Economia
June 27 2018
Incidenti mortali sul lavoro in aumento del 3,1% nei primi 5 mesi 2018, ma in calo del 2,8% nel 2017 rispetto all'anno precedente.
A scattare la fotografia degli infortuni sul lavoro è la Relazione annuale dell'Inail, presentata alla Camera dei deputati dal presidente Massimo De Felice.
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale infatti sono state da gennaio a maggio complessivamente 389, 14 in più rispetto alle 375 dello stesso periodo del 2017.
Una crescita che si registra soprattutto nel settore industria e servizi dove si è registrato un +8,7% di casi mortali che sono passati da 320 a 348 e che si sono concentrati essenzialmente nel Nord-Ovest (19 casi mortali) e nel Nord-Est (18).
A livello regionale sono Lombardia, Veneto e Piemonte a registrare gli incrementi di incidenti mortali più elevati, 12 in più in Lombardia e Veneto, e 10 in Piemonte.
Cali significativi invece in Abruzzo (da 25 a 6), teatro nel 2017 delle tragedie di Rigopiano e Campo Felice, in Puglia (da 24 a 11) e in Sicilia (da 30 a 18).
In merito alle malattie professionali l'Inail rileva, nei primi cinque mesi del 2018, un aumento delle denunce, un dato in controtendenza rispetto alla diminuzione registrata nell'arco del 2017.
L'incremento delle morti al 31 maggio si attesta al 3,1% con 818 casi in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, passando da 26.195 a 27.013. Tuttavia, a gennaio si è registrato il maggior aumento con +14,8%, a seguire +10,3% a febbraio, +5,8% a marzo e +5,5% ad aprile.
Un quarto dei casi protocollati dall'Istituto si concentra al Sud dove si riscontrano gli incrementi delle tecnopatie denunciate (+648 casi) e al Centro +402. Si rilevano anche 808 denunce in più per i lavoratori (da 19.025 a 19.833) e 10 in più per le lavoratrici (da 7.170 a 7.180). La quasi totalità dell'aumento delle denunce (+804) riguarda lavoratori italiani rispetto a quelle dei lavoratori stranieri (+14).
L'incremento delle denunce di casi mortali sul lavoro nel periodo da gennaio a maggio 2018, rispetto allo stesso periodo 2017, ha interessato solo quelle dei lavoratori stranieri che sono passate da 50 a 65 pari al +30%, mentre quelle dei lavoratori italiani, le più numerose, sono diminuite di una sola unità da 325 a 324.
Altro dato significativo riguarda i decessi per classi di età, una morte su due ha coinvolto infatti, lavoratori di età tra i 50 e i 64 anni per i quali si registra un incremento tra i due periodi di 30 casi da 167 a 197 (+18%).
Invece, diminuiscono le denunce dei lavoratori tra i 35 e i 49 anni che passano da 121 a 105 (-13,2%) mentre risultano stabili le denunce degli under 34 (da 57 a 59) e degli over 65 (da 28 a 30).
Incidenti mortali in calo del 2,8% nel 2017 rispetto all'anno precedente. "Delle 1.112 denunce di infortunio con esito mortale (erano 1142 nel 2016), infatti, quelli accertati sul lavoro sono stati 617. Anche se i 34 casi ancora un istruttoria fossero tutti riconosciuti 'sul lavoro' si avrebbe una diminuzione del 2,8% sul 2016 e del 25% sul 2012", si legge nel report presentato dal presidente massimo De Felice.
In generale sono comunque state poco più di 641 mila le denunce di infortunio registrate nel 2017, più o meno sullo stesso livello del 2016 ma in calo del 14% rispetto al 2012. Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono poco meno di 417 mila, di cui circa il 19% avvenuti fuori dall'azienda, in itinere. Gli infortuni sul lavoro hanno causato circa 11 milioni di giornate di inabilità con un costo a carico dell'Inail.
In calo anche le denunce di malattia professionale, circa 2.200 in meno rispetto al 2016 mentre sono aumentare del 25% rispetto al 2012; è stata riconosciuta la causa professionale al 33% mentre il 3% è ancora in istruttoria. Il 65% delle denunce riguarda patologie del sistema osteomuscolare.