La lezione dello Stato a Cospito

Sono diversi i compiti di uno Stato. C’è quello di gestire il paese, in poche parole di governare. Cosa non semplice. Ma c’è dell’altro e forse l’altro certe volte è ben più importante della gestione del Pnrr, dei migranti, della manovra economica. Uno Stato a volte deve educare e per far questo bisogna partire da alcuni punti fermi, dai quali non ci si può e non ci si deve spostare. Sono i paletti, anzi, le fondamenta di una nazione senza le quali tutto il castello cadrebbe a terra in mille pezzi.

La notizia è che Alfredo Cospito ha fatto due aggiunte alla sua alimentazione nel pieno dello sciopero della fame cominciato lo scorso ottobre; dopo gli integratori da oggi il leader del mondo anarchico che rifiutava il cibo per protesta contro il regime di carcere duro a cui è sottoposto da anni, ha deciso di introdurre latte e parmigiano.

In pratica ha deciso di cominciare a mangiare, a ridurre il suo digiuno, la sua battaglia davanti ad uno Stato, dal Presidente del Consiglio, al Governo, ai giudici della Cassazione, che gli hanno semplicemente detto «No», nel pieno rispetto dei diritti che Cospito, in quanto cittadino, ha e sempre avrà.

Certo, curioso sapere che aumenterà i suoi pasti proprio nel giorno in cui, essendo oggi venerdì Santo, i cattolici per penitenza digiunano. Scherzi del destino.

Quello che resta è il piccolo passo indietro di Cospito, che forse non avrà altri, ma che tanto dice più che della sua battaglia personale (cui i grandi boss della mafia avrebbero poi fatto loro in un batter d’occhio) della forza «educativa» dello Stato.

No malgrado il digiuno, No malgrado le proteste di piazza e le manifestazioni dove non sono mancate i gesti di violenza contro la Polizia, contro le banche, contro le macchine di lusso, contro le cose pubbliche… No. Punto.

Un paese, un governo certo va giudicato per come affronta l’inflazione, per come aiuta i poveri, per la riduzione del cuneo fiscale e di tante altre cose. Ma soprattutto la gente vuole che le istituzioni ci siano, esistano ed abbiano la forza di tenere la barra dritta davanti alle piccole grandi tempeste di tutti i giorni.

Si chiama credibilità, serietà, forza e quello che ne consegue è stima, fiducia e rispetto. Non basta per dire che vada tutto bene; di certo è il miglior punto di partenza possibile

YOU MAY ALSO LIKE