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September 15 2017
Zapad in russo significa “Occidente”. Il nome è noto negli ambienti militari internazionali per essere stato durante l’epoca dell’Unione Sovietica il codice delle esercitazioni militari che l’Armata Rossa conduceva ogni quattro anni sul fronte occidentale, in previsione di una possibile invasione straniera e dunque in funzione anti-Nato.
Per questo motivo, ancora oggi il solo nominare Zapad riporta a uno stato di tensione comprensibile negli ambienti militari occidentali. Anche perché una sua caratteristica peculiare è sempre stata l’eccezionale mobilitazione di truppe: nel settembre del 1981, ad esempio, coinvolse ben 100mila soldati e migliaia tra tank e velivoli d’attacco, qualificandosi come una delle più imponenti esercitazioni di Mosca per quel tempo.
Simili manovre belliche naturalmente furono interrotte con il crollo dell’Urss, ma l’esercitazione fu ripristinata già nel 1999 dalla Federazione Russa per volere di Vladimir Putin, che intendeva lanciare un messaggio preciso al mondo: il ritorno di Mosca al ruolo di superpotenza.
L'Europa orientale. Evidenziata la semi-exclave di Kaliningrad, territorio russo fra la Polonia e la Lituania e la Bielorussia; quest'ultima è alleata di Mosca. (Google Maps/Scribble Maps/ Panorama.it)
Da allora, simili esercitazioni hanno ruotato sui vari fronti russi, e l’ultima in Europa è avvenuta nel 2013. Ragion per cui, nonostante l’apprensione internazionale, il dispiegamento settembrino di forze ai confini occidentali da parte del Cremlino non rappresenta una novità di per sé (Zapad 2017 è iniziata il 14 settembre e si concluderà presumibilmente il giorno 20, anche se fonti inglesi sospettano una durata maggiore).
Al quartier generale della Nato questa esercitazione di routine appare come una mossa strategica per posizionare definitivamente le forze armate russe in Bielorussia, testa di ponte per una possibile minaccia alla Polonia o, peggio, un’invasione dell’Ucraina. Paese con il quale, come noto, è in corso una guerra ai confini orientali del Donbass (a Donetsk e Luhansk) e che ha già visto la Crimea occupata e annessa ai territori russi nel 2014.
Minsk, alleato di ferro di Mosca, sinora si è sempre rifiutato di ospitare forze russe in fermo permanente sul proprio territorio, consapevole del fatto che le pulsioni egemoniche di Mosca potrebbero costare caro, proprio come avvenuto ai vicini di Kiev. Ciò nonostante, il presidente Alexander Lukashenko, amico personale di Putin, sa che il suo paese dipende in gran parte dalla partnership con la Russia e, pertanto, tollera quasi volentieri le prepotenze di Putin, arginandole come può.
In effetti, come continuano a sostenere negli ambienti Nato, in passato il Cremlino ha già sfruttato esercitazioni militari come copertura in previsione di un attacco agli stati confinanti - come l’Operazione Kavkaz del 2008, preludio alla guerra contro la Georgia nel 2008 - e pertanto non c’è da fidarsi molto dell’orso russo. Ciò detto, la propaganda Nato crea talvolta timori esagerati, forse inutili.
Secondo fonti russe, Zapad 2017 coinvolgerà soltanto 12.700 militari, giusto 300 in meno rispetto alla soglia che l’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) ha stabilito per inviare osservatori della NATO a monitorare simili esercitazioni.
Le operazioni prevedono un’esercitazione congiunta tra le forze armate russe e bielorusse, che coinvolge la semi-exclave russa di Kaliningrad, un lembo di terra tra Polonia e Lituania che offre a Mosca un accesso privilegiato al mar Baltico.
Le forze armate di Mosca e Minsk simuleranno la risposta a un attacco da parte di un paese ostile, dunque sarà in funzione difensiva.
Ma Svezia, Danimarca, Estonia, Francia, Lituania, Norvegia e Stati Uniti non credono a queste cifre e, secondo quanto riporta il New York Times, stimano in 100mila il numero dei militari che verranno realmente schierate da Mosca ai confini occidentali.
Per questo motivo, Stoccolma ha inaugurato preventivamente con i succitati alleati, l’Operazione Aurora 17, un’imponente esercitazione che vede la partecipazione di 20mila soldati tra svedesi e alleati e che simula un attacco a sorpresa contro la Svezia da parte di un Paese ostile. Non a caso, la Svezia ha militarizzato l’isola di Gotland, a soli 345 chilometri di distanza dall’enclave di Kalinigrad, proprio una delle aree dove si svolgerà Zapad 2017.
In conclusione, né Mosca né la Nato hanno motivo di ritenere che la controparte voglia realmente alzare il livello di scontro e, spesso, nella geopolitica l’imprevedibilità è un fattore secondario, mentre gli obiettivi primari restano l’orizzonte unico di riferimento.
In questo senso, ambo le parti sanno che, allo stato attuale delle cose, uno scontro in Europa orientale non conviene a nessuno, poiché alcun risultato concreto potrebbe essere raggiunto attraverso le armi. Anche se, in fondo, nessuno vuole farsi trovare impreparato.