotto, (pubblicate sul Chinese journal of epidemiology), è chiaro che il maggior rischio di mortalità riguarda le persone più anziane: tra gli ultra 80enni ricoverati, il virus risulta letale in quasi il 15 per cento. E via via a scendere: la percentuale di letalità si dimezza quasi per chi ha tra 70 e 79 anni, scende sotto il 4 per cento tra i 60 e il 69, si attesta al 1,3 per cento sotto i 59 anni e così via, fino allo 0,2 per cento dai 10 ai 39 anni. Prima di quell'età, al momento, non si sono registrati casi di malattia.
Segno che il virus, per i più piccoli, non rappresenta un pericolo serio come è invece lo è per gli adulti.Anche tra maschi e femmine, le cose cambiano: gli uomini mostrano un rischio più elevato di morire per il coronavirus (2,8 per cento) rispetto alle donne (1,7 per cento), forse anche perché in Cina i fumatori sono molto più spesso uomini; e il fumo aumenta le complicanze, in ogni malattia, e rende i polmoni, che oltretutto sono l'organo bersaglio di questo coronavirus, più fragili.
Lo speciale di Panorama.it sul Coronavirus
Infine, chi al momento della malattia non presentava cosiddette co-morbilità, ossia patologie pre-esistenti di altro genere, aveva meno dell'1 per cento di probabilità di soccombere, eventualità che sale di parecchio in chi già soffre di malattie cardiovascolari, diabete, malattie respiratorie croniche, ipertensione e tumori.
L'indagine dei Cdc cinesi, infine, attesta il tasso di mortalità generale del Covid-19 intorno al 2,3 per cento. E conferma che nell'80,9 per cento i sintomi sono lievi, tanto che la guarigione avviene a casa propria; diventano gravi nel 13,8 per cento (con polmonite e mancanza di respiro) e critici nel 4,7 per cento (insufficienza respiratoria fatale, insufficienza d'organo, shock settico).
OUR NEWSLETTER