Politica
November 23 2020
Il messaggio audio arriva su Whatsapp: "Aiutateci". Una voce femminile. Decisa ma anche disperata: "Dateci voce perché ci sono famiglie che muoiono di fame e non sappiamo più cosa fare". E' la voce di Alessandra Moretti, segretaria di Federmep che è l'associazione capofila che mette in fila gli addetti italiani ai grandi eventi, cerimonie, congressi, matrimoni e molto altro. Per molti sono semplicemente i wedding planner, figura che abbiamo imparato a conoscere nel film americani. Nella realtà sono molto di più. Rappresentano un settore economico composto da oltre 50.000 imprese e partite IVA per un totale di 250.000 impeigati stabili cui si uniscono 150.000 lavoratori stagionali.
L'APPELLO DEL SETTORE EVENTI.pdf
Un comparto fermo dallo scorso mese di febbraio. Travolto dalla prima ondata del Covid, mai ripartito nemmeno in estate quando il resto del Paese sembrava essersi dimenticato l'emergenza. E fermo anche in questo inverno con la prospettiva di non ricominciare a lavorare nemmeno nel 2021 perché i grandi eventi hanno bisogno di una lunga programmazione e i segnali che si profilano all'orizzonte sono tempestosi.
Sono saltati tutti gli eventi di Natale, alcuni vengono riprogrammati a partire da dicembre 2021 (nella migliore delle ipotesi), altri semplicemente cancellati. Uno tsunami che sta già investendo la prossima estate mettendo in ginocchio gli addetti del settore e tutto l'indotto che significa, tradotto in soldoni, erodere un valore di oltre 15 miliardi di euro di indotto primario e 25 di quello globale.
"Siamo stati ricevuti in audizione dalla Commissione Bilancio della Camera" racconta Alessandra Moretti, che lancia il suo grido d'allarme con alle spalle centinaia di professionisti di tutti i rami del comparto: "Sembravamo dei mendicanti perché la realtà è che i soldi non arrivano". E quelli che arrivano, graditi, sono una goccia nel mare delle riduzioni di giro d'affari che nel 2020 hanno raggiunto l'80%. Un esempio? I fondi messi a disposizione dalla Regione Lombardia: "Grazie, davvero, meglio di uno sputo in un occhio. Ma 1.000 euro per un anno di non lavoro sono troppo poco".
Il problema non è più arrivare a fine anno, spiegano. Anche perché molti non ce la faranno. Il problema è provare a dare un orizzonte a tutti gli altri accendendo un faro sull'intera filiera che ha ricadute pesanti anche nei settori collegati. La rabbia dei dimenticati è rabbia che nasce anche dalla sensazione di non essere riusciti a farsi vedere e capire. Mentre il dibattito pubblico e politico si è occupato per mesi di spiagge, parrucchieri, estetisti e una miriade di attività: "I politici? Loro ci ascoltano, ma se hanno dietro la campagna mediatica...".