Siria, crimini contro l’umanità: le accuse ad Assad

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4 ottobre 2016. Un volontario dei "Caschi bianchi" mette in salvo una bambina travolta dalle macerie di un edificio bombardato ad Aleppo, in Siria.
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4 ottobre 2016. Volontari dei "Caschi bianchi" traggono in salvo un ragazzo travolto dalle macerie di un edificio bombardato ad Aleppo, in Siria.
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4 ottobre 2016. Un uomo disperato accanto alle macerie di un edificio bombardato ad Aleppo, in Siria.
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4 ottobre 2016. Un volontario dei "Caschi bianchi" sulle macerie di un edificio bombardato ad Aleppo, in Siria.
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5 ottobre 2016. Volontari dei "Caschi bianchi" in azione tra le macerie di un edificio bombardato nel quartiere di Bustan al-Basha ad Aleppo, in Siria.
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6 ottobre 2016. Soldati filogovernatvi in postazione nel quartiere di Bustan al-Basha ad Aleppo, Siria.
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6 ottobre 2016. il quartiere di Bustan al-Basha distrutto ad Aleppo, Siria.
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Bombardamenti e vitime nel nord di Aleppo
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Il recupero del corpo di una bambina dopo i bombardamenti di Aleppo - 27 settembre 2016
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Un padre disperato per la morte della sua bambina sotto le macerie ad Aleppo - 27 settembre 2016
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Forze armate siriane ad Aleppo
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Un bambino siriano riceve i primi soccorsi dopo il bombardamento nella zona settentrionale della città di Aleppo
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Nord di Aleppo, una donna tiene in braccio il figlio ucciso dopo un bombardamento
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Nord di Aleppo, una donna tiene in braccio il figlio ucciso dopo un bombardamento
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Qatarji, nord di Aleppo: un uomo porta il via il suo bambino dopo il bombardamento
Aleppo, Siria, 17 agosto 2016, le prime cure alle vittime di un raid aereo
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Aleppo, Siria, 15 agosto 2016
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Aleppo, Siria, 15 agosto 2016
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Aleppo, Siria, 6 agosto 2016 )
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5 giugno 2016. Un uomo grida circondato dalla polvere sollevata da un bombardamento delle forze filogovernative sul quartiere di Bustan al-Qasr ad Aleppo, in Siria, in mano ai ribelli.
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30 maggio 2016. Un uomo coperto dalla polvere di edifici appena bombardati siede accanto a un ragazzo lungo una strada di Aleppo, nel quartiere settentrionale di Sukkari, in mano ai ribelli, e colpito da raid aerei delle forze governative fedeli ad Assad.

Almudena Bernabeu è Procuratore internazionale e direttrice del Transitional Justice Programme al Center for Justice and Accountability (Cja), in prima fila per chiedere l’incriminazione degli autori dei crimini commessi in Siria.

“Alla luce di quanto emerso dal dossier Caesar  (le fotografie dei corpi dei detenuti morti sotto tortura nelle carceri del regime, ndr), stiamo lavorando, soprattutto con la comunità siriana che ormai vive all’estero, per cercare di rintracciare i parenti delle vittime. Stiamo investigando sulle responsabilità che ci permetteranno di chiedere l’imputazione dei colpevoli di atti di tortura deliberati e sistematici e dell’uccisione di civili siriani”.


Il Procuratore rivela che si opera con i parenti delle vittime che risiedono all’estero o che hanno una seconda cittadinanza rispetto a quella siriana, per garantirne l’incolumità ed evitare ritorsioni. Ma anche tra i siriani all’estero molti hanno timore a esporsi.

Comprendiamo le loro paure – dichiara Benabeu- , sono stati spesso presi di mira anche quando non erano coinvolti in nessuna forma di protesta. Credo, comunque, che la complessità della crisi siriana non permetta alcun cambiamento dall’esterno, ma solo attraverso iniziative intraprese dai siriani stessi. La mia speranza è di aiutare i siriani a ottenere giustizia. Abbiamo le capacità di avviare azioni legali e la mia speranza più profonda è che questa consapevolezza dia loro coraggio. Dobbiamo agire, non abbiamo più tempo”.

Il dramma delle torture, infatti, in Siria è tutt’altro che passato.

Secondo il Centro di documentazione delle violazioni in Siria, Vdc, infatti, ci sono oltre 64mila persone nelle carceri siriane che subiscono abusi e ci si chiede qual è il loro destino e se mai nessuno fermerà le violenze di al Assad.

“A essere onesta, sono oltre dieci anni che cerco di mostrare che il partito Ba’ath e che molti alawiti stanno abusando dei diritti umani. Bashar al Assad, suo padre, suo zio e il loro regime hanno terrorizzato e controllato il popolo siriano per troppo tempo e la gente vive nella paura e tace. Dobbiamo interrompere questo circolo vizioso e dare ai siriani la possibilità di un riscatto. Mi piange il cuore a vedere così tante vittime dimenticate. Ecco perché sono qui a lavorare al fianco del popolo siriano e vorrei fare del mio meglio per loro”.

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