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June 20 2017
Tra denunce e segnalazioni, opinioni allarmanti di genitori apprensivi e a volte conclusioni affrettate da parte dei media, si parla di “blue whale”, o meglio di istigazione al suicidio e, quindi in questo caso, di indagini.
Che il fenomeno, in quanto tale, esista davvero c’è da prenderla con le molle. Di sicuro però ci sono una ventina di fascicoli che riguardano una cinquantina segnalazioni e, cosa ancora più grave, una persona indagata per istigazione al suicidio, appunto, legato a un gioco perverso consumato via social. Nel dettagli: con una cinquantina di prove tra cui autolesionismo a suo carico, una ragazza milanese di 20 anni infatti è accusata di aver convinto, tramite Instagram, una 12enne a procurarsi delle ferite e a inviarle delle foto dei particolari.
Nato in Russia e diffusosi poi in tutto il mondo, il gioco dai contorni incerti della Balena Blu, ma a cui sono stati associati alcuni casi di suicidio, prevede circa 50 passaggi tra tagli sul corpo e azioni estreme, che portano alla morte autoprovocata di chi accetta la sfida. Inutile dirlo che il gioco fa leva sulla vulnerabilità dei ragazzi che vi partecipano. L’adescamento avviene on line e prevede 50 prove in 50 giorni imposte da un cosiddetto “tutor" o "curatore” ai suoi seguaci, tramite diversi social.
Come detto, nel Blue Whale esistono 50 regole da seguire tra cui l’obbligo di incidersi sulla mano con il rasoio "f57" e procurarsi tagli lungo le vene, per poi inviare una foto al curatore. Alzarsi alle 4.20 del mattino e guardare video horror, passare un ago sulla mano, andare sul tetto di un palazzo e arrampicarsi lungo il cornicione. Dulcis in fundo, dopo che il curatore ha stabilito la data di morte del seguace, suicidarsi.
Sia in Russia che in Brasile i ragazzi giocava alla “balena blu” già dallo scorso anno. In Russia da maggio 2017 invece le “chat della morte” sono state definite reato anche se dei 130 casi di suicidio dei teenager non si trova conferma. Per il governo di Mosca, comunque, il fenomeno dei “siniy kit” (o Blue Whale, come viene definito nel resto del mondo) può essere punito con 3-6 anni di reclusione, anche in assenza di tentato suicidio, e fino a 8 anni se esiste una vittima. I giornali russi intanto riportano notizie della diffusione del gioco in tutto il mondo, dall’Irlanda alla Spagna, dalla Grecia alla Polonia, fino alla Cina. E ora anche in Italia.
A seguito delle indagini della polizia postale, coordinate dal pm Cristian Barilli, è stata iscritta per istigazione al suicidio una ragazza di 20 anni, di Milano, perché via Instagram avrebbe portato una 12enne a procurarsi delle ferite sul corpo e ad inviarle poi le foto. L'indagine è solo all'inizio, ma aglia tti sono un notebook e il telefono all'indagata e il cellulare della vittima. Al vaglio invece i messaggi che saranno presto sottoposti a un accertamento tecnico per appurarne il tenore o la gravità, ma soprattutto se sono davvero della 20enne milanese.