ANSA/ PAOLO ZEGGIO L'attracco della Costa Concordia nel porto di Genova dopo una notte di navigazione trainata dai rimorchiatori - 12 maggio 2015 ▲ ANSA/ PAOLO ZEGGIO La Costa Concordia dopo una notte di navigazione trainata dai rimorchiatori giunge all'imboccatura nel porto di Genova dove verrà smantellata in modo definitivo, 12 maggio 2015 ▲ ANSA/ PAOLO ZEGGIO La Costa Concordia dopo una notte di navigazione trainata dai rimorchiatori giunge all'imboccatura nel porto di Genova dove verrà smantellata in modo definitivo, 12 maggio 2015 ▲ Il relitto della Nave Concordia dalla banchina del porto di Voltri-Prà all'ex superbacino dove verrà smantellato, Genova, 10 maggio 2015. ▲ Il trasferimento del relitto della Nave Concordia all'ex super bacino dove verrà smantellato, Genova, 10 maggio 2015 ▲ Il relitto della Nave Concordia dalla banchina del porto di Voltri-Prà all'ex superbacino dove verrà smantellato, Genova, 10 maggio 2015. ▲ ANSA/ LUCA ZENNARO Una immagine, ripresa dall'elicottero del reparto volo della Guardia Costiera, della Costa Concordia attraccata al porto di Genova Voltri, 4 ottobre 2014 ▲ Ansa La combo mostra Domnica Cemortan e Francesco Schettino. ANSA ▲ GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images
La Costa Concordia nel suo viaggio verso il porto di Genova per lo smantellamento ▲ ANSA /Ufficio Stampa Carabinieri
La Costa Concordia al suo arrivo nel porto di Genova, 27 Luglio 2014
▲ ANSA /Riccardo Dalle Luche
La Costa Concordia in partenza per Genova. Isola del Giglio, 23 luglio 2014
▲ ANSA /Costa Press Office
La Costa Concordia in viaggio verso Genova, 23 luglio 2014
▲ ANSA/ALESSANDRO DI MEO
La scritta della Costa Concordia riemerge dall'acqua nelle operazioni di recupero e spostamento a Genova ▲ Getty Images
Il 21 luglio la Costa Concordia dovrebbe lasciare il Gilgio per raggiungere Genova il 24 luglio all'alba ▲ Getty Images
Ancora un'immagine di come si presentava la Concordia prima del suo raddrizzamento e dopo che era "sprofondata" ancora di più, adagiandosi sul lato di dritta, a settimane dal naufragio. Ora il sindaco di Giglio, Ortelli, chiede "assolutamente di evitare di lasciare il Giglio con tutto quello che c'è sotto il mare" aggiungendo: "Del naufragio rimarrà sempre la tragedia l’atto di scelleratezza umana, le responsabilità civili e il gesto dei gigliesi che la notte del naufragio si prodigarono per aiutare i naufraghi".
▲ (Credits: ANSA)
Sono le 21.42 di venerdì 13 gennaio quando la nave da crociera Costa Concordia urta uno scoglio nelle acque dell'Isola del Giglio causando l'apertura di una falla di circa 70 metri sul suo lato sinistro. Al comando c'è Francesco Schettino, 52 anni, dipendente della Costa Crociere da 11. Mentre sono in corso le operazioni di salvataggio, il “prode” comandante viene sorpreso nel tentativo di darsi alla fuga. Dalla Capitaneria di Porto gli intimano di rimanere al suo posto. Qualcuno dice che fosse in preda al panico, altri che avesse bevuto. Dopo il naufragio, che costerà la vita a 32 persone, Schettino si giustifica dicendo che la manovra che ha provocato l'urto era stata compiuta per onorare il rito dell'inchino, una sorta di saluto che la nave fa agli abitanti sulla terra ferma. Sospeso dalla compagnia, che a novembre lo licenzia, Schettino pretende, oltre al reintegro, anche il pagamento degli stipendi arretrati. Oggi ha l'ardore di dire: “Tutti dovranno chiedermi scusa”. Certo comandante, come no
▲ Federico Scoppa/LaPresse
E' la nave passeggeri di maggior stazza mai naufragata. Succede la sera di venerdì 13 gennaio. A bordo ci sono 4.229 persone partite da Civitavecchia per una crociera nel Mediterraneo. A 96 metri dalla riva dell'Isola del Giglio, la Costa Concordia urta uno scoglio per una manovra sbagliata del comandante Francesco Schettino. Si apre una falla di 70 metri da cui inizia a entrare acqua molto rapidamente. A bordo i passeggeri riprendono con i propri cellulari le scene di panico e il paradossale tentativo di alcuni membri dell'equipaggio di convincere tutti che la situazione era sotto controllo e quindi di tornare nelle proprie cabine. L'ordine di abbandonare la nave arriva solo alle 22.58. Schettino tenta la fuga e viene raggiunto al telefono dalla capitaneria di porto che gli intima di coordinare le operazioni di salvataggio. Moriranno 32 persone. Oggi la Concordia è ancora inclinata sullo scoglio in attesa di essere rimossa. Nel frattempo è diventata una sorta di discutibile attrazione turistica.
▲ ANSA/FRANCO SILVI
“Vada a bordo, cazzo!” E' l'ordine intimato la sera del naufragio della Costa Concordia , il 13 gennaio, dal capitano della Capitaneria di Porto Gregorio Maria De Falco al comandante della nave Francesco Schettino mentre quest'ultimo tentava di darsi alla fuga. La registrazione audio della conversazione farà il giro del mondo suscitando un'indignazione planetaria.
▲ (Olycom)
Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia naufragata all'isola del Giglio
▲ I passeggeri pronti per salire sulle scialuppe di salvataggio a bordo della Costa Concordia, la notte del 14 gennaio 2012.(ANSA/COLASSE/ ZENNARO) ▲ (AP Photo/Giorgio Fanciulli, Giglionews.it) ▲ Costa Concordia arenata nel panorama mozzafiato dell'isola del Giglio, 14 gennaio 2012.(AP Photo/Gregorio Borgia) ▲ Costa Concordia, 14 gennaio 2012(ANSA/GIGLIONEWS) ▲ 14 gennaio 2012(AP Photo/Gregorio Borgia) ▲ Marco Secchi /Getty Images Il relitto della Costa Concordia, naufragata il 13 gennaio 2012 ▲ Getty Image
Le prime immagini della fiancata di dritta della Costa Concordia, rimasta sommersa per 18 mesi
▲ ANSA /Carconi
Il livello della rotazione della Concordia alle 23.00 di ieri durante le operazioni di parbuckling all'isola del Giglio, 17 settembre 2013
▲ ANSA /Claudio Giovannini
Isola del Giglio, 16 settembre 2013
▲ Ansa Il relitto della Concordia ▲ Cinque anni fa, nella notte del 13 gennaio 2011 , il naufragio della Costa Concordia.
La nave da crociera finì contro gli scogli del Le Scole davanti all'isola del Giglio. Morirono 32 persone. A bordo c’erano 4.229 persone (3.216 passeggeri e 1.013 membri dell'equipaggio).
Per il naufragio è stato condannato comandante Francesco Schettino a 16 anni e un mese in primo grado. Con l’aggiunta dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e per 5 anni dalla possibilità di comandare una nave. La pena è stata poi confermata in appello il 31 maggio 2016, con l’aggiunta dell’interdizione per 5 anni anche di qualsiasi professione marittima.
Per ricordare il disastroi all'isola del Giglio si è tenuta una messa di suffragio. A Punta Gabbianara è stata posata una corona di fiori in mare in memoria delle vittime. Questa sera una fiaccolata fino alla lapide al molo rosso.