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March 25 2014
Corsi e ricorsi storici. Mentre la Russia è in fermento per organizzare compiutamente l'ingresso della Crimea nella Federazione dopo il referendum del 16 marzo, che ha sancito la volontà della Penisola sul territorio ucraino di tornare tra le braccia di Mosca, il premier Dmitri Medvedev tira fuori dal cassetto della Storia un vecchio progetto, prima nazista e poi stalinista: la costruzione di un ponte sullo Stretto di Kerch, per collegare direttamente la terraferma russa alla Crimea.
Un paio di settimane prima del referendum il premier russo ha dato mandato alla società di costruzioni Avtodor (quella delle autostrade russe) di creare una compagnia ad hoc che supervisionerà la costruzione di un ponte sullo Stretto di Kerch, che collegherà direttamente la regione russa di Krasnodar alla Penisola ormai ex ucraina.
Il ponte sorgerà tra il Mare d'Azov e il Mar Nero e permetterà alla Russia di mettere in sicurezza il Mare d'Azov, che rappresenta per Mosca una via marittima cruciale per le attività commerciali dell'area sud del Paese. Mosca potrà far arrivare direttamente in Crimea merci e persone senza dover passare per l'Ucraina. Al momento la Crimea è separata dalla Russia da circa 4.5 chilometri di mare, solcato da frequenti vaporetti, e il ponte di Kerch rappresenterebbe un investimento strategico fondamentale per Mosca, tanto che Dmitri Medvedev ha già provveduto a stanziare circa 3 miliardi di dollari per la sua costruzione.
Il ponte non è una novità. Anche in tempi recenti (già nel 2010) c'erano stati contatti tra Mosca e Kiev per portare avanti un progetto di fattibilità ed era stato siglato un memorandum d'intesa. Ma adesso, con una situazione politica (e quindi geografica) completamente mutata, il collegamento rapido tra la Crimea e la parte meridionale della Federazione per il governo moscovita è diventato una priorità.
Il sogno di Mosca che sta per diventare realtà storicamente è stato inseguito da tanti altri, a cominciare dallo zar Nicola II. Dopo la rivoluzione leninista il progetto del ponte sullo Stretto di Kerch venne accantonato, ma tornò in auge in epoca nazista. Adolf Hitler riteneva che la Crimea fosse il suo "bastione nel Mar Nero" per penetrare nell'Unione sovietica e così dette mandato all'architetto Albert Speer di realizzare il ponte.
Nel 1943 Hitler credeva che il ponte avrebbe "agevolato" la sua invasione dell'URSS e dette a Speer sei mesi per realizzare la struttura in ferro, ma sin da subito l'architetto espresse i suoi dubbi sul progetto e sulla tempistica, visto che le truppe sovietiche incalzavano. Il ponte non venne finito e i soldati tedeschi batterono in ritirata di fronte alle truppe di Mosca.
E Stalin prende il testimone di Hitler e nel 1944 ordina di terminare la costruzione del ponte, ma anche lui senza successo. La struttura viene realizzata in fretta e furia, ma crolla dopo pochi mesi, facendo in tempo solo a permettere il passaggio della delegazione sovietica che da Yalta tornava a Mosca. Il progetto viene così archiviato fino alla caduta del Muro e al collasso dell'Unione sovietica.
Con la nascita della Federazione russa si comincia nuovamente a parlare della necessità di una via rapida per arrivare alla Crimea, senza dover attraversare le città rivierasche dell'Ucraina e della regione del Sud e oggi quella necessità è diventata ancora più stringente, perché permetterebbe a Mosca di bypassare il territorio ucraino, non solo per finalità squisitamente commerciali, ma anche militari.
La Russia ha già messo sul tavolo circa 5 miliardi di dollari di investimenti per la Crimea e Simferopoli si aspetta di vedere grandi cose e di essere sollevata dalla povertà in cui la Penisola versa al momento. La realizzazione del ponte di Kerch accelererebbe l'integrazione della Crimea al territorio russo e faciliterebbe i rapporti commerciali con Mosca e con gli altri Paesi caucasici, oltre a permettere un passaggio diretto e immediato di truppe e mezzi militari della Federazione dalla regione di Krasnodar alla Penisola.
Mosca va veloce e ha già incaricato il vice premier Dmitri Kozak di studiare un piano che sarà presentato il 5 aprile per una completa integrazione della Crimea nella struttura economica e amministrativa della Federazione. Il Cremlino punta a realizzare una "zona economica speciale" sulla Penisola dal 1 giugno, e per fare questo deve riconvertire il sistema bancario della Crimea affinché rispetti i parametri russi.
Il passaggio non è così semplice. Amministrativamente saranno necessarie una serie di operazioni che Mosca vuole mettere in campo sin da subito. La costruzione del ponte sullo Stretto di Kerch rappresenta da una parte la vittoria della Russia di fronte la comunità internazionale e, dall'altra parte, la sua volontà (e necessità) di "inglobare" in tempi record la Crimea.