Covid e l'inattesa ondata estiva, che non deve spaventarci
Covid, nessuna tregua nemmeno in estate salgono contagi e reinfezioni sia in Italia (oggi da noi quasi 84 mila casi) che all’estero. Eppure gli esperti hanno sostenuto per mesi che fosse un virus stagionale, per lo più invernale e che con l'estate ed il ritorno alla vita all'aperto sarebbe calato da solo, se non scomparso, ma come spesso è accaduto dall’inizio della Pandemia sono stati smentiti e i contagi sono risaliti con una velocità inattesa. Una corsa per fortuna che al momento non riguarda le ospedalizzazioni, e le terapie intensive ma che ancora una volta dimostra che c’è una scarsa conoscenza del virus e delle misure adeguate per anticiparlo. Certamente a contribuire all’aumento dei contagi è stata la variante Omicron insieme al totale azzeramento delle norme anti Covid.
I contagi stanno crescendo vorticosamente e siamo in piena estate, quando tutti dicevano il contrario; come mai?
«Non è la prima volta che anche in piena estate si assiste ad un aumento di contagi legati all’arrivo di un virus respiratorio - spiega il Virologo Pierluigi Lo Palco - successe nel 2009 quando il virus dell’influenza pandemica H1N1 arrivò in Europa a luglio, ma anche durante la pandemia di COVID19 quando la variante delta iniziò a circolare proprio alla fine della scorsa estate. L’estate rappresenta un ostacolo alla circolazione virale perché le attività al chiuso sono limitate, ma non è un ostacolo assoluto. Una variante come Omicron 5, in grado di infettare persone che si sono infettate appena pochi mesi fa, comunque trova il suo spazio per diffondersi».
Quarta dose: chi e quando farla?
«Assolutamente e con urgenza tutti coloro per cui è indicata ancora non l’hanno fatta: persone con situazioni di immunodeficit e fragilità legate a patologie, anziani ospiti di RSA e tutti coloro che hanno un’età superiore a 80 anni». Visto le nuove varianti i vaccini sono ancora efficaci o vanno rivisti? «Per il momento l’efficacia resta buona per prevenire le forme gravi di malattia, ma la protezione diminuisce sempre più man mano che ci si allontana dal momento della vaccinazione».
Come andrebbero rivisti i protocolli Covid?
«Le regole generali devono essere sempre valide: chi è contagioso deve restare a casa. Probabilmente, in vista dell’autunno, si potrebbero rivedere i dettagli, ad esempio il numero di giorni per la quarantena o l’isolamento dei soggetti positivi».
Come sarà l’autunno?
«Impossibile fare previsioni, perché dipende dall’entità di questa ondata estiva e dal fatto che arrivi o no una nuova variante virale. In assenza di nuove varianti, l’anticipo della circolazione di omicron 5 in estate paradossalmente potrebbe regalarci un autunno più tranquillo».
Nel giugno 2021 i contagi erano pochissimi oggi sono circa 50mila al giorno. Cosa è cambiato?
«Semplice: circola omicron, una variante dieci volte più contagiosa rispetto alle precedenti. Non dimentichiamo, inoltre, che la scorsa estate molti italiani avevano una vaccinazione “fresca”, quindi con un livello di efficacia ancora alta anche contro l’infezione lieve».
La popolazione non ha raggiunto l’immunità di gregge?
«Questo è un concetto che è stato profondamente travisato: contro un virus che muta e può reinfettare persone che hanno avuto l’infezione anche pochi mesi prima, l’immunità di gregge – intesa come capacità della popolazione di bloccare la circolazione virale – non esiste. Esiste invece la possibilità per la popolazione di aumentare progressivamente il livello di protezione nei confronti delle forme gravi della malattia, in modo da ridurre sempre di più la proporzione di persone che hanno bisogno di intervento medico e, ovviamente, i decessi».
Ma di che numeri parliamo? A rispondere a questo il ricercatore Davide Tosi dell’Università dell’Insubria
«Questo virus è evidente che non è stagionale come alcuni esperti ritenevano e queste ondate estive erano assolutamente prevedibili. Dal punto di vista numerico la proporzionalità della curva dei contagi, con le ospedalizzazioni, le terapie intensive e i decessi ci dice che siamo ancora ben protetti dalla vaccinazione. Ormai il Case Fatality Rate (parametro pandemia e decessi) è sotto lo 0.1% ed eravamo partiti da un 14%. Stesso discorso per ospedalizzazioni e terapie intensive che stanno salendo molto lentamente rispetto ai contagi che sono in media 50mila giornalieri nell’ultima settimana».
Com’era la situazione la scorsa estate?
«A livello di contagi siamo ben lontani dall’estate scorsa. in questo periodo a giugno il Covid era praticamente sparito c’erano pochissimi contagi. Erano circa 700 giornalieri mentre oggi sono circa 50mila. Va mantenuta alta l’attenzione perché il numero dei decessi è significativo in questa settimana ce ne sono stati 400, sono persone anche sopra i 60 anni e va ricordato che non sono solo gli anziani a morire».
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